Fondi europei per l’agricoltura spesi bene. Ma in Sicilia, però, nessuno se n’e accorto…

L’avevano studiato in tutti i suoi dettagli l’organizzazione del Forum sulla gestione del Programma di sviluppo rurale (Psr) della Sicilia. La partecipazione di giornalisti venuti da Milano per presentare e condurre la presentazione dell’evento e la sua conduzione con Gianluigi Nuzzi. La presentazione delle realizzazioni d’eccellenza finora conseguite (Tessa Gelisio). E un sondaggio realizzato tra gli abitanti della nostra regione sia sul programma di investimenti del Psr, sia sulle sue finalità. Compito che è stato affidato a Renato Mannheimer.

Ma, come spesso avviene, il diavolo ci ha messo la coda. Dal sondaggio di Mannheimer è risultato che gran parte della opinione pubblica siciliana non si è accorta degli interventi nelle aree destinatarie dei fondi per lo sviluppo rurale. Di più: molti siciliani hanno detto di non credere alla fattibilità del programma di investimenti. Insomma, questo Psr suona un po’ come un mezzo fiasco.

Sul punto si è aperta una discussione nella quale, fra imbarazzi ed omissioni, si è attribuito l’esito negativo del dato rilevato dal sondaggio ad un difetto di comunicazione.

Per come era stato allestito il parterre a nessuno è venuto in mente di attribuire le cause alla prassi consueta che, in Sicilia, le pratiche di governo sono sempre e soltanto finalizzate alle clientele e agli affari, che più riservati sono e meglio è. Sarà forse questa la ragione per la quale sia i giornalisti, sia i rilevatori della pubblica opinione sono stati ricercati scrupolosamente lontani duemila chilometri dai luoghi dove i fatti avvengono?

Nella sua esposizione introduttiva la dottoressa Rosaria Barresi, dirigente generale del dipartimento regionale per gli Interventi strutturali in agricoltura e dirigente dell’Autorità di gestione del Psr, ha dato ampio spazio all’inserimento di circa 880 imprese di giovani agricoltori. Nuovi imprenditori agricoli ai quali sono stati assicurati anche interventi mirati ad assicurare loro l’accesso al credito mediante apposite convenzioni stipulate con le banche e con le compagnie di assicurazione. Il tutto garantito da un apposito fondo previsto nel Programma.

Nell’enfasi della sua esposizione la rappresentante dell’autorità di gestione non si è nemmeno accorta che la sua gestione ha in qualche modo tradito le finalità del Psr, che non è il cardine dello sviluppo agricolo, bensì un programma di sviluppo rurale, cioè diretto più a promuovere la crescita dei territori rurali che l’incremento della produttività agricola, che resta appannaggio degli investimenti dei fondi strutturali, in particolare del Feoga.

Infatti, come ha ben spiegato il professore Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento europeo, collegato da Bruxelles, il Psr rappresenta la “seconda gamba della Pac”, la Politica agricola comunitaria. Cioè il progetto che riguarda gli interventi mirati a migliorare le condizioni di vita nei territori agricoli: sviluppo integrato dell’economia, crescita civile mediante l’apporto di infrastrutture materiali e immateriali, verticalizzazione delle filiere produttive e, in generale, quasi tutto quello che oggi manca all’agricoltura. L’integrazione tra le due componenti della politica agricola comunitaria saranno unificate a partire dal prossimo Programma d’interventi previsto per il periodo 2014-2020, come ha comunicato la dottoresse Graziella Rosito in rappresentanza del ministero delle Risorse agricole.

Che dire? Mentre all’Hotel delle Palme di Palermo il governo regionale e l’autorità di gestione del Programma di sviluppo agricolo tentavano di celebrarsi pomposamente lodandosi per le loro ‘realizzazioni’, le categorie agricole annunciavano una manifestazione di protesta da tenersi a Catania per il fatto che l’economia egricola siciliana è in ginocchio. Per non parlare della lotta del Movimento dei ‘Forconi’.

Secondo voi perché dal sondaggio di Mannheimer è emersa con forza la diffidenza dell’opinione pubblica siciliana sulla credibilità della propaganda messa in campo dal governo pesiedut daRaffaele Lombardo? E’ difetto di comunicazione o consapevolezza della sfiducia popolare nei suoi governanti?

 

Riccardo Gueci

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