Formazione: l’Unione Europea avvisa Crocetta: il prelievo forzoso agli Enti è fuori legge

Che la Formazione professionale da alcuni anni sia uno dei settori costantemente sotto i riflettori non è una novità. Che sia diventato l’unico ambito oggetto di attenzione da parte del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, diventa notizia. Ul governatore è convinto di fare “piazza pulita” di tutti gli imbrogli ed i latrocini. Un atteggiamento coraggioso e prezioso per la riscoperta della legalità in Sicilia, in uno dei settori più politicizzati e ricchi di esempi clientelari che la Sicilia abbia mai avuto.

Quello che ci chiediamo, però, è altra cosa. Può essere sufficiente a ristrutturare il settore, strategico per la società e l’economia siciliana, un’azione continua e martellante di denuncia di tutto e tutti? Come in ogni esperienza non tutto è illegale, mafioso e truffaldino. Esiste anche l’altra faccia, quella delle aziende per bene, che ogni giorno lottano per garantire l’economicità alla propria attività, l’occupazione e la complessiva tenuta del sistema economico.

Quello che, lo ripetiamo, ci convince poco è l’atteggiamento del presidente Crocetta che, sembra interessarsi, con carattere di esclusività, all’attività investigativa, di denuncia e repressione. E l’autorità giudiziaria a cosa serve, se non ad investigare e reprimere?

Sono diverse le segnalazioni di Enti formativi che si dichiarano puliti e in regola con la legge, eppure soffrono, oggi, lo stato di disagio generale sintetizzato dallo stallo complessivo del sistema formativo regionale.

Sono diverse le cose che non ci convincono su come il Governo del presidente Crocetta stia gestendo l’azione politica-amministrativa. Il Governatore della Sicilia ama l’immagine di sé, di forte condottiero antimafia. Uno sceriffo/investigatore che guardando al futuro, dipinge la sua Sicilia sgombra da mafia, reati, truffe e malfattori. Un moderno cavaliere Templare, come ha raccontato ieri in prima pagina, il quotidiano per eccellenza, “The Washington Post”, in un profilo dedicato al nostro Governatore.

Il giornale racconta come Crocetta, eletto nove mesi fa, porti avanti la sua crociata in lungo e in largo nell’Isola, rafforzando le leggi anti-mafia, attaccando il clientelismo, gli sprechi e la corruzione. Coraggio e audacia d’accordo, non è facile nella terra si “Cosa nostra” implementare un percorso che va ad incidere, prendendo di petto, gli interessi illeciti.

Una Sicilia che tutti saremmo pronti a sottoscrivere. Attenzione, ma è solo questo il mandato elettorale del nostro presidente? La rivoluzione annunciata in campagna elettorale forse non ambiva a rilanciare l’economia siciliana, a modernizzare l’Isola e renderla competitiva?

Una Regione, la nostra, che oggi attraversa una profonda crisi economica, tra le peggiori di sempre, con i due indicatori – disoccupazione e povertà – tra i più alti fra le Regioni d’Europa. Questo per dire che siamo per la pulizia ma senza dimenticare che Rosario Crocetta è stato eletto dal 30 per cento dell’elettorato siciliano per fornire quelle risposte che i cittadini, Tutti, si aspettano.

Questo, per tornare al settore della Formazione professionale, significa dare risposte concrete su alcune criticità che ne cementificano l’operatività.

Sin dal suo insediamento e dall’esautorazione dell’allora dirigente generale, Ludovico Albert, uomo di fiducia dei vertici romani del suo partito, quel Pd che ne ha determinato le elezioni, è apparso in veste di sceriffo, investigatore, di templare, per l’appunto. L’analisi che viene fuori dai nove mesi di Governo regionale nel settore della Formazione professionale è quella di un’esperienza a due velocità, secondo il nostro punto di vista.

Da un lato il presidente della Regione, Templare impavido, teso a dare la caccia a truffatori, corrotti, corruttori, malfattori e ladri. Opera che ha già prodotto risultati importanti per restituire limpidezza al settore. E dall’altro gli assessori collegati al settore della Formazione professionale, Nelli Scilabra (con delega per l’Istruzione e la formazione professionale) ed Ester Bonafede (con delega al Lavoro) che fanno di tutto per non incidere, per produrre il nulla, o quasi, per mettere in difficoltà il presidente proprio sui suoi temi più cari. Anzi, gli unici atti amministrativi vincolanti, prodotti nei giorni scorsi dai citati assessori, fanno pensare ad un ritorno indietro verso una stagione da “Santa inquisizione”.

