Formazione 2/ 684 licenziati da ricollocare nel mondo del lavoro

IL PRESIDENTE CROCETTA DICHIARA CHE NESSUNO SARA’ LICENZIATO MA SONO COMPLESSIVAMENTE 2380 GLI ESUBERI DA RIAVVIARE AL LAVORO. LE POSIZIONI CRITICHE DI FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA, E SNALS CONFSAL.

Nessun lavoratore sarà licenziato e tutti i dipendenti degli enti formativi transiteranno al Ciapi di Priolo. Sono queste le parole usate dal presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ieri sera a Sala d’Ercole, sede del Parlamento siciliano, durante la discussione sulla mozione di sfiducia presentata dal M5S.

Peccato che sono già stati licenziati 684 dipendenti di enti formativi e nel complesso sono due mila e 380 esuberi del settore. Inoltre i circa mille e 800 operatori degli sportelli multifunzionali dopo un mese non sono ancora stati assunti dal Ciapi. E poi, se mai saranno ricollocati presso l’ente della Regione siciliana, a quale prezzo?

Il contratto a tempo determinato, propinato dall’amministrazione regionale, non è altro che un modo per precarizzare il settore. Ed allora è naturale chiedersi: che fine farà il sistema delle tutele e garanzie previsto dalle leggi regionali in vigore?

Il Governo regionale continua ad essere inadempiente nel settore della formazione professionale, non solo per il mancato rispetto delle leggi ma anche per i ritardi nell’emissione dei mandati di pagamento e nel ricollocamento del personale in esubero. Un immobilismo che sembrerebbe però coincidere con il progetto politico annunciato con chiarezza, ed era ora, dal presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta,. Qual è il progetto?

Come già abbiamo precisato nel nostro articolo di ieri, la strategia del governatore è quella di cacciare gli enti formativi dal settore, risparmiare il 40 per cento della spesa complessiva destinata a finanziare l’attività, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 70 milioni di euro all’anno ed assumere tutti i lavoratori al Ciapi di Priolo. E allora perché comportarsi in maniera inadempiente?

Chiariamo il punto. Ogni giorno di ritardo nello sblocco dei pagamenti è un mattone che si aggiunge nella creazione di quella house=casa, tanto citata dal presidente Crocetta, chiamata Ciapi, sinonimo di precariato a vita. Per capirci, se la necessità è quella di chiudere tutti gli enti, non vi è migliore occasione che strozzarli sul ritardo nell’emissione dei mandati di pagamento. E se a pagare sono i lavoratori, stremati da mesi e mesi di attesa per la retribuzione, poco importa, il giusto premio per il sacrificio è il passaggio alla Regione siciliana attraverso il Ciapi di Priolo con la beffa del precariato.

Le condizioni di vita dei lavoratori del settore sono sensibilmente peggiorate e non c’è tempo da perdere. Eppure si continua a chiacchierare e proclamare percorsi e traguardi riformatori.

Sono trascorsi cinque mesi dall’impegno assunto con tutte le associazioni degli enti formativi ed i sindacati di categoria, sia firmatari del contratto collettivo del comparto che autonomi, di accelerare i pagamenti delle retribuzioni pregresse maturate dai lavoratori delle tre filiere, Sportelli multifunzionali, Interventi formativi e Obbligo scolastico (Oif).

Il 3 e 7 giugno scorsi l’assessore regionale alla formazione professionale, Nelli Scilabra, in rappresentanza dell’esecutivo regionale, ha firmato l’accordo con le parti sociali che, ristabilendo la tregua dopo gli scioperi generali, avrebbe garantito ai lavoratori di entrare in possesso delle mensilità maturate e non riscosse.

Oggi non è cambiato nulla sul versante dei pagamenti. La stessa cosa non può dirsi per le famiglie di gran parte dei dipendenti degli enti formativi. Senza dover tirare in ballo le tragedie che hanno toccato il settore per la perdita di vite umane strappate agli affetti, in questo momento centinaia di lavoratori vivono con le proprie famiglie in stato di povertà, altri non hanno più neanche una famiglia, in tanti dormono dentro l’auto, altri si cibano nei centri di aiuto come le mense dei poveri.

Eppure si continua a discutere nei tavoli istituzionali per fare piccoli passi in avanti, nel migliore dei casi. Il dramma sociale viene poco amplificato, quasi nascosto. Perché? Ci può stare che il settore faccia gola a tanti gruppi di interesse del mondo politico e imprenditoriale, ma i lavoratori che colpa hanno e le loro famiglie perché debbono pagare un prezzo così alto?

Lo scorso 27 ottobre si è celebrato l’ennesimo teatrino: un tavolo dove si sarebbe dovuto discutere di pensionamenti incentivati e anticipati, così come definito nell’accordo del 17 ottobre, ma il Governo ha rinviato ancora una volta la trattazione del punto. Siamo alle solite: si assumono impegni e poi non si mantengono.

Analizzando i fatti questo sembra emergere come scomoda verità. Un esecutivo, quello del presidente Crocetta, che persevera nell’inadempienza sistematica e scientifica. Incapacità di concretizzare o gioco a scacchi per sfiancare enti e lavoratori fino al totale controllo? Questo giornale on line lo dice da mesi, quello del presidente della Regione, Rosario Crocetta, è il governo “dei sogni e dei rinvii”, famoso perché, con invidiabile scioltezza , decide di non decidere sulle soluzioni che, invece, gli operatori della Formazione professionale attendono da mesi. Una vergogna, un paradosso tutto pirandelliano? Chissà. Cosa emerge dall’esito dell’incontro? Per capire quali novità sono emerse dal tavolo, riportiamo il giudizio di alcuni dei protagonisti.

