Formazione allo sbaraglio: Bernava all’attacco degli assessori Scilabra e Bruno e del PD

IL LEADER CISLINO  NON RISPARMIA FENDENTI ANCHE AI SINDACATI PRONTI A METTERSI D’ACCORDO SOTTOBANCO CON IL GOVERNO CROCETTA. E LANCIA L’APPELLO AD UNITA’ DI TUTTI I LAVORATORI SU OBIETTIVI E PROGETTI COMUNI PER USCIRE DALL’EMERGENZA SOCIALE

“Adesso bisogna unire i lavoratori sugli obiettivi e non sulle sigle sindacali”.

Con queste parole Maurizio Bernava, segretario generale della Cisl in Sicilia, lancia l’appello ai lavoratori, ai sindacati confederali e autonomi, ai comitati e gruppi spontanei di operatori, alle associazioni degli enti formativi piccole e grandi ed alla politica. Obiettivo: ragionare tutti insieme e da subito, con obiettivi e progetti comuni che prevedano al centro di ogni scelta il lavoratori ed il suo ritorno sul posto di lavoro.

Bernava chiarisce la posizione della Cisl sulla protesta sociale, lancia l’appello all’unità d’intenti e si scaglia contro un Governo, quello del presidente Rosario Crocetta e degli assessori al Lavoro, Giuseppe Bruno e alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, responsabili di non aver voluto dare ascolto al dramma collettivo di 8000 lavoratori.

“Il movimento che si è messo oggi in moto era inevitabile e bisogna incalzare adesso il Governo regionale sulle cose da fare con immediatezza – dichiara Bernava – mettendo al centro della discussione il ritorno al lavoro di tutti gli operatori del sistema formativo regionale. Questa è la partita più seria ed il Governo regionale ha la responsabilità di averlo volutamente ignorato”.

“Sulla protesta sociale gli assessori al Lavoro, Giuseppe Bruno ed alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, rischiano davvero lo scivolone – commenta il segretario generale del sindacato in Sicilia – per non aver anticipato gli eventi e non aver capito li dramma sociale che si stava consumando. L’assessore Bruno in particolare – aggiunge – su Cassa integrazione e strutturazione dei Servizi per il Lavoro è stato lento ed equivoco sulle scelte”.

“C’e una protesta in corso oggi e l’appello della Cisl è quello di unire le forze per giocarsi la partita nei confronti del Governo regionale e dell’Ars – rilancia Bernava -. Unire lavoratori, sindacati confederali e autonomi e associazioni datoriali piccole e grandi – aggiunge – su obiettivi e proposte e non sulle sigle”.

“Lo ribadisco – puntualizza il sindacalista – sono gli obiettivi e le proposte comuni che possono e debbono mettere insieme tutti i lavoratori, senza tatticismi e senza opportunisti”.

“Gli assessori Bruno e Scilabra se ne facciano una ragione, o danno risposte entro la fine del mese di settembre alle tre filiere del sistema formativo regionale, pagando gli stipendi arretrati e restituendo il lavoro a tutti gli operatori, oppure se ne vadano a casa”.

“Se la burocrazia non è in grado di pagare gli stipendi ai lavoratori – dice ancora Bernava – chieda aiuto agli uffici ministeriali, si faccia assistere da strutture che sanno maneggiare le procedure per avanzare con i pagamenti. Non c’è più tempo da perdere, il rischio è serio, entro il 31 dicembre di quest’anno i soldi potrebbero ritornare a Bruxelles”.

“La Cisl, senza equivoci, in maniera coerente e lineare ha sempre detto al presidente Crocetta, dal primo giorno – dichiara il segretario generale del’organizzazione sindacale – che abbandonare i lavoratori a se stessi, distruggere il sistema senza ripartire dal lavoro e dal contributo reale che possono fornire gli operatori e senza affrontare la questione sociale si rischiava di creare luna forte contrapposizione che oggi è emersa ed è davanti gli occhi di tutti”.