Basti pensare alla lettera i) dell’articolo 11 contenuto nelle Disposizioni 2013 per l’accreditamento degli organismi della formazione professionale, che “di fatto e nella sostanza”, vieta agli enti titolari di finanziamenti pubblici di esercitare il diritto di difesa, pena l’esclusione dai contributi. Diritto,peraltro, sancito dalla nostra Carta costituzionale. Oppure come non pensare al prelievo coattivo effettuato, nelle scorse settimane, a decine di Enti formativi per via della vicenda, più volte affrontata dal nostro giornale in precedenti articoli, dell’”extra-budget”.

L’integrazione al finanziamento decretato in anni precedenti dall’amministrazione regionale, oggetto di indagine della Procura della Corte dei Conti e che il Governo regionale pensa di avere risolto incamerando le corrispondenti somme dagli acconti a valere sull’Avviso 20/2011. Avviso che opera con finanziamenti comunitari, lo precisiamo. Chiediamo al presidente Crocetta se è a conoscenza che le risorse comunitarie non possono essere distolte dalla finalità per la quale vengono assegnate.

È sufficiente, a tal uopo, dare un’approfondita lettura all’articolo 80 del Regolamento (CE) n. 1083/2006. Eppure questa violazione palese e ripetuta è stata effettuata in assoluto silenzio. Non una parola di approfondimento sulla fattibilità del prelievo forzoso. Questa violazione non rientra tra quelle da perseguire? Cosa ne pensa il presidente Crocetta?

Non siamo solamente noi a pensarla così. In un verbale di verifica ispettiva, prodotto qualche mese fa a carico di uno dei tanti Enti formativi operanti in Sicilia, i funzionari dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) della Commissione Europea hanno sottolineato come il recupero di specifici importi erogati precedentemente su fondi nazionali e regionali, effettuato attraverso la decurtazione, di pari importo, di somme prelevate da acconti di finanziamento a valere sull’Avviso 20/2011 è un illecito.

Riportiamo il testo della dichiarazione sull’argomento. “Gli investigatori Olaf rilevano che tale procedura di riduzione degli importi dovuti al beneficiario finale a titolo di contributo pubblico, potrebbe costituire una violazione dell’articolo 80 del regolamento (CE) n.1083/2006, che vieta appunto di applicare detrazioni o trattenute agli importi destinati ai beneficiari”.

Quindi, sarebbe opportuno che il Governatore intervenga su questa strana vicenda che vedrebbe il Governo e la sua amministrazione rei di un illecito.

La nostra tesi è che il presidente della Regione deve fare politica. Nel fare politica è giusto che denunci ciò che non va ma non può fermarsi a questo, ha il sacrosanto dovere di produrre atti che diano risposte al popolo. Oggi la risposta non è solo legalità ma anche occupazione, aiuti alle imprese, snellimento della burocrazia, riduzione della pressione fiscale, e così via, chi più ne ha più ne metta..

È proprio di ieri la dichiarazione del presidente Crocetta, riportata dal quotidiano www.corrieredelmezzogiorno.corriere.it , che, ancora una volta in merito alla polemica sullo stop all’Assemblea regionale siciliana al disegno di legge antiparentopoli, torna a sparare nel mucchio, lasciando intravvedere che nel settore della Formazione professionale tutto e tutti siano la stessa cosa. Riportiamo il passo. “Dietro questo garantismo sul ddl Antiparentopoli c’è una diffusa volontà di non applicare questa legge perché la formazione professionale è tutta in mano a diverse famiglie di politici. E’ un caso se i più bravi a presentare i progetti sulla formazione sono mogli di politici?”. Affermazione che non ci convince proprio.

E quindi, tutti gli Enti formativi sono gestiti da mogli di politici? Proprio tutti? Non ci pare, caro presidente. La verità è che il ruolo di cavaliere templare le si addice, fermo restando che alla difesa della croce divina non si rischia di far colare a picco l’Isola con i siciliani dentro. Faccia bene il nostro presidente, al quale va tutto il nostro rispetto per la saggia battaglia volta a ripulire come un calzino il settore della Formazione professionale, a non generalizzare. Faccia bene il nostro presidente, semmai, a controllare in maniera più approfondita, più minuziosa, quasi con approccio maniacale, l’operato dei suoi assessori e di parte dell’alti ranghi dell’amministrazione. Non vorremmo che, intento com’è, al tentativo di stanare i malfattori, dovesse trovarseli in casa.

 

 

Giuseppe Messina

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