Formazione, il secondo acconto del 50% del ‘Piano giovani’ slitta a giugno?

ANNUNCIATA LA CHECK-LIST PER CONTROLLARE LE ATTIVITA’ FORMATIVE. IL GOVERNO REGIONALE PARE SI DIVERTA A RALLENTARE DI CONTINUO PROCEDURE E CRITERI

Tempi durissimi per i lavoratori della formazione professionale e per gli enti formativi, ad un passo dal tracollo finanziario e dalla possibile chiusura delle attività. Adesso per ottenere il secondo acconto, pari al cinquanta per cento, a valere sulle attività formative finanziate con il ‘Piano giovani’, gli enti formativi dovranno aspettare che gli uffici del dipartimento al ramo producano una Check-list che sintetizzi l’attività di controllo volta al pagamento secondo acconto.

E’ molto probabile che l’erogazione del secondo anticipo pari al cinquanta per cento del totale del finanziamento del progetto slitti agli inizi di giugno. Una botta micidiale per gli enti in Sicilia alle prese con la lentezza nei pagamenti pregressi e con le rendicontazioni finali ancora bloccate. Un vero tracollo che potrebbe portare la formazione professionale siciliana a scomparire.

È stata la dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale del dipartimento Formazione professionale, ad emanare un provvedimento dirigenziale ad hoc. Ritardi che producono ulteriori ritardi con la logica conseguenza di collassare il sistema degli enti formativi fino a sottrarre l’ossigeno necessario per sopravvivere.

Sono diversi i dubbi sull’operato dell’Amministrazione regionale, quasi come se ci fosse una regia occulta che suggerisce all’assessorato tempi, modalità e percorsi utili a complicare la vita ai lavoratori del settore ed agli enti procrastinando sistematicamente i tempi di pagamento.

Il ragionamento trova terreno fertile non solo nei ritardi accumulati dall’8 giugno 2013 ad oggi in tema di avvio delle attività e di autorizzazione ai flussi finanziari ma anche nell’ultima decisione della dottoressa Corsello.

La pubblicazione del decreto dirigenziale n.1275 del 27 marzo scorso, che contiene l’allegata Check-list appare come un subliminale messaggio diretto agli enti gestori le attività formative che mirerebbe a rallentare ulteriormente le procedure di pagamento. Una differenza sostanziale rispetto alla gestione informatizzata dell’anno precedente. Si ricorda, difatti, che l’amministrazione regionale passata, quando a capo del dipartimento vi era il dirigente Ludovico Albert, correttamente predispose ed utilizzò una piattaforma informatica, chiamata “Faros”, dando seguito ad una disposizione comunitaria, che ha gestito l’avviso n.20/2011 in tutte le sue fasi.

Oggi invece, per poter procedere all’erogazione del secondo anticipo del cinquanta per cento di cui all’articolo 7 del decreto dirigenziale n.5021/2013, l’amministrazione regionale giustifica l’emanazione di tale prospetto relativo all’attività di controllo “nelle more della definizione di uno specifico manuale delle procedure finalizzato ad assicurare una efficace e corretta gestione degli interventi che prevedono l’adozione di unità di costo standard (Ucs)”.

Cosa non convince dell’operato della dottoressa Corsello e dei suoi uffici? Cominciamo col dire che il manuale delle procedure di monitoraggio e controllo degli interventi formativi avrebbe dovuto essere pronto ancora prima dell’avvio delle attività da parte degli enti formativi. Inoltre, la stranezza sta anche nel fatto che l’introduzione della Check-list modifica, in corso d’opera, il contenuto dell’articolo 7 del citato decreto dirigenziale n.5021/2013 che ha approvato la riedizione dei corsi finanziati dall’Avviso 20/2011.

Quale la modifica? Per accedere al secondo acconto sul totale del finanziamento del progetto a valere sul Piano giovani, pari al cinquanta per cento, i soggetti attuatori avrebbero dovuto rispettare il requisito dell’avvio delle attività d’aula di almeno il settanta per cento dei corsi previsti dal progetto finanziato. La Check-list viene fuori soltanto adesso, e con notevole ritardo rispetto al crono programma delle attività formative, a conferma che soltanto gli enti gestori hanno l’obbligo di rispettare pedissequamente gli impegni assunti all’atto della sottoscrizione del Patto d’integrità, mentre l’amministrazione regionale può decidere in qualsiasi momento tempi, modalità e procedure. Quindi, obblighi e non diritti per gli enti di formazione nel rapporto con l’assessorato regionale alla formazione professionale.

Come dire, si brancola nel buio e si viaggia a tentoni. La dottoressa Corsello che guida gli uffici del dipartimento regionale alla Formazione professionale è consapevole dello sfascio in cui è affondato il sistema formativo regionale? Si sente addosso la responsabilità di mandare al macero migliaia di lavoratori siciliani?