Sul Piano giovani, aggiunge, “Crocetta, dovrebbe vergognarsi. Mentre la Cisl alzava i toni chiedendo all’esecutivo regionale di girare pagina, chiudere col passato, saldare le spettanze arretrate ai lavoratori, riscrivere regole rigide per l’accreditamento, ristrutturare i Servizi per il Lavoro e ripartire con il lavoro per tutti gli addetti delle tre filiere, Interventi, Oif e Servizi, i partiti tutti ed i politici se ne restavano zitti per i sensi di colpa nell’aver creato il disastro”.

“Dal 2009 chiediamo il cambiamento per rompere con il sistema del passato – rilancia Bernava – e per farlo siamo usciti con convinzione dalla Formazione professionale. Adesso è ingiusto quello che hanno subito i lavoratori delle tre filiere. Non c’è alcuna giustificazione da parte del Governo regionale per tanto accanimento”.

“Altre aree di lavoro, come Gesip o Pip sono stati garantiti anche con risorse regionali in risposta all’emergenza occupazionale – evidenzia Bernava – mentre gli operatori della formazione professionale sono stati lasciati a marcire”.

“L’ignoranza, l’incompetenza dell’esecutivo e dell’Amministrazione regionale e l’ingordigia della politica – aggiunge – hanno fatto fallire finora ogni sforzo di riorganizzazione del sistema formativo e del lavoro. Per questo permangono le criticità, testimoniate dagli arretrati di stipendi che continuano a non essere pagati”.

Il leader cislino si rivolge con più impeto agli assessori al Lavoro ed alla Formazione professionale, responsabili del caos sociale del settore, lanciando un appello sul fare e non sulle ‘chiacchiere’.

“Come Cisl lanciamo l’appello all’assessore Scilabra affinché dedichi il poco tempo rimastole nel recuperare l’emergenza sociale dando immediate soluzioni con interventi di ristrutturazione nelle filiere degli Interventi formativi e dell’Obbligo formativo. Sarebbe bastato solo un rigoroso sistema di accreditamento fare pulizia rispetto al passato e garantire i lavoratori tutti”.

“All’assessore Bruno, che anche lui ha superato da tempo il noviziato, l’apprendistato e il tirocinio come assessore – ironizza l’esponente sindacale – chiediamo di uscire, senza indugio, da equivoci ed approssimazione. Per la Cisl l’assessore Bruno ha due compiti: strutturare da subito i Servizi per il Lavoro e collocare i lavoratori. La prima questione è la madre di tutti problemi, visto che è assodato il fatto che i Centri per l’Impiego non sono in condizione di garantire i servizi al vecchio e al nuovo sistema. Non c’è più alternativa: occorre avviare i Servizi con il sistema misto pubblico/privato che è l’unica stata percorribile per collocare, da subito, i 1753 ex sportellisti, garantendogli di fare un lavoro che sanno fare bene, come dimostrano da 13 anni e che serve alla Sicilia ed al mercato del lavoro dell’Isola”.

“Uniamo il movimento – ribadisce il segretario della Cisl siciliana – e se qualche sindacato continua a strizzare l’occhio all’Amministrazione regionale, si metta da parte senza equivoci. Dobbiamo dare, entro settembre, risposte ai lavoratori massacrati da mesi di inerzia governativa e abbiamo l’ obbligo di dare servizi alla comunità”.

“L’Oif è obbligo giuridico – rimarca Bernava – se non si sbloccano le attività formative e l’erogazione delle risorse, l’esecutivo e l’amministrazione regionale, corrono il serio rischio di finire giudicati sotto il profilo penale dalla magistratura. Questo è il vero impegno cui si deve cimentare la politica”.

“Confermo l’appello a tutti i sindacati confederali, autonomi, ai lavoratori organizzati spontaneamente, alle associazioni piccole e grandi – rilancia Bernava -: la Cisl è disponibile ad un appuntamento sotto le due piazze del Governo e dell’Ars per imprimere un passo diverso al processo di riforma e riorganizzazione del sistema formativo”.

