Formazione, addio ai 450 milioni “messi in sicurezza” nelle ‘casse’ del MIUR?

Le ultime notizie che arrivano da Roma raccontano che il Ministro Fabrizio Barca, considerato bravo, anche se nessuno ha mai capito a fare che, prima di dare il placet per l’erogazione, alla Sicilia, dei 450 milioni di euro che dovrebbero servire per la formazione professionale e per un improbabile ‘Piano giovani’ vuole “vederci chiaro”.

Ora, quando un Ministro del Governo Monti – in assoluto il peggiore Governo della storia della Repubblica italiana – chiede di “vederci chiaro”’c’è da avere paura. Molta paura. Perché siamo davanti a un Governo che ha fatto delle fedeltà alla finanza speculativa europea la propria bandiera.

Non bisogna mai dimenticare che quello di Monti, della Fornero e di Barca è il Governo degli esodati, il Governo dei 4 miliardi di euro ‘prestati’ al Monte dei Paschi di Siena (chissà se quando è stato deciso di ‘prestare’ questi soldi alla gloriosa banca senese il Ministro Barca ha chiesto di “vederci chiaro”…), della fallimentare riforma del lavoro (contestata persino dagli imprenditori per i quali questa legge è stata ‘confezionata’), dei due marò rispediti in India, eccetera, eccetera, eccetera.

Ricordiamo che la storia di questi 450 milioni di euro fa parte di uno degli atti messi in campo, nella passata legislatura tura, dal Governo di Raffale Lombardo, da Ludovico Albert, ex dirigente generale del dipartimento Formazione professionale e Mario Centorrino, ex assessore alla stessa Formazione professionale.

Il Governo Lombardo, su probabile input del Pd, ha ‘depositato’ questa somma nei ‘forzieri’ del Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica (MIUR). Questi soldi, così si disse allora, sarebbero stati messi in “sicurezza”, anche se nessuno, allora, immaginava da che cosa.

Perché, in generale, nella lingua italiana, quando si “mette in sicurezza” qualcosa lo si fa per salvarla. Rispetto a quale ciclone, allora, Lombardo, Centorrino e Albert hanno “messo in sicurezza” questi 450 milioni di euro?

E’ interessante notare che, qualche settimana fa, intervenendo sulla polemica relativa alle risorse del Fondo sociale europeo (Fse) scomparse, Centorrino ha ribadito che i soldi – cioè questi 450 milioni di euro – sono stati messi in “sicurezza”.

Oggi la parola “sicurezza” è chiara. Le risorse del Fondo sociale europeo destinate alla Sicilia nel 2007 ammontavano a 2,1 miliardi di lire. Soldi che non sono stati spesi per la formazione. Risorse finanziarie scomparsi, finite chissà dove. E’ a questo che si riferisce Centorrino quando parla di “soldi messo in sicurezza”? Al fatto che questo 450 e passa milioni di euro sono stati salvati da chi ha fatto sparire l’altro miliardi e 600 milioni di euro circa?

Ma la notizia non è solo questa. I soldi – questi 450 milioni di euro – sono nostri. Mettendoli “in sicurezza” nei forzieri romano, beh, sono diventati romani. Infatti per spenderli, adesso, la Sicilia deve ‘convincere’ il Ministro Barca. Questo, tanto per cominciare, è il grande guadagno fatto dalla Sicilia nel consegnare 450 milioni di euro a Roma: aver perso la titolarità di questi soldi. Ovvero, ancora, dover, oggi, chiedere il ‘permesso’ per utilizzare risorse nostre.

Fine della storia? Non esattamente. E’ noto che 280 milioni di euro di questi 450 milioni di euro sarebbero dovuti servire per finanziare la seconda annualità del cosiddetto Avviso 20. Invece il Governo regionale di Rosario Crocetta ha deciso che l’Avviso 20 non verrà più finanziato.

Che fine farà, allora, la formazione professionale siciliana? Che fine faranno i 10 mila addetti di questo settore? Che fine hanno fatto i 2,1 miliardi del Fondo sociale europeo destinati alla Sicilia nel 2007 e mai utilizzati per questo settore? E come mai Bruxelles, che controlla sempre tutto, di questi soldi non ha mai chiesto conto e ragione?

Da qui un’altra domanda: come verranno spesi questi 450 milioni di euro? A Palermo assicurano che questi soldi ci sono ancora. Che il Governo Monti non li ha ancora fatti sparire. Dicono che sono nella disponibilità del Ministro Barca. Si parla di un ‘Piano giovani’. Se ne parla da qualche anno.Ma appunto, se ne parla e basta.

Il dubbio è che queste soldi possano finire nel calderone del bilancio regionale di quest’anno: quel bilanci con un ‘buco’ di 2,8 miliardi di euro che il Governo Crocetta non sa come coprire.

Perché, intanto, in queste ore, è giunta una nuova notizia. L’assessore regionale all’Economia, Luca Bianchi, nelle scorse settimane, ha detto che il Governo nazionale avrebbe liberato 400 milioni di euro dal Fas (Fondi per le aree sottoutilizzate). Soldi che la Regione dovrebbe utilizzare per pagare il trasporto locale su gomma e i trasporti via mare verso gli arcipelaghi siciliani.

Sembra, però, che su questa manovra sia arrivato il “no” di Confindustria nazionale e siciliana. Insomma, con il Fas si potrebbero pagare i debiti delle imprese. Speriamo che, almeno, paghino i debiti vantati dalle imprese del Sud e della Sicilia. Almeno questo.

 

Redazione

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