Finanziaria, cosa cambia nella vita dei siciliani Tagli alla sanità, l’ecotassa e i cantieri di lavoro

Non accadeva da anni. Non a caso martedì, tra i corridoi di Palazzo dei Normanni, in molti non credevano che la Finanziaria sarebbe stata approvata il primo marzo. «E senza sedute notturne». Il presidente Ardizzone lo ha ripetuto con orgoglio, quasi fosse un mantra: in effetti la Finanziaria 2016 è stata approvata senza il ricorso a una sola sola nottata, tutte le sedute a sala d’Ercole si sono chiuse intorno alle 20. E per la prima volta dopo anni di esercizio provvisorio protratto fino all’ultimo giorno utile, quest’anno la legge di stabilità è stata approvata con due mesi d’anticipo rispetto al tempo massimo. Ma cosa cambierà da domani nella vita dei siciliani

L’ecotassa, intanto. Con la nuova legge di stabilità è stata istituita una nuova tassa per i Comuni che non raggiungono il 65 per cento di differenziata. E non è difficile immaginare che si tratti di mosche bianche, tra i 390 Comuni siciliani. E poi i tagli ai fondi sanitari. Servivano soldi, la Regione altrimenti non avrebbe potuto pagare i debiti contratti con Roma. Così ecco sparire oltre 127 milioni di euro risparmiati attraverso i tagli in sanità. Insomma, oltre al danno, la beffa. Non soltanto i siciliani negli ultimi anni hanno dovuto rinunciare a diversi servizi prima offerti, soprattutto nelle zone più interne e nelle isole minori, ma adesso non potranno beneficiare di maggiori investimenti in campo sanitario, perché quei soldi sono serviti ad altro. 

Ammonta a 700 mila euro, invece, il fondo destinato al dissesto idrogeologico, che sarà gestito direttamente dall’assessorato all’Ambiente. Ben più consistente il capitolo sui cantieri lavoro per i Comuni e i luoghi di culto, per i quali sono stati riservati 80 milioni. Sospeso invece il turn over per i 24mila forestali e precari dell’Esa: niente più aumenti di giornate lavorative, a patto che il governo presenti la nuova legge sulla categoria entro 60 giorni e Sala d’Ercole la approvi entro 30. Oltre 13 milioni di euro sono stati stanziati per salvare e ricapitalizzare Riscossione Sicilia, che non verrà, dunque, accorpata a Equitalia. Taglio immediato anche per i dirigenti regionali che superano il tetto di 160mila euro annui, mentre per chi sarà pronto alla pensione, le buonuscite saranno calcolate sulla base degli stipendi degli ultimi cinque anni e non dell’ultimo anno, come avvenuto in passato. 

Trecentonovanta milioni sono invece le risorse messe a disposizione dei Comuni: di questi, però, tra non poche polemiche 50 milioni sono stati prelevati dal fondo pensioni dei regionali. Un ulteriore fondo da 115 milioni è stato messo a disposizione delle amministrazioni comunali per i nuovi investimenti o per pagare i mutui contratti per investimenti. Ai Comuni passa anche la gestione delle spiagge, al centro di un’ulteriore novità: i lidi balneari con le strutture annesse, anche per le attività complementari come la ristorazione, potranno restare aperti tutto l’anno.

Tre milioni di euro dai fondi Pac, infine, agli atenei siciliani di Palermo, Messina e Catania. Resta a bocca asciutta, invece, l’Università Kore di Enna: l’emendamento che la riguardava, infatti, è stato bocciato, portando il caos in Aula. Niente contributi, almeno per il momento, anche per i beneficiari della ex Tabella H, per la quale la parola torna un’altra volta al governo. E c’è già chi è pronto a scommettere che sui finanziamenti a pioggia, proprio alla vigilia di una campagna elettorale che si preannuncia senza esclusione di colpi, il vecchio vaso di Pandora sarà riaperto un’ultima volta.

Miriam Di Peri

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