Formazione, lo slogan dei protestanti fotografa il disagio dei lavoratori:”Se questa e’ l’antimafia viva lu zu vasa vasa”

GENTE AL POTERE CHE AFFAMA MIGLIAIA DI OPERATORI DEL SETTORE SENZA DARE ALCUNA SPIEGAZIONE

Dopo i fatti di ieri e l’assenza di risposte dall’assessorato regionale alla Formazione professionale, alcuni lavoratori della Formazione professionale sono tornati a protestare, minacciando di buttarsi dal viadotto autostradale, posto di fronte l’assessorato regionale della Formazione professionale. Una reazione drammatica che giunge dopo il lungo silenzio di ieri pomeriggio che significa anche, ahinoi, disinteresse.

Quello che i lavoratori rinfacciano al Governo regionale è il non avere voluto ascoltare le ragioni della protesta che torna ad infiammare gli animi in un clima già teso da troppi giorni. I lavoratori non vogliono sentire più ragioni, né tavoli, peraltro rivelatisi inutili perditempo, né chiacchiere. Gli scioperanti chiedono a gran voce: lavoro e retribuzioni maturate.

Provocatoriamente hanno esposto uno striscione con uno slogan che riportiamo e che la dice lunga sul clima che si respira: ” Se questa è l’antimafia viva lu zu vasa vasa“.

Chiara l’allusione all’ex presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, condannato definitivamente a sette anni di reclusione per favoreggiamento alla mafia.

Più di un protestante e’ pronto a giurare che si viveva meglio quando c’era Totò Cuffaro al Governo della Sicilia.

Dopo i fatti accaduti ieri e gli odierni fatti di cronaca che raccontano del tentativo di suicidio di tre lavoratori della Formazione professionale, viene spontanea una riflessione che riportiamo di seguito al solo scopo di aiutare a riflettere i tanti che in queste ore rischiano la vita e coloro che, invece, pontificano standosene comodamente seduti a a casa propria o in qualche sede sindacale. Un appello diretto a migliaia di lavoratori disperati per un’aspettativa di vita che non c’è più.

Non mangiare e minacciare di ammazzarsi per questa ‘gente al potere’ non ha senso e non produce nessun effetto, tranne il danno irrecuperabile alle proprie famiglie. E la riprova è l’assoluto menefreghismo di quelle istituzioni che dovrebbero, con l’alto senso del dovere, ascoltare la voce del proprio popolo e di chi ha bisogno. Non mangiare per la faccia di questa ‘gente di potere’ è un lusso che non va concesso a chi non lo merita. Questa ‘gente al potere’, invece, bisognerebbe farla ‘ballare’ organizzando uno sciopero generale serio di tutti i lavoratori del settore. Sarebbero diverse le conseguenze se due mila lavoratori dovessero sostare davanti i cancelli dell’assessorato alla Formazione professionale. Sarebbe diverso se altre due mila persone dovessero occupare, montando le tende, piazza indipendenza, sede del Governo regionale di Palazzo d’Orleans. Presidi dei lavoratori che resterebbero operativi fino a quando nei conti correnti di tutti i lavoratori non dovessero arrivare i soldi.

L’occupazione andrebbe fatta come negli anni ’50 perché i risultati si ottengono con la lotta di piazza. Se questa ‘gente al potere’ e’ riuscita a prendere per il culo i lavoratori della Formazione professionale e’ perche’ sono i lavoratori a non essere riusciti a organizzarsi in maniera unitaria oltre gli steccati delle sigle sindacali. Lo sciopero generale va fatto se si vuol cambiare le cose. Ed intanto continua lo sciopero silenzioso di Giuseppe Raddusa, il lavoratore dipendente dell’Aram IeFp Catania, che di mensilità ne aspetta ventisei. Uno scanrio raccapricciante vissuto dall’Amministrazione regionale con distacco e freddezza, quasi a testimoniare che di problemi non ce ne sono.

Giuseppe Messina

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