In una news pubblicata sul sito istituzionale, la Uil Scuola informa che in merito all’avvio dell’attività formativa per il periodo 2013/2014, i decreti di finanziamento saranno trasmessi a partire dal prossimo 10 novembre. Sciolti i dubbi, che in un precedente articolo avevamo sollevato, i decreti di finanziamento non dovranno essere vistati preventivamente dalla Corte dei conti, ma solamente dalla ragioneria dell’assessorato all’Economia.

Questo dovrebbe ridurre i tempi morti per l’avvio dell’attività. Individuata la data presunta di inizio dei corsi, gli enti gestori potranno aggiornare e rimodulare il numero delle figure eccedenti con meno approssimazione.

Tra un paio di giorni l’amministrazione regionale dovrebbe completare l’elaborazione del quadro complessivo delle disponibilità di posti vacanti al fine di autorizzare l’incrocio domanda/offerta. Cioè, incrociare le eccedenze di personale con le disponibilità esposte dagli enti nelle progettazioni esecutive.

Alla fine della ricollocazione, in base al numero ed alla natura delle figure rimaste, si adotteranno ulteriori soluzioni. Le possibili risposte sarebbero di tre tipi. Vediamo quali secondo il Uil Scuola, guidata da Giuseppe Raimondi nel settore della formazione professionale. Aggiornamento caso per caso per il ricollocamento, acceso alla Cassa integrazione guadagni in deroga (Cigd) oppure il trasferimento preso il Ciapi di Priolo.

In merito alla proposta di nuova direttiva sul reclutamento, da adottare come decreto di applicazione della legge regionale n.10 del 7 giugno 2011, illustrata dalla dottoressa Anna Rosa Corsello alle parti sociali per le osservazioni, presenterebbe, a parere della Uil Scuola, alcuni aspetti qualificanti. Riportiamo l’approfondimento del citato sindacato.

“I punti qualificanti di questa direttiva sono i seguenti – ha precisato Raimondi – l’elenco del personale rimasto senza incarico o sospeso sarà a carattere regionale. I criteri su come comporre le graduatorie saranno quelli contrattuali e cinque saranno concertati. L’accesso all’elenco sarà obbligatorio e gli enti, per l’assunzione di eventuali figure specialistiche (medici, etc.) per svolgere i progetti già approvati non potranno più instaurare contratti di lavoro subordinato o contratti di Co.co.pro., ma solo prestazioni professionali”.

La Cisl Scuola sul progetto di riforma del Governo regionale ha confermato la sua disponibilità al confronto ma con un distinguo. “Siamo disponibili a contribuire alla riforma del settore- ha dichiarato Giovanni Migliore, responsabile regionale della Cisl Scuola settore Formazione professionale – solamente dopo che saranno ricollocati i 2380 esuberi nel settore”.

Per lo Snals Confsal la situazione della Formazione professionale in Sicilia diventa giorno dopo giorno sempre più difficile, oltre alla precarietà del posto di lavoro, i lavoratori vedono sempre più lontana la possibilità di ricevere i propri stipendi dei mesi già lavorati.” A tal proposito chiediamo al governo regionale – ha detto Giuseppe Milazzo, responsabile regionale Snals Formazione professionale – di attivarsi, così come sancito nell’accordo siglato il 3 giugno 2013, per lo sblocco degli stipendi arretrati spettanti ai lavoratori della formazione professionale”. Il citato sindacato fa notare che sono abbondantemente trascorsi più di 150 giorni dalla firma dell’accordo e che non si vede alcun cambiamento nello status dei lavoratori creditori nei confronti degli enti gestori e della Regione. “Il mancato pagamento degli stipendi – ha aggiunto Milazzo – è una grave inosservanza del contratto collettivo di lavoro e delle leggi, sia da parte degli enti della formazione professionale, sia da parte della Regione che è anche e soprattutto, organo di controllo”.

Lo Snals Confsal, inoltre, ha ribadito all’amministrazione attiva di provvedere immediatamente all’erogazione diretta in base alla legge sulle stazioni appaltanti, così come previsto nell’accordo, e dalla legge regionale n.25 del 1 settembre 1993, inerente la tutela lavorativa.

La Flc Cgil ha avanzato le perplessità per l’operato del Governo regionale in tema di gestione degli esuberi e di riforma del settore. Dopo la sottoscrizione del protocollo, lo scorso 17 ottobre, per affrontare i problemi sul tappeto, come quelli degli esodi e degli incentivi al pensionamento è stato istituito un gruppo di lavoro ristretto presso l’assessorato. Per i dipendenti degli enti a cui è stato revocato l’accreditamento, circa 1.500, è stato ipotizzato lo stesso percorso dei lavoratori degli sportelli multifunzionali, il passaggio cioè al Ciapi di Priolo, che dovrà essere suggellato con una delibera della giunta.

“Si tratta ovviamente di una soluzione di emergenza- puntualizza Giusto Scozzaro, segretario regionale Flc Cgil – per assicurare la continuità nel lavoro, ma è difficile pensare che possa essere la soluzione definitiva, visti i numeri e perché potrebbero aprirsi altre situazioni di crisi”.

“Prima le direttive per il ricollocamento di tutti i lavoratori in esubero – ha precisato Giovanni Lo Cicero, responsabile Formazione professionale della Flc Cgil – e poi saremo pronti al confronto per la riforma del settore della formazione professionale. Non ci convince la strada del Ciapi di Priolo – ha rimarcato – che mal si concilia con le leggi in tema di vincoli all’assunzione e con le risorse comunitarie che, prevedendo l’evidenza pubblica per l’assunzione del personale a tempo determinato, non garantiscono le tutele occupazionali”.

Giuseppe Messina

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