Formazione/ L’ultima ‘frittata’ del Governo Crocetta: pubblicati i dati personali di 721 lavoratori!

INCREDIBILE A DIRSI, IL DIPARTIMENTO REGIONALE LAVORO, INFISCHIANDOSENE DELLE NORME NAZIONALI CHE TUTELANO LA PRIVACY, PORTA A CONOSCENZA INFORMAZIONI RISERVATE DI CENTINAIA DI DIPENDENTI DEL SETTORE. SCATTANO LE DENUNCE ED IL COINVOLGIMENTO DEL GARANTE DELLA PRIVACY

Questa volta la frittata è grossa e provocherà una pioggia di denunce e ricorsi al Garante della privacy. Il Governo di Rosario Crocetta, non vi sono dubbi, ha violato i dati personali e sensibili di 721 lavoratori. E, tanto per cambiare, ha modificato ripetutamente il contenuto del prospetto “incriminato” prima della definitiva trasmissione a centinaia di enti formativi.
Nell’ultima versione del citato prospetto dei lavoratori eccedentari, il numero è passato da 718 a 721. E pensare che di lavoratori eccedentari le associazioni degli enti, solo qualche settimana fa, ne contavano 414. Una sorta di moltiplicazione dei pani e dei pesci? No, molto più semplicemente l’accordo del 12 novembre scorso ha lasciato liberi gli enti di dichiarare eccedentario tutto il proprio personale, seppure per poche ore, celando un contratto difensivo di solidarietà senza alcun preventivo accordo con i lavoratori. (sopra, a sinistra, foto tratta da torinofree.it)
La formazione professionale, con l’avvento del presidente Crocetta e delle donne al seguito, è diventato “Far West”, dove comanda chi la spara più grossa. Nella degenerazione amministrativa delgi ultimi mesi di gestione della dottoressa Anna Rosa Corsello accade, infatti, che un elenco, che nasce privo dei riferimenti normativi e quindi illegittimo, possa essere oggetto di continue variazioni sostanziali fino a subirne ben 4, violando le privacy degli interessati.
L’elenco regionale del personale eccedentario con riferimento alla seconda annualità dell’Avviso 20/2011, finanziato con il Piano giovani, nato ai sensi del verbale stipulato il 12 novembre 2013 tra il dipartimento Lavoro, le organizzazioni sindacali e le organizzazioni datoriali, è stato trasmesso a centinaia di enti formativi in Sicilia nella quarta versione che sembrerebbe essere quella definitiva.

Nei giorni scorsi avevamo dato in anteprima la notizia di 718 lavoratori inseriti nel citato elenco anonimo, cioè privo di riferimenti normativi, con 718 lavoratori dichiarati eccedentari dagli enti formativi. Adesso leggendo la quarta versione si scopre che il dato è ulteriormente aumentato fino a 721. Abbiamo raccontato in un precedente articolo sull’argomento, come il dipartimento Lavoro, guidato dalla dottoressa Corsello, fosse franato, sfondando il muro della legalità.
L’elenco regionale degli eccedentari, da ricollocare presso altri enti formativi, contiene dati personali e riservati che per essere manipolati abbisognano della dichiarazione liberatoria del lavoratore interessato. Così almeno prevede la legge. Cosa che non è avvenuta ed ha provocato la reazione di tanti lavoratori che si sono rivolti al Garante per la privacy oppure al legale per diffidare l’amministrazione regionale dall’aver distribuito dati sensibili a centinaia di soggetti.
Questo Governo regionale mostra sempre più arroganza, presunzione e spavalderia e segue perfettamente il tenore della dichiarazione resa dal presidente Crocetta alla Gazzetta del Sud ieri: “Mi chiamano, mi fermano i siciliani in Italia ed in Europa e sono orgogliosi di questa terra oggi. Senza più manciugghia. Io sono un operaio, uno strumento vostro. Ma siete voi che state cambiando la Sicilia. Io non mi faccio dettare l’agenda dai partiti. La Sicilia ha urgenza di cambiare e deve puntare sul lavoro, così come stiamo puntando noi. I partiti non ci devono dettare niente”.

A poco vale tentare di scrollarsi la responsabilità, per l’assessorato regionale alla Famiglia, alle politiche sociali ed al Lavoro, l’aver inserito nel prospetto la dicitura “dati anagrafici a cura dell’ente gestore”. Chiariamo. A seguito del taglio del dieci per cento del finanziamento della seconda annualità del citato Avviso 20, deciso dall’assessore regionale alla Formazione, Nelli Scilabra, nonostante la disponibilità, almeno sulla carta, delle risorse comunitarie, diversi enti si sono ritrovati con un finanziamento minore ed un numero di lavoratori in eccedenza rispetto al minor importo assegnato.
A seguito della richiesta dell’amministrazione regionale, gli enti formativi con personale eccedentario hanno prodotto un elenco con i dati riservati dei propri dipendenti da porre in mobilità. È stata l’amministrazione regionale, incapace di trovare una soluzione tecnica per incrociare le eccedenze di personale con le disponibilità degli enti subentranti, a mettere alla berlina dati sensibili.
Non è responsabilità del singolo ente formativo, quindi, se successivamente l’assessorato abbia provveduto a trasmettere a tutti gli enti formativi l’elenco contenente dati sensibili dei lavoratori, senza porsi minimamente il problema che trattasi di informazioni personali e riservate. Nelle prime versioni erano contenute alcune informazioni sensibili, ma è con la quarta versione che l’assessorato regionale per il Lavoro si supera, realizzando un capolavoro di illegalità.

