Con lo scirocco che pare avere concesso una tregua, negli ultimi giorni le fiamme in Sicilia sono passate dai campi ai palazzi della politica. E in particolare modo nei due assessorati che si dividono la gestione dei forestali: l’assessorato al Territorio e quello all’Agricoltura. Con quest’ultimo che per bocca del proprio reggente, Antonello Cracolici, ha annunciato di essere pronto a querelare i «depistatori con licenza di dire falsità».
L’assessore del governo Crocetta si è scagliato in particolare contro Maurizio Grosso, segretario del Sindacato forestali uniti per la stabilizzazione, accusato di dire bugie e di «una campagna contro l’amministrazione fomentando odio e demagogia». All’origine della diatriba c’è ancora una volta la questione incendi che nell’Isola ogni estate tiene banco, dividendo coloro che riconducono le responsabilità alla mano criminale – organizzata e non – e chi invece parla di un coinvolgimento, quantomeno in termini di colpa, di chi dovrebbe avere il compito di pianificare le misure di contrasto all’incenerimento di migliaia di ettari di terreno. Ovvero la politica.
Ed è a essa che Grosso si è rivolto, annunciando a nome del sindacato la deposizione di un esposto per denunciare la «manifesta incapacità nella gestione della programmazione degli interventi boschivi». Destinatari delle accuse il già citato Cracolici e Maurizio Croce, con il primo responsabile della gestione degli operai che si occupano della manutenzione dei boschi e il secondo che invece guida l’assessorato a cui fa capo il servizio antincendio. Sui ritardi nel mettere in moto la campagna antincendio si è parlato nelle settimane scorse, con i responsabili dei vari distretti costretti ad ammettere di non esserein grado di assicurare a pieno il servizio per una serie di motivi. Dall’assenza di visite mediche per parte del personale alle carenze nelle parco macchine, sia in termini di manutenzione che di benzina nei serbatoi.
A rientrare tra i deficit, stando ai sindacati, sarebbe anche l’organico assunto dalla Regione in questi mesi. Il riferimento del Sifus, in tal senso, non va soltanto nei ritardi con cui sono avvenute le assunzioni in seguito all’approvazione del legge finanziaria arrivata soltanto a fine aprile, ma anche il numero di operai chiamati a intervenire nei boschi in caso di emergenza. Determinando così, non solo un’inadeguata pulizia del sottobosco in termini di prevenzione ma anche un depotenziamento del servizio antincendio. Nello specifico, a essere tirati in ballo sono stati i cosiddetti settantottisti, una delle tre categorie in cui si suddividono gli operai forestali. «Sono lavoratori a cui spettano 78 giornate lavorative e che come ammesso dallo stesso Cracolici dovrebbero essere assunti a settembre, quando di fatto il rischio incendi sarà molto basso – commenta Grosso a MeridioNews – mentre in realtà le esigenze sarebbero immediate».
Per il sindacato, infatti, su tutto il territorio regionale mancherebbero all’appello circa 400 operai. «Una settimana fa una settantina è stata assunta a Messina – prosegue Grosso – Ne mancano almeno 330 in tutte le altre province. Il dato risulta agli uffici regionali che hanno avviato una ricognizione nelle scorse settimane, mi chiedo cosa aspettino ad assumere gli altri». Il segretario di Sifus spiega poi uno dei motivi che causerebbero la carenza di organico nell’antincendio. «Da quando c’è la graduatoria unica, che tiene insieme addetti alla manutenzione e antincendio, accade che molti lavoratori che avrebbero le qualifiche per spegnere i roghi diano la propria disponibilità a entrare in servizio per la pulizia dei boschi, così da iniziare a lavorare un po’ prima – sostiene Grosso -. Questo fa sì che poi al momento di fare la conta per il servizio antincendio non si abbiano uomini a sufficienza».
Sarebbe per questo motivo, quindi, che la Regione ha deciso di chiamare già da ora i settantottisti, che però – a differenza di centunisti e centocinquantunisti, le altre due categorie di lavoratori – tendono a non avere i requisiti necessari per l’antincendio. «A Messina ne abbiamo chiamati 65 ma soltanto in 22 hanno risposto», dichiara il dirigente del Comando del Corpo forestale Fabrizio Viola. Che però nega che i problemi di organico riguardino anche le altre zone. «Nei distretti di quella provincia ci sono delle carenze, me negli altri non abbiamo esigenze così importanti – assicura il dirigente -. Da quattro giorni tutto il lavoro viene fatto da terra a riprova di come l’organico sia sufficiente. E comunque – conclude Viola -. dagli ispettorati non ci hanno fatto pervenire richieste di potenziamento».
La prova del nove potrebbe arrivare nei prossimi giorni, quando con temperature che si prevede torneranno a salire e con esse il rischio di tornare a vedere le fiamme in Sicilia.
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