Dieci milioni di euro per sostenere gli investimenti nelle strutture di servizi socio-educativi per la prima infanzia. È la dotazione, di una prima finestra, messa a disposizione dal PO-FESR Sicilia 2014-2020 e promossa, attraverso l’azione 9.3.2, dall’assessorato regionale della Famiglia. Il nuovo bando, che scadrà il prossimo dieci maggio, è destinato al sostegno alle imprese sociali che vogliono realizzare progetti di investimento relativi all’adeguamento, rifunzionalizzazione e ristrutturazione di edifici da destinare ad asili nidi di infanzia e servizi integrativi per la prima infanzia (0-3 anni).
Gli aiuti saranno corrisposti nella forma di contributo in conto capitale, cioè a fondo perduto. I progetti verranno valutati e messi in una graduatoria, i migliori verranno finanziati fino a un massimo del 90 per cento delle spese ammissibili, ed entro il limite di 200mila euro. «La soglia minima per presentare un progetto non dovrà essere inferiore a centomila euro – spiega Silvia Molina, funzionaria di Confcooperative Sicilia -. Realizzare una struttura per la prima infanzia è un investimento piuttosto corposo, perché tra gli investimenti possibili rientrano le spese relative alla realizzazione degli spazi, quindi le opere murarie, l’impiantistica, la progettazione della struttura, eventuali attrezzature e arredi o impianti di riscaldamento. Invece – prosegue Molina – la principale spesa, cioè l’acquisto dell’immobile, non è ammissibile, quindi chi presenta la domanda deve avere già la disponibilità della struttura, o di proprietà o in affitto».
Escluse dal finanziamento anche le spese notarili, quelle relative a scorte di materie prime e ausiliare, macchinari, impianti e attrezzature usati o non venduti direttamente dal produttore, dal suo rappresentante o rivenditore, le spese di funzionamento generale e tutte le somme non capitalizzate, comprese imposte, tasse e spese per l’acquisto di mezzi mobili. «Altro aspetto fondamentale – aggiunge Molina – è che potranno presentare la domanda non singoli, ma solo le organizzazioni del terzo settore no profit, quindi onlus, associazioni e cooperative sociali, a condizione che nel proprio atto costitutivo sia previsto che l’ente non persegua fini di lucro e che invece svolga attività in favore di minori».
Fondamentali saranno anche i criteri di selezione e premialità per l’accesso al finanziamento, come la qualità della proposta progettuale (massimo 50 punti), la sostenibilità gestionale ed economica (massimo 15 punti), il rapporto tra costo dell’operazione e numero di utenti presi in carico (massimo 10 punti), il servizio attivato in territori senza copertura di servizi per la prima infanzia (massimo 2 punti), il livello di innovazione sociale (massimo 15 punti) e la presenza tra i proponenti di una componente femminile o giovanile ((massimo 8 punti).
«Le domande che non presentano determinate condizioni necessarie – aggiunge Molina – non verranno neanche visionate. Non abbiamo certezze sui tempi di approvazione delle domande, ma è fondamentale ricordare, come requisito di base, che l’ente che presenta l’istanza dovrà coincidere con l’ente gestore del servizio in quanto dovrà iscriversi, assieme alla struttura oggetto dell’intervento di riqualificazione, all’Albo regionale di cui alla L.R. 22/86. Inoltre L’ente dovrà esercitare un’attività identificata come prevalente rientrante nei Codici ATECO ISTAT 2007 88.91, ovvero la gestione degli asili nido».
Il soggetto richiedente, alla data di presentazione della domanda, deve anche essere in regola con gli obblighi relativi al pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali, con la normativa antimafia, possedere la capacità economico-finanziaria, operativa e amministrativa in relazione al progetto da realizzare e la capacità di contrarre con la pubblica amministrazione e non avere in precedenza usufruito di altri finanziamenti pubblici finalizzati alla realizzazione, anche parziale, delle stesse spese previste nel progetto.
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