LO SNALS CONFSAL CHIEDE LAPPLICAZIONE DELLARTICOLO 5 DEL DPR 207/2010 PER SCONGIURARE LEMERGENZA SOCIALE NON PIU SOSTENIBILE.
Per scongiurare lemergenza sociale pronta a sfociare in gesti disperati chiesto al Governo regionale lintervento sostitutivo al fine di erogare direttamente a tutti i lavoratori della formazione professionale le spettanze arretrate e correnti.
A chiederlo in una lettera inviata al presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, allassessore al lavoro, Ester Bonafede, allassessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, alla dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale al ramo ed ai Prefetti delle nove province siciliane, lo Snals Confsal.
Il sindacato guidato nel settore della Formazione professionale da Giuseppe Milazzo, ha chiesto, senza mezze misure, lapplicazione dellarticolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n.207 del 5 ottobre 2010. Norma che impone allamministrazione pubblica di sostituirsi alla stazione appaltante (datore di lavoro aggiudicatario dellappalto), in casi di difficoltà, e di erogare direttamente ai lavoratori gli stipendi e salari allinterno dellimpegno finanziato sostituendosi allo stesso datore di lavoro.
La condizione di esasperazione dei lavoratori della formazione professionale, si legge nella nota, che da lungo tempo vivono uno stato di incertezza, di precarietà e di carenze retributive, induce a forti preoccupazioni per la stessa tenuta dellordine pubblico. Per tali motivi, lo Snals Confsal, ha chiesto limmediato intervento del presidente Crocetta ed ha sollecitato lautorevole intervento dei Prefetti dellIsola per sostenere le ragioni delle rivendicazioni dei lavoratori.
Gli enti gestori del settore formazione professionale non sono riusciti ad assicurare la regolare erogazione degli stipendi con cadenza mensile al proprio personale – ha dichiarato Milazzo – e questo, malgrado il consolidato rapporto instauratosi fra gli stessi enti di formazione e la Regione siciliana attraverso lappalto di servizi, attuato con lapprovazione delle attività e del relativo finanziamento.
Visti i chiari di luna, lo Snals Confsal, da quanto emerge dal tenore della citata lettera, non sembra più disposto ad accettare parole di conforto o la sottoscrizione di verbali e accordi senza che landazzo nel settore muti.
Malgrado le molteplici promesse e gli impegni assunti attraverso la sottoscrizione del documento di accordo tra le parti, firmato il 03 giugno 2013 – ha sottolineato Milazzo – dalla mia organizzazione sindacale e dallassessore Nelli Scilabra, documento che è stato riportato nei suoi contenuti e finalità nella successiva delibera di giunta regionale n. 200 del 6 giugno 2013, i lavoratori della formazione professionale continuano ancora a non percepire gli stipendi mediamente da 8 a 23 mesi.
Denuncia chiara e senza appelli quella del sindacato che ha rinvigorito uno dei temi più caldi e sentiti dai lavoratori, e cioè il pagamento delle retribuzioni per leffettivo lavoro prestato. Troppe distrazioni, troppa attenzione del Governo regionale, spostata sulle indagini della magistratura e sulle continue e quasi quotidiane denunce sulle ipotesi di malefatte nel settore, hanno spostato per troppi mesi lo sguardo dal nervo scoperto della Formazione professionale.
Sono mesi e in tanti casi anni che non si muove un quattrino dalle casse regionali per pagare gli operatori della formazione professionale. Il sospetto che non vi siano più soldi comincia a divenire ogni giorno di più una cruda verità. Da troppo tempo questo giornale sinterroga sullutilizzo dei 2 miliardi di euro assegnati dallUnione europea per il periodo 2007/2013 di cui nulla o poco si sa. Lunica certezza è che 10 mila lavoratori sono schiacciati dai debiti, dalla salute precaria e dalla schizofrenia di un futuro senza futuro. E chi dovrebbe dare una soluzione si accalora nel virare, come in un gioco a scacchi, lattenzione su altro, sfuggendo dallaffrontare il problema.
Nella richiamata lettera indirizzata, tra gli altri, al presidente Crocetta, lo Snals Confsal rimarca come gli impegni più volte assunti dal governatore e dai suoi assessori è stato ripetutamente disatteso.
Tra i contenuti dellaccordo del 3 giugno 2013 e della successiva delibera di giunta n. 200 del 6 giugno 2013 – ha riferito Milazzo – risaltava limpegno, da parte dellassessore Scilabra e della Giunta Regionale poi, nellapplicare e fare applicare gli articoli 4 e 5 del dpr n.207/2010, larticolo 14 della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976 e la circolare n.12/2012 del ministero del Lavoro.
Tutti impegni, lo ripetiamo, disattesi e non mantenuti, il presidente Crocetta e gli assessori Bonafede e Scilabra, infatti, proseguono imperterriti verso quello che appare sempre più come un vero e proprio scempio del settore, una sorta di desertificazione, effetto della macelleria sociale in atto.
Alla luce del progetto maldestro dellesecutivo Crocetta il sindacato è corso ai ripari ed ha chiesto, per lappunto, di rendere immediatamente eseguibile, ed estesa a tutti i lavoratori a tempo indeterminato iscritti all’albo regionale, la direttiva dell’assessore Scilabra prot. 5138/Gab del 7 novembre 2013. Atto amministrativo che invita il dirigente Corsello ad adottare le opportune procedure per sbloccare gli stipendi dei lavoratori applicando l’articolo 5 del citato dpr n.207/2010 che impone allamministrazione pubblica di sostituirsi alla stazione appaltante (datore di lavoro aggiudicatario dellappalto), in casi di difficoltà, e di erogare direttamente ai lavoratori gli stipendi ed i salari allinterno dellimpegno finanziato sostituendosi allo stesso datore di lavoro.
Abbiamo chiesto al Governo – ha aggiunto Milazzo – di accelerare tutte le procedure per l’immediato pagamento delle retribuzioni arretrate dovute ai lavoratori, in sostituzione degli enti di formazione, in applicazione di quanto previsto dallarticolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n.207 del 5 ottobre 2010. Vista la delicata situazione di emergenza dei lavoratori della formazione professionale – ha concluso il coordinatore regionale di settore dello Snals – proseguiamo i sit-in nelle varie sedi di lavoro per rendere evidente lesistenza del problema, nonché la programmazione delle più opportune iniziative di mobilitazione e di lotta, fino ad arrivare allo sciopero regionale del settore.
Il sindacato ha messo il coltello nella piaga, non a caso ha chiesto lapplicazione dellarticolo 5 del dpr 207/2010 a tutti i lavoratori. Il motivo cè e si vede. Il proposito del Governo regionale, ad oggi, sarebbe quello di sostituirsi nel pagamento solamente delle retribuzioni destinate ai lavoratori i cui enti di appartenenza sono stati destinatari di provvedimenti dellautorità giudiziaria e non di tutti. Commettendo così la peggiore delle ingiustizie, quella di trattare diversamente i lavoratori. Se questa è la rivoluzione di Crocetta i siciliani hanno ben poco da essere allegri.
La Sicilia affonda non solo per la crisi ma forse anche per lottusità di un Governo regionale che, nellintento di perseguire obiettivi squisitamente politici, ha deciso di precarizzare dieci mila lavoratori, lasciandoli in una condizione economica di marginalità ed isolamento. E in una terra facilmente infiammabile è un grave errore dal quale dovrebbe trarne i rimedi prima che sia troppo tardi.
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