Nel precedente articolo avevamo dato in esclusiva la notizia del contenuto del prospetto che richiamiamo. I dati contenuti nell’elenco del personale eccedentario sono: enti di provenienza, cognome e nome, telefono, indirizzo di posta elettronica, titolo di studio, attestazioni riconosciute, carichi familiari, provincia di lavoro, data di assunzione storica a tempo indeterminato nella Formazione professionale, area funzionale contrattuale, qualifica contrattuale, livello, ore settimanali contrattuali, anni esperienza professionale, anni esperienza didattica, macro aree disciplinari per i formatori.
A queste informazioni, che necessitano di per sé della liberatoria dell’interessato, vanno aggiunti altri dati sensibili, riscontrati nella quarta versione del prospetto, che peggiorano ancora di più la posizione dell’amministrazione regionale, rea di aver violato i dati riservati. Si tratta di: data di nascita, codice fiscale, domicilio, codice di avviamento postale, indirizzo civico, telefono fisso e di cellulare e moduli insegnati negli ultimi 5 anni per il personale docente.

Per dirne una, ai 721 dipendenti inseriti nel prospetto, con ogni probabilità chiunque potrà inviare presso l’abitazione qualsiasi cosa, oppure potrà telefonare al numero di casa a qualsiasi ora, o ancora potrà manipolare il codice fiscale a suo piacimento. È uno scandalo quello che si è registrato, una vergogna che rischia di passare inosservata perché il danno provocato dal Governo della legalità, della trasparenza e della giustizia non è stato riportato con l’enfasi che serve. Chissà perché!
Le informazioni oramai sono di fatto pubbliche e tantissimi lavoratori si sono già attivati per denunciare l’assessorato . Alcuni lavoratori rivolgendosi al proprio legale hanno chiesto l’applicazione dell’articolo 2050 del Codice civile che dispone “chiunque cagiona danno ad altri per sua natura o per natura dei mezzi adoperati, è tenuto al risarcimento, se non prova di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno”.
Va ricordato che oltre 8 mila lavoratori della Formazione professionale avevano già autorizzato l’assessorato al trattamento dei dati personale solamente ai fini dell’iscrizione all’Albo di cui all’articolo 14 della leggi regionale n.24 del 6 marzo 1976 e non per altro. Albo peraltro non ancora “stranamente” pubblicato dall’assessore Scilabra in Gazzetta ufficiale della Regione siciliana. Ed invece, scriteriatamente e senza la preventiva autorizzazione, sono stati messi alla berlina i dati personali di 721 lavoratori. Sono già partite le prime denunce.

È già stata depositata presso il Garante per la privacy una richiesta volta a riconoscere alcune notizie sul trattamento dei dati personali ai sensi dell’articolo 7 e 8 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n.196. Il procedimento previsto dal Codice in materia dei dati personali, attivato dal lavoratore, riguarda i dati personali e le categorie di dati diffusi dal dipartimento Lavoro agli enti di formazione professionale della Regione siciliana tramite l’Elenco riportante la dicitura “ Elenco del personale eccedentario II annualità ai sensi del verbale stipulato il 12/11/2013 tra il dipartimento Lavoro le organizzazioni sindacali e le organizzazioni datoriali”.
Nello specifico il lavoratori mira a conoscere l’origine dei dati, ovvero il soggetto o la specifica fonte alla quale essi sono stati acquisiti. Inoltre, la richiesta del lavoratore mira a sapere le finalità del trattamento dei dati che lo riguardano, le modalità del medesimo trattamento, la logica applicata al trattamento effettuato con strumenti elettronici. Ed ancora viene chiesto di conoscere gli estremi identificativi del titolare del trattamento e cioè della pubblica amministrazione che in questo caso coincide con il dipartimento Lavoro.
La nota mira alla cancellazione dei dati trattati in violazione di legge, alla trasformazione in forma anonima dei dati trattati in violazione di legge, al blocco dei dati trattati in violazione di legge oltre all’attestazione che tale intervento sui dati è stato portato a conoscenza, anche per quanto riguarda il suoi contenuto, di coloro ai quali i dati sono stati comunicati o diffusi.

A questo punto una domanda: i lavoratori assunti entro il 31 dicembre 2008, senza lavoro a causa della revoca dell’accreditamento al proprio ente di appartenenza che futuro avranno? Perché dovranno essere collocati dopo i lavoratori assunti nel 2013? Quale legge lo stabilisce? A cosa serve allora l’Albo se non saranno tutelati tutti i cosiddetti anziani?
Ancora: la scelta del Governo regionale di trasferire circa mille e 500 lavoratori al Ciapi di Priolo è legittima? Il segretario generale della presidenza della Regione siciliana, Patrizia Monterosso, ha già dichiarato alla Guardia di Finanza che la pratica è illegittima. E se sommiamo questa pesante dichiarazione resa da Patrizia Monterosso a quella resa in Commissione Cultura e Lavoro all’Assemblea regionale siciliana dalla dottoressa Corsello in merito alla vigenza della legge regionale n.24/76 diventa certezza l’illegittimità dei provvedimenti assunti finora da Crocetta & C.
Eppure si è data poca enfasi al gran casino organizzato scientemente dall’esecutivo della rivoluzione.
Il nostro giornale coerentemente, da mesi, racconta delle manfrine e delle inadempienze, alcune gravi, poste in essere dal Governo regionale. Prima o poi in qualche ‘Palazzo’ che conta qualcuno ci metterà il naso ed allora potrebbero essere guai seri per diversi pezzi grossi della Regione siciliana.

Giuseppe Messina

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