Prende ufficialmente il via questa sera il Festival di Morgana, giunto alla quarantunesima edizione e organizzato dall’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari. Circa un mese di spettacoli, conferenze, mostre, presentazioni di libri e nuove produzioni, per una manifestazione che si concluderà il 26 novembre. «I 14 spettacoli del cartellone raccontano la storia del Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, che è un’istituzione», spiega a MeridioNews il direttore del Museo, Rosario Perricone. «Quest’anno abbiamo voluto creare tre blocchi monotematici: Europa, Orlando furioso e Giuseppe Pitrè, per raccontare le tre anime che troviamo all’interno del Festival stesso e della sua storia, come di quella del Museo delle marionette che lo organizza da sempre», racconta il direttore. Tre indirizzi, dunque, che sono lo specchio della «storia multipla» che contraddistingue il Museo palermitano, «un’istituzione con un’anima internazionale – prosegue Perricone – che nasce da una storia che è quella delle tradizioni siciliane».
Il primo blocco del Festival, che si snoderà per due settimane, è dedicato proprio a quest’anima e si intitola Morgana vs Europa e aprirà la manifestazione con la prima assoluta de La saracina, un’opera non musicata di Richard Wagner raccontata da un contastorie, un puparo e un negromante, in scena stasera e domani sera alle 20.30 presso la sala Onu del teatro Massimo. Il 5 e 6 novembre sarà la volta della compagnia spagnola Insectotròpics con La caputxeta galactica, mentre il 7 e l’8 toccherà alla Francia, con Un souffle, une ombre, un rien. Ancora un po’ di Spagna la sera del 9 novembre con Antologia. A chiudere le prime due settimane saranno, infine, Paradise Mastaz il 10 e 11 novembre, realizzato in collaborazione con la compagnia tedesca Hajusom, e Genevieve Brabant il 12 e 13, realizzato col supporto di teatro belga Toone e con Wallonie-Bruxelles.
La terza settimana del Festival si intitola, poi, Morgana vs Orlando, perché «quest’anno sono esattamente 500 anni dalla prima edizione dell’Orlando furioso – torna a raccontare il direttore – Quindi ci sarà un focus di messa in scena e spettacoli teatrali per festeggiare questa ricorrenza». Quattro in tutto gli spettacoli previsti in cartellone, dal 17 al 20 novembre: si comincia con Orlando furioso dei piccoli, realizzato con la libreria Dudi, e si continua con Piccolo Orlando furioso della Compagnia opera dei pupi Brigliadoro. Venerdì sarà la volta di Orlando Furioso raccontato dal mago Atlante, mentre sabato sarà il momento della prima assoluta dello spettacolo realizzato da Vincenzo Pirrotta, L’Orlando furioso, che viaggerà in tournée da Torino fino all’Australia. Infine, domenica Amore e follia di Orlando con la compagnia dei fratelli Napoli di Catania.
«Con l’ultima settimana torniamo alle origini, quindi alle tradizioni popolari siciliane e la dedichiamo a Giuseppe Pitrè, perché quest’anno è il centenario della sua scomparsa e di quella di Salomone Marino, suo collaboratore più importante», svela Perricone. Il terzo e ultimo blocco, intitolato Morgana vs Pitrè, sarà scandito da quattro spettacoli che chiuderanno il Festival e che si susseguiranno dal 23 al 26 novembre: si comincia con un’altra prima assoluta, quella di Gigi Borruso con Agata e l’ombra. Seguita da Il medico e le fiabe – sulle orme di Giuseppe Pitrè. E ancora racconti, favole e canzoni a tema con L’acqua e lu suli di Mario Incudine. Chiude il cerchio lo spettacolo Trinacria sulla Luna. Pitrè senza gravità di Gaspare Balsamo.
«L’elemento di novità della quarantunesima edizione sta nel fatto di tesaurizzare tutto quello che abbiamo prodotto negli anni mettendolo insieme per dare l’idea di ciò che realmente sono il Festival e il Museo – dice Perricone – Uno studio serio sul teatro di figura internazionale che nel mondo è il teatro di ricerca». Ogni blocco, inoltre, vanta nuove produzioni, alle quali si aggiungono anche le mostre. «Il Festival di Morgana è il momento in cui il Museo delle marionette, che è un museo della performance, diventa quello che tutti i musei vorrebbero diventare: iperattivi e in movimento», dice ancora il direttore, che aggiunge: «Non è un evento sporadico come lo sono altri. È legato al Museo stesso, che non a caso ha 41 anni, la stessa età del Festival: sono nati insieme, sono la stessa cosa – conclude – Il segreto alla base del rapporto con il pubblico è proprio questo, che non è un evento che nasce e scompare, ma è un’istituzione culturale, che vede coincidere Museo e Festival».
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