Raccolta rifiuti, dagli Ato alle Rss: i ‘casi’ di Adrano e Biancavilla

IL GRANDE TEMA, OGGI, IN SICILIA, IN QUESTO SETTORE SI RIASSUME IN UNA DOMANDA: CHI GESTIRA’ QUESTO SERVIZIO E’ IN GRADO DI FARLO CON PROFESSIONALITA’, SENZA CREARE PROBLEMI ALLE COMUNITA’

Lo scorso 30 settembre hanno cessato la loro funzione gli Ambiti territoriali ottimali (Ato), sostituiti dalle Società di regolamentazione del servizio rifiuti (Srr). Gli Ato rifiuti della Sicilia, dalla loro costituzione fino alla dismissione, hanno accumulato debiti per 1,4 miliardi di euro (il dato fa riferimento al 31 dicembre 2011). A pensarci bene già una legge regionale, la n. 9/2010, tre anni fa, aveva decretato la fine degli Ato, prevedendo, le Srr., le già citate Società per la regolamentazione del servizio di gestione dei rifiuti.

Si tratta di nuovi Ambiti territoriali che non hanno ancora fissato le linee guida per il funzionamento, forse perché tutti pensavano a un ulteriore proroga per gli Ato. Ma L.’assessore regionale all’Energia, Nicolò Marino, non ha mollato e i Comuni siciliani si sono ritrovati impreparati di fronte alla perentoria cessazione .

Riguardo i nuovi Ambiti, una stranezza riguarda i Comuni di Adrano e Biancavilla, che incredibilmente fanno parte di due Srr diverse: Biancavilla appartiene alla “Citta Metropolitana” con il Comune di Paternò capofila, mentre Adrano alla “Catania Provincia Nord”, con il Comune di Acireale capofila.

Come ha disposto lo stesso presidente della Regione, Rosario Crocetta, con l’Ordinanza n. 8 del 27 settembre 2013, i Sindaci, riappropriatisi di funzioni che ormai da lustri non detenevano più, si sono adeguati, quasi tutti, a prorogare con ordinanze sindacali il contratto di servizio alle ditte che hanno gestito la raccolta dei rifiuti fino ad oggi. Una scelta che alcuni più di altri hanno patito.

Emblematico il caso del Comune di Adrano, che in un primo momento sembrava stesse facendo di necessità obbligo istituzionale virtuoso, prorogando, di fatto per pochi giorni di ottobre, alla Dusty il servizio, sotto lo spauracchio di interruzione di pubblico servizio se non, peggio, di emergenza sanitaria.

Gli abitanti di Adrano pagheranno una bolletta Tares più salata, perché l’amministrazione comunale, prendendo a pretesto un’astensione lavorativa di due ore degli operatori della Dusty, a causa dei ritardi nei pagamenti delle retribuzioni  ha, di fatto, impedito il conferimento in discarica di tutti i rifiuti.

Infatti il responsabile del Comune di Adrano, con il diniego, alla Dusty, dell’autorizzazione sulle bolle d’accompagnamento per il conferimento in discarica, non ha consentito a tutti gli automezzi di scaricare i rifiuti, conseguentemente le strade della città straboccavano di rifiuti perché i mezzi adibiti alla raccolta erano “pieni”.

Inevitabilmente, il Sindaco Pippo Ferrante, è stato “costretto”, a revocare la proroga alla Dusty affidando il servizio ad altra ditta la Eco Burgus di Palermo, che pare utilizzi automezzi logori e non in numero sufficiente a garantire il normale servizio.

Senza voler dare giudizi nel merito, appare meno curiosa e discutibile la decisione, se si pensa che, già ad agosto, l’amministrazione comunale aveva approvato l’ARO (Ambito di Raccolta Ottimale), un piano d’intervento per far gestire il servizio direttamente al Comune. Purtroppo (per gli Adraniti) solo il 7 ottobre scorso la Regione siciliana ha dato il via libera all’ambizioso progetto della Giunta Ferrante. Adesso occorrerà solo espletare la gara d’appalto per affidare il servizio per i prossimi sette anni risparmiando due milioni di euro, rispetto alla gestione ATO, secondo le stime dei funzionari del Comune .

A margine non si può non fare qualche considerazione. Partendo dai Comuni (pochi) che hanno scelto di gestire direttamente la raccolta: un paio nel Messinese, Adrano e Paternò, nella provincia di Catania, di altri ancora non abbiamo notizia.

Abbiamo chiesto ad alcuni Sindaci a capo di Amministrazioni di uguale caratura un commento; e senza mezzi termini hanno definito “irresponsabili ” i colleghi Sindaci che hanno scelto la discontinuità alla prosecuzione del servizio.

Innanzitutto per ragioni squisitamente economiche: certamente le ditte sostituite faranno ricorso e un eventuale vittoria nel contenzioso aggraverebbe la già ultra deficitaria scarsità di risorse Comunali.

Insomma, va messo nel conto il rischio di ricorrere a ditte non qualificate, con scarso se non infimo capitale versato e un parco automezzi non idoneo. Risparmiare è giusto. Ma facendo bene i conti. E, soprattutto, assicurando un servizio ben fatto.

Ignazio De Luca

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