“Se entro la fine del mese di settembre non giungeranno risposte – torna a chiarire il leader della Cisl – è bene che i due assessori al Lavoro, Giuseppe Bruno ed alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, tolgano il disturbo. Sono loro che hanno volutamente trascurato la protesta sociale ed è su questo versante che hanno il dovere di recuperare il tempo perduto, altrimenti vadano via”.

In realtà, sull’assessore Nelli Scilabra pendono due mozioni di censura all’Ars e – a Dio piacendo – dovrebbe andare a casa prima.

“Non è strizzando l’occhio alla politica che si risolvono le criticità – aggiunge Bernava – il primo responsabile di questo sfascio, che ha ingigantito la questione sociale nel settore della Formazione professionale, è il PD. Il partito di maggioranza relativa che sostiene il Governo Crocetta doveva sentire la propria coscienza per dare un diverso impulso alla soluzione dei problemi”.

Il dubbio di Bernava è che sia in corso una guerra tra il gruppo di potere di Crocetta e il PD per accaparrarsi degli enti di formazione e delle risorse finanziarie messe a disposizione dall’Unione europea.

“È proprio in questo versante che il Governo regionale deve fare chiarezza – auspica Bernava – eliminando atti ingiusti e discrezionali attuati dall’Amministrazione che ubbidiscono a logiche di scontro politico interno all’esecutivo regionale. Come il caso di approssimative revoche di taluni enti formativi – punzecchia – mentre altri sono stati coperti anche di fronte alle indicazioni della magistratura”.

Nell’analisi puntuale e incisiva, non poteva mancare il giudizio critico sull’operato del Governo da parte del leader di Cisl Sicilia.

‘Il Governo regionale faccia giustizia partendo dall’offrire una soluzione immediata all’emergenza sociale – dice Bernava -. Siamo disponibili a lavorare in tempi rapidi sulla ristrutturazione delle tre filiere con a centro l’impiego dei lavoratori i larga parte senza lavoro per scelte ciniche del Governo e dell’amministrazione regionale”.

“Condanniamo la cattiveria sociale senza precedenti attuata dal Governo Crocetta solo sui lavoratori della Formazione professionale mentre in altri settori si trovavano soluzioni. L’assessore Bruno, tra le tante colpe – rivela il timoniere della Cisl siciliana – ha quella di non aver fatto nulla per garantire l’ammortizzatore sociale ai lavoratori sospesi, restando sordo ai nostri tanti appelli. Sulla Cassa integrazione guadagni in deroga vige l’anarchia, voluta e costruita dall’Amministrazione regionale a danno dei lavoratori onesti”.

“Soluzioni demagogiche e clientelari non ne vogliamo – precisa Bernava -. Siamo pronti, semmai, a sederci con tutti per rompere con il passato e ripartire con i servizi obbligatori per la comunità, con nuove regole e strumenti, ponendo al centro delle scelte l’impiego dei lavoratori”.

Definitivo il giudizio tombale sul Ciapi di Priolo e sul suo futuro da parte del segretario generale della Cisl siciliana:

“Il Ciapi doveva essere uno strumento transitorio legato all’emergenza verso il nuovo sistema formativo. Progetto che è saltato, finito fuori dalle logiche che avevamo condiviso. Oggi l’ente strumentale della Regione siciliana è il capolinea di una barbarie, una cattiveria senza precedenti messa in campo dall’Amministrazione regionale”.

“A nostro avviso oggi il Ciapi può essere utile solamente per la riqualificazione di alcune figure e non come alternativa per il lavoro – conclude il segretario generale della Cisl dell’Isola -. Qualche sindacato ed anche tanti lavoratori si sono fatti abbindolare dal Governo e dall’Amministrazione regionale sul convincimento che il Ciapi costituisse la porta principale d’ingresso verso il pubblico. E’ solamente il sistema misto, pubblico/privato quello previsto dalla norma nazionale che può dare stabilità ai lavoratori per il futuro”.

 

Giuseppe Messina

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