Prosegue la protesta dei Forconi, che ieri hanno dato vita a un colorato corteo per via Etnea. «Vogliamo un consiglio comunale straordinario, come successo a Siracusa, a Caltansissetta e in tanti altri comuni siciliani», spiega Mariano Ferro, leader del movimento. Ma il corteo, partito alle 11, in forte ritardo su quanto previsto, dalla villa Bellini, in piazza Duomo non ci arriverà mai, bloccato dalla polizia. «La vostra autorizzazione era fino a piazza Università» spiega un dirigente della Questura ai manifestanti, che intorno alle 14 si disperdono definitivamente. Tra fotografie di politici, tamburi, marranzani e le immancabili bandiere della Sicilia, il corteo s’è confuso nel clima carnevalesco cittadino, con la partecipazione attiva di alcune centinaia di persone che hanno esposto striscioni contro i politici. La maggior parte delle quali provenienti da fuori Catania. Ad accompagnarli, anche un gruppo di attivisti del Gar, gruppo azione risveglio di Catania, presente perché «manifestare è un diritto, sena paura della Mafia», come dichiara Salvo Grillo. Fallito l’obiettivo di arrivare a Palazzo degli Elefanti, Ferro rilancia: «il 6 marzo a Palermo, vogliamo negozi e scuole chiusi anche a Catania».
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