Finanziaria, studenti uniti contro tagli «A rischio mille borse di studio»

L’Ersu di Palermo e gli studenti universitari uniscono le forze contro il taglio di 2,5 milioni di euro alle spese di funzionamento proposto dalla finanziaria regionale. Già nei giorni scorsi il presidente Alberto Firenze aveva lanciato un avvertimento contro una simile stangata: «Il taglio al contributo di funzionamento degli Ersu di Palermo, Catania, Messina ed Enna potrebbe tradursi nella cancellazione di circa mille borse di studio». 

Adesso alla voce di Firenze si unisce quella delle associazioni studentesche del capoluogo, che hanno scritto al presidente dell’Assemblea regionale siciliana Giovanni Ardizzone e al presidente della commissione Bilancio Nino Dina e hanno già messo in piedi le prime forme di protesta. Si tratta di Aisa, Asu, Auletta ’99, Fare Università, Foro Di Giurisprudenza, Intesa Universitaria, Liberi Giuristi, Nrg, Rum, Studenti Universitari, Udu, Uniattiva, Unixcento e Vivere Ateneo.

«Il taglio da 2,5 milioni sarebbe una brutta botta – dice uno dei loro rappresentanti, il coordinatore dell’Udu Angelo Nuzzo -. Stiamo scrivendo al presidente Ardizzone e al presidente Dina perché vogliamo delle risposte. Altrimenti dopo il primo maggio saremo pronti a mobilitarci». Stamattina gli studenti hanno fatto volantinaggio a mensa. «Nella finanziaria, almeno finora, non ci sono emendamenti espliciti sulla riduzione delle borse di studio, ma c’è comunque questo taglio di 2,5 milioni – spiega -. Già l’anno scorso c’era stato il tentativo di effettuare un taglio ancora più drastico, ma per fortuna siamo riusciti a contenerlo entro i 100mila euro».

Per Nuzzo c’è il rischio concreto che a subire le conseguenze della riduzione del contributo siano proprio le borse di studio. «Nel primo anno appena il 20% delle borse di studio degli idonei risulta coperto. Negli anni successivi la percentuale si alza, non perché aumentano i fondi, ma perché diminuiscono gli idonei, perché magari c’è chi non raggiunge la quota minima di crediti universitari». Inoltre «l’Ersu potrebbe essere costretta a rimandare la ristrutturazione dei pensionati. Anche in questo caso, appena mille studenti su 10mila ottengono il posto letto richiesto. Molti rinunciano e preferiscono affittare una stanza. Ci rendiamo conto che non si può rimpinguare il fondo. Magari si potrebbe evitare di aumentare altri fondi che non valgono quanto quelli per la formazione e l’istruzione degli studenti».

Le richieste avanzate dagli Ersu siciliani rispetto ai tagli previsti sui capitoli di bilancio riguardanti il diritto allo studio sono rimaste «trasversalmente inascoltate – si legge in una nota congiunta dell’Ersu e dell associazioni studentesche -. Gli studenti, attraverso i loro rappresentanti, annunciano dura lotta contro la decisione scellerata del governo, nella speranza che una richiesta corale di tutta la popolazione accademica possa smuovere le coscienze di chi in questi giorni è in aula per discutere una finanziaria attraverso cui passa il loro futuro».

«In questa regione la copertura di borse di studio non riesce a soddisfare nemmeno il 50% degli studenti idonei – prosegue la nota – e il numero di iscritti all’Università cala anno dopo anno in favore di una sempre maggiore migrazione verso gli atenei del resto della penisola. La convinzione è che questa sia una scelta di gravità assoluta che getterebbe gli Enti in una drammatica condizione economica che si tradurrà, senza dubbio, in una drastica rimodulazione dei servizi e in un’ulteriore diminuzione della quota di borse di studio che questi sono in grado di concedere».

«Questa battaglia deve essere di tutti – sottolineano le associazioni -. Chiediamo che il governo regionale e i parlamentari diano ascolto alle parole che stiamo con convinzione scrivendo attraverso queste righe, ci sembra doveroso che le rappresentanze studentesche siano coinvolte nel dialogo preliminare che porterà alla formulazione della proposta».

«La garanzia del diritto allo studio – aggiunge il presidente Firenze – non deve e non può diventare una battaglia di qualcuno contro qualcun altro. Sembra già assurdo che le nostre continue richieste di dialogo siano rimaste inascoltate e speriamo che con il sostegno degli studenti questa convinzione possa diventare propria anche dei parlamentari che nei prossimi giorni saranno in aula a discutere». 

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