Non è vero che lo store della Antica focacceria San Francesco aperto al terminal C dell’aeroporto di Catania non vende gli arancini. Altroché se li vende. In duplice versione: l’arancino catanese e l’arancina palermitana, in spazi separati, con ricette e sapore diversi. Una scelta che supera l’antica disputa grammaticale, combattuta tra campanilismo, folklore e sfottò reciproci: è maschio o è femmina? Una domanda che nel corso degli anni ha scomodato perfino l’accademia della Crusca. Il resto del menù pone qualche problema in meno sul piano delle declinazioni: è composto per lo più dai cavalli di battaglia dello street food palermitano: panelle, cazzilli, crocché, sfinciuni e poi il marchio di fabbrica, le rinomate focacce.
Il punto ristoro è attivo da poche settimane. A giorni si terrà l’inaugurazione con i crismi dell’ufficialità. Intanto i passeggeri in partenza o in arrivo allo scalo etneo possono gustare le prelibatezze della prestigiosa focacceria del capoluogo siciliano. E a quanto pare non soltanto i viaggiatori, ma anche chi l’aeroporto lo gestisce. All’ora di pranzo, infatti, l’amministratore delegato di Sac Nico Torrisi ha scelto di postare su Facebook una foto che lo ritrae negli spazi della focacceria, mentre addenta un arancino fumante. Rigorosamente catanese, però. «Ho apprezzato l’intelligenza e anche la strategia commerciale – sorride Torrisi al telefono con MeridioNews – che probabilmente permetterà alla focacceria di raddoppiare le vendite. I passeggeri potranno gustare gli arancini catanesi e – scherza l’imprenditore – se ancora non saranno sazi, anche le arancine palermitane».
L’Antica focacceria San Francesco ha una storia lunga, lunghissima. Fondata nel 1834 dal maestro di cucina Salvatore Alaimo, nella cappella sconsacrata di antico palazzo nel cuore della città. Nel 1860, prima di risalire verso l’Italia continentale, Giuseppe Garibaldi si accampa nella piazza della Focacceria facendone la sua mensa. A partire dai primi anni del Novecento viene frequentata abitualmente da intellettuali come Guttuso, Sciascia e Pirandello, e diviene una sorta di circolo culturale. Anche i politici si vedono spesso tra i banconi di cazzilli. Nel 2009 viene aperta a Milano la prima sede lontano dalla Sicilia, a pochi passi dal Duomo. Nel 2011 viene inaugurato un punto ristoro all’aeroporto Fiumicino di Roma. Un anno dopo sono già quattro i locali tra la capitale e Milano. Nel 2013 avvia un rapporto con il gruppo Feltrinelli, a cui la famiglia Conticello cede le quote di capitale della società e la gestione dei punti vendita. È infine di qualche giorno fa lo «sbarco» all’aeroporto Bellini di Catania.
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