DOVREBBE ESSERE L’ATTUALE CAPO DI GABINETTO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE A SOSTITUIRE LA DOTTORESSA ANNA ROSA CORSELLO. IL TUTTO ALL’INSEGNA DEL ‘LOMBARD-CROCETTISMO
A meno di nuovi colpi di scena, dovrebbe essere Gianni Silvia, capo di gabinetto del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, a sostituire Anna Rosa Corsello al vertice del dipartimento della Formazione professionale (con molta probabilità, Silvia terrà anche l’interm del dipartimento Lavoro). Quella del Governo è una scelta nella continuità: Silvia, che l’attuale governatore ha voluto accanto a sé a Palazzo d’Orleans, è già stato capo di gabinetto dell’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo.
Insomma, cambiare tutto per non cambiare nulla. Il messaggio che il Governo Crocetta lancia a chi deve ‘impossessarsi’ delle risorse finanziarie prossime venture destinate alla Formazione professionale siciliana (il riferimento è ai miliardi di euro del Fondo sociale europeo 2014-2020) è preciso: tranquilli, non sta cambiando nulla. Dunque, privatizzazione, anche se con il denaro pubblico, dei Servizi per il lavoro; e privatizzazione, sempre con i soldi pubblici, della Formazione professionale.
La linea politica in questo settore, insomma, è quella iniziata dal Governo Lombardo e proseguita dal Governo Crocetta: smantellamento sistematico del sistema formativo pubblico, privatizzazione del settore, ‘macelleria sociale’, proseguendo con lo stillicidio del mancato pagamento delle retribuzioni arretrate al personale, puntando sullo ‘sfinimento’ dei lavoratori, nella convinzione che i circa 10 dipendenti non scenderanno mai in piazza bloccando tutto.
Silvia – chiamato a guidare la continuità lombard-crocettista – erediterà il papocchio dei tirocini formativi del Piano Giovani. Lì, a parte del indagini della magistratura penale e della Corte dei Conti, dovrà cercare di evitare quello che è ormai inevitabile: un contenzioso milionario con i giovani disoccupati della Sicilia.
Il problema è complesso. Perché a preoccupare l’Amministrazione non sono solo i ricorsi dei mille e 600 giovani disoccupati che risultano ‘vincitori’ nella ‘gara informatica’ di velocità. Questi costituiscono già un problema se dovessero essere esclusi (e, a rigore, dovranno essere esclusi, perché la gestione di questa già citata stramba ‘gara di velocità’ informatica che ha sostituito l’analisi dei curricula e delle competenze è stata pure gestita male, impedendo a migliaia di altri giovani disoccupati di collegarsi al sito ‘incrimunato’, dando a tanti la sensazione di un grande ‘ammuino’).
Ma il vero problema è costituito dalle altre miglia di giovani disoccupati siciliani, che non vanno sulla rete e che un bando pubblico ha escluso. Sulla base di quale criterio la Regione ha escluso i giovani disoccupati dell’Isola che non ‘navigano’ su internet nell’assegnazione di tirocini con denaro pubblico? Quale legge dello Stato italiano o direttiva dell’Unione europea consente tale esclusione?
Non è un caso che alcune organizzazioni sindacali stanno già raccogliendo le adesioni per una class action contro l’Amministrazione regionale, partendo dall’assurdità di tale esclusione.
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