Formazione dell’obbligo: 6 mila minori a rischio in Sicilia. Un ‘regalo’ alla mafia?

IN REALTA’, SONO MOLTI DI PIU’. SONO I BAMBINI E I RAGAZZI CHE HANNO ABBANDONATO LE SCUOLE ELEMENTARI, MEDIE E SUPERIORI. AI QUALI GLI ENTI FORMATIVI CATTOLICI (E ANCHE LAICI) ASSICURANO L’ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE FINO AL DICIOTTESIMO ANNO DI ETA’. CORSI BLOCCATI PERCHE’ LA REGIONE DI CROCETTA E SCILABRA – CHE HA TROVATO I SOLDI PER ITALIA LAVORO, FORMEZ E ETT – NON HA I SOLDI PER LORO. LA DENUNCIA DEL SACERDOTE DON ANTONIO TEODORO LUCENTE, PRESIDENTE DEL CONFAP, CHE HA SCRITTO UNA LETTERA AL PRESIDENTE NAPOLITANO E ALLE ALTRE AUTORITA’.

Sono circa 6 mila, in Sicilia, i minori che attendono l’inizio del percorso scolastico del cosiddetto Obbligo formativo a cura degli enti d’ispirazione cattolica (i corsi di formazione riservati ai minori che hanno abbandonano le scuole elementari, medie e superiori). E sono mille e 500 gli operatori di questo delicato settore che attendono di ricevere le spettanze maturate con tempi di attesa non più sopportabili, che toccano, in alcuni casi, anche due anni.

È il dato preoccupante che emerge dalla lettera del sacerdote don Antonio Teodoro Lucente, presidente dell’associazione che raccoglie gli enti di ispirazione cattolica ‘Confap’ trasmessa al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, ai presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, ai ministri della Repubblica, al presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta ed ai componenti della giunta, alla Cei, alle Prefetture e Questure siciliane, alla stampa ed alle famiglie dei tanti minori iscritti nei percorsi di formazione professionale IeFP.

“La situazione della Formazione professionale è tragica – dichiara don Lucente – chiediamo a Voi di intervenire e dare una risposta a questa situazione che sicuramente la gente di Sicilia non merita”.

“Come si può parlare di futuro del nostro Paese – commenta il presidente di Confap – se in Sicilia i giovani non hanno la possibilità di vivere come i loro ‘Fratelli Italiani’ delle altre Regioni. Non è permesso loro di iniziare l’anno scolastico come tutti – precisa il sacerdote – non è permesso loro di proseguire il corso professionale scelto, non è permesso loro di essere giovani studenti!”.

Nella lettera gli enti Ciofs-Fp, Cnos-Fap, Cfp San Giovanni Apostolo, Endofap, Engim Sicilia, tutti associati in Confap, denunciano i ritardi nell’avvio delle attività formative e nel pagamento delle spettanze in favore degli operatori della filiera con tempi di attesa, in alcuni casi, superiori a due anni.

“Oggi 2.500 minori in obbligo di istruzione, iscritti ai percorsi di formazione IeFP per l’anno 2014/2015 – precisa il presidente di Confap Sicilia – non hanno alcuna garanzia in merito alla prosecuzione del loro percorso scolastico, che per tutti inizierà, invece, a breve”.

A questo punto la pesantissima denuncia del sacerdote: “Oltre 3.500 allievi minori iscritti alle terze annualità dell’anno scolastico 2013/2014, non ancora in aula dopo oltre 12 mesi dal naturale avvio delle attività – sottolinea padre Lucente – non possono fruire del loro diritto e di fatto hanno ‘perduto’ un anno della loro vita e si trovano in dispersione scolastica e fuori da ogni circuito didattico, facili prede di tutte le mafie”.

Di fatto, la Regione del presidente Rosario Crocetta e e dell’assessore Nelli Scilabra non hanno consentito a 3 mila e 500 allievi di completare il percorso scolastico-formativo. Tutto questo per mancanza di soldi che invece, stranamente, sono stati trovati per foraggiare società ‘esterne’ all’Amministrazione regionale.

Si tratta, infatti, degli stessi soldi: fondi europei (per la precisione, risorse finanziarie del Fondo sociale europeo) sono quelli che servono per pagare questi corsi di formazione; e fondi europei sono le risorse del cosiddetto Piano giovani.

“Oltre 1.500 Operatori, che continuano a garantire il servizio – puntualizza il referente degli enti cattolici – soffrono per la mancata corresponsione degli emolumenti, con ritardi da 10 a 24 mensilità, tali da aver generato condizioni di emergenza sociale per le famiglie coinvolte”.

Non si sottrae dal lanciare un appello alle istituzioni il presidente di Confap attraverso la citata lettera.

“Da anni, ormai, questa Associazione – afferma don Lucente – chiede a gran voce il rispetto del principio di ‘pari dignità’ tra Istruzione e Formazione Professionale, ormai sancito da tutte le norme di legge, eppure rimasto inapplicato in Sicilia, sia per gli allievi, che per gli operatori, che per gli Enti di Formazione”.

“Ancora una volta, chiediamo certezze – dice il legale rappresentante di Cenfop -. Certezze di programmazione, certezze di gestione, certezze di pagamento”.

“E’ il momento di aiutare a crescere le nuove generazioni – conclude don Lucente – ed è necessario l’intervento di tutti”.

Nota a margine 1

La Sicilia è ai vertici nazionali per dispersione scolastica. Con il 24 per cento, la nostra Isola si piazza al primo posto in Italia in questo triste record negativo.

Numeri da vera emergenza che hanno come diretta conseguenza gli ‘Early school leavers’, i i giovani, cioè, di età compresa fra 18 e 24 anni che abbandonano prematuramente gli studi, fermandosi alla licenza media.

In alcune scuole superiori si toccano quote di dispersione da terzo mondo. Nel 2011-2012, l’Ipsia D’Acquisto di Bagheria ha sfiorato il 49 per cento, seguito dall’alberghiero Borsellino di Palermo al 40 per cento.

Sono 34 mila i giovani siciliani che ogni anno interrompono gli studi o vanno incontro a una bocciatura, spesso anticamera dell’abbandono.

Di fronte a questo scenario come ha reagito il Governo regionale del presidente Rosario Crocetta? Come ha affrontato, Nelli Scilabra, l’assessore dei ‘giovani’, come ama definirsi, l’emergenza per contrastare l’acuirsi del fenomeno della micro criminalità, effetto dell’abbandono definitivo del percorso scolastico? È questa la proiezione verso il mondo giovanile tanto sbandierata dal Governo della ‘rivoluzione’ e della legalità del governatore siciliano?

Gli oltre 300 mila Neet che si registrano in Sicilia, acronimo inglese di ‘Not (engaged) in Education, Employment or Training in Sicilia’, non lasciano spiragli ad ulteriori riflessioni. Si tratta dei giovani, tra i 15 e i 29 anni, che non sono iscritti a scuola né all’università, che non lavorano e che nemmeno seguono corsi di formazione o aggiornamento professionale.

Il Governo vari un piano IeFP efficace ed efficiente, ripianando tutti i ritardi, compresi quelli legati al ristoro degli operatori degli enti formativi, oppure vada a casa e si torni alle urne.
g.m.

 

 

 

Giuseppe Messina

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