Non sarebbe stato più semplice, per esempio, predisporre un portale, sulla falsa riga di “Faros” utilizzato per la prima annualità dell’Avviso 20/2011, come già ricordato, per monitorare e controllare giornalmente le attività di tutti gli enti formativi in Sicilia, garantendo trasparenza ed efficienza? piuttosto che “ a spizzichi e bocconi” introdurre continuamente nuove procedure, nuovi documenti, nuovi prospetti di verifica e controllo, rallentando ogni volta le procedure? Uno stillicidio che si sarebbe potuto evitare con una sana programmazione a monte del piano formativo 2013/2014 ed il rispetto reciproco del patto sottoscritto all’atto dell’avvio delle attività.

Una situazione diabolica che nell’ingolfare l’iter amministrativo porta solamente ad una conseguenza: ritardi su ritardi che collasseranno finanziariamente, entro poche settimane, quasi tutti gli enti formativi.

Riportiamo un esempio che chiarisce la mostruosità di questa procedura amministrativa.

Ricordiamo che la Regione siciliana ha siglato un accordo con l’ex ministero della coesione territoriale, oggi dipartimento presso ministero dell’Economia, per l’utilizzo delle risorse del Piano giovani che prevede le piste di controllo. Si tratta dell’emanazione di procedure trasparenti sull’utilizzazione dei finanziamenti attraverso l’ausilio di strumenti di controllo e monitoraggio continuo e permanente. Cosa che può avvenire solamente con un portale dedicato e procedure ben definiti a monte, che è quello che il ministero, per l’appunto, aveva chiesto. Tutto ciò non è stato fatto. Non esiste un portale dedicato per la gestione della riedizione dei corsi finanziati sull’aVviso n.20/2011. Cosa succederà in termini di controllo a Roma sull’operato dell’amministrazione regionale, non è dato sapere.

È surreale come funziona oggi l’interfaccia tra l’amministrazione regionale e gli enti gestori.

Da quanto abbiamo appreso, esisterebbe solamente un indirizzo di posta elettronica dove gli enti di tuta la Sicilia provvederebbero a trasmettere tutte le variazioni didattiche, le presenze giornaliere degli allievi e le comunicazioni riguardanti l’attività didattica. Un dipendente, posto a controllo dell’indirizzo mail, pare provveda alla stampa di tutto ciò che giunge alla posta elettronica dedicata per conservarlo in faldoni che presumibilmente dovrebbero essere suddivisi ente per ente.

Come ricostruire in breve tempo tutti i fogli dei registri didattici di ciascun ente per rispondere per esempio ai punti 6 e 13 della Check-list?

Precisiamo che al punto 6 è richiesto il “riscontro sui registri di presenza”. Mentre al punto 13 si richiede “la coerenza dei crono programma e dei calendari con il registri delle presenze.

Sono migliaia i fogli che dovranno essere controllati. E in quanto tempo? Siamo alle calende greche? Pazzia pura!

Questo è uno dei tanti esempi possibili dello sfascio organizzativo e operativo di questa amministrazione regionale. In precedenza, invece, con la gestione del dirigente generale Ludovico Albert, attraverso il portale Faros era possibile caricare tutti i dati fisici dei corsi di tutti gli enti ed in ogni momento e da qualsiasi postazione informatica abilitata era possibile controllare l’attività.

Un dato è certo: l’erogazione del secondo anticipo pari al cinquanta per cento del totale del finanziamento del progetto potrà avvenire, a nostro modesto avviso, non prima degli inizi di giugno 2014. Strana davvero la coincidenza con le elezioni europee del prossimo 25 maggio. Circostanza casuale o cosa? Quanti enti potranno resistere fino a quell’epoca? Quanti soggetti attuatori potranno mantenere il Documento unico di regolarità contributiva (Durc) in ordine? Sono in tanti ad avere ottenuto dall’Inps una rateizzazione del debito pregresso con l’Istituto. Una seconda opportunità di rateizzazione, in attesa dell’acconto, non è prevista. Quindi? Si avvicinerebbe lo spauracchio della chiusura delle attività formative ed il licenziamento del personale dipendente.

Anche perché a partire dal 23 aprile circa mille e 800 ex sportellisti rientreranno negli enti di appartenenza per fine contratto col Ciapi di Priolo, dato che il progetto Spartacus volgerà al termine ed il Governo regionale non ha manifestato alcuna intenzione di prorogare l’attività o intervenire con nuove iniziative.

Arriverebbe così la risposta dell’Amministrazione regionale dopo l’affondo critico delle associazioni degli enti formativi della Sicilia, Anfop, Asef, Assofor, Cenfop e Forma, sulla inadeguatezza delle azioni intraprese dal Governo regionale nel settore della Formazione professionale. Accuse che gli enti formativi hanno diretto anche alla dottoressa Corsello ed alle inefficienze della burocrazia che non è riuscita, ad oggi, ad accelerare le procedure amministrative sia sul versante delle autorizzazioni che su quello della liquidazione degli acconti relativi ai finanziamenti, oltre che su quello dei rendiconti per gli anni precedenti, imbalsamando gli enti e le finanze.

Risposta che troverebbe conferma nella dichiarazione rilasciata alla stampa dall’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, che chiaramente ha lasciato intendere come nella prossima programmazione delle attività formative non ci saranno più gli enti formativi.

Questa sì che è ‘rivoluzione’…

Giuseppe Messina

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