Festa dell’Autonomia: Governo e Ars la snobbano (in puro stile ascaro)

Festa dell’Autonomia siciliana. Ma che festa è? Questa la domanda che ha
attraversato la mente della maggior parte dei siciliani, compresi gli studenti che, oggi, hanno fatto vacanza pur ignorandone le ragioni.

L’ennesima conferma di una damnatio memoriae che ha colpito i siciliani, sotto la sapiente regia di una cultura ufficiale votata alla cancellazione della cultura e della storia della nostra regione.

Ma, la colpa non è solo della propaganda statale che ha infarcito i libri di storia di bugie. La colpa è anche delle istituzioni siciliane che non fanno nulla per rivendicare il diritto alla verità, alla memoria e al rispetto della Costituzione.

Oggi, giorno in cui si celebra il 67esimo anniversario dello Statuto siciliano (la Festa è stata istituita un paio di anni fa dall’allora governo Lombardo) costato lacrime, sangue e fatica ai siciliani e ai Padri Nobili dell’Autonomia (parliamo di personalità del calibro di Giuseppe Alessi, Salvatore Aldisio, Gaspare Ambrosini, Antonio Canepa, Attilio Castrogiovanni, Ettore Cipolla, Pompeo Colajanni, Andrea Finocchiaro Aprile, Guarino Amelia, Enrico La Loggia, Franco Restivo, Girolamo Li Causi, Mario Mineo, Vincenzo Purpura, Luigi Sturzo) sia l’Ars che il Governo hanno ritenuto di non organizzare nessuna celebrazione ufficiale, nessuna iniziativa popolare per diffondere la conoscenza delle realtà siciliana. Nulla. Solo, come vi diremo a breve, un concerto per pochi intimi. Loro se la cantano e loro se la suonano. 

L’unico momento di commemorazione reale è stato organizzato dal C.A.A.S (Comitato per l’Autodeterminazione della Sicilia). Anche se, più che di commemorazione, è più giusto parlare di una denuncia forte e chiara: “67 anni di Statuto. Dove è finita l’Autonomia?”. Questo il titolo dell’incontro andato in scena stamattina in una sala dell’Hotel Wagner a Palermo.

Titolo eloquente. Roberto La Rosa, presidente del Comitato, ha aperto le danze con una breve ricostruzione storica del contesto storico e delle ragioni che hanno portato all’Autonomia speciale. Sottolineando come nelle scuole che abbiamo frequentato, nessuno si sia mai preso la briga di insegnarci la storia siciliana: “Non cercate nei libri di scuola, andate alle fonti dirette o cercate testi alternativi. Non capisco perché, ad esempio, nei libri di scuola viene dato ampio spazio alle imprese di Micca ma non si parla in maniera adeguata dei Fasci Siciliani o dei Movimenti Separatisti del Secondo dopoguerra che sono passaggi fondamentali della nostra storia. Il nostro sembra un popolo dormiente, ma quando si sveglia non lo ferma più nessuno”.

Il modello a cui si ispira il C.A.A.S. è la Catalogna che l’anno prossimo celebrerà il referendum per l’Indipendenza dalla Spagna.

“Non mancano risorse alla Sicilia per camminare sulle proprie gambe, basterebbe applicare lo Statuto, che pure essendo parte della Costituzione, non è mai stato attutato. Regionalizziamo le imposte, regionalizziamo il petrolio e potremmo essere una Nazione fiorente e indipendente nell’Ue”.

Negativo il giudizio sul governo Crocetta: “Certo dobbiamo dargli il tempo, ma ha cominciato malissimo” dice La Rosa.

Il perché lo ha spiegato Gaetano Armao, ex assessore regionale al Bilancio, che a furia di ricorsi alla Corte Costituzionale per violazioni dello Statuto e con l’istituzione di una commissione ad hoc, qualcosa stava cominciando a smuovere sul fronte della trattativa Stato-Regione.

“Oggi in Sicilia non si parla di Autonomia. Nessuna iniziativa pubblica volta a recuperare quel particolare percorso storico che ha portato allo Statuto. La Regione, credo, abbia organizzato un concerto per pochi. Non è certo questo il modo di celebrare la memoria di quei tanti siciliani che si sono battuti per l’Autonomia, o di aumentare la consapevolezza diffusa  della vera stria di questa regione- ha detto Armao. E non ha torto.

E poi, al di là delle commemorazioni, una analisi ancora più bruciante: “C’è un approccio completamente passivo, remissivo da parte del governo siciliano nei confronti dello Stato. Ma non è solo questo. La questione dell’articolo 37 è scandalosa. Si parla di una sua applicazione, niente di più falso. Sono state appostate risorse già assegnate alla Sicilia, con l’articolo 38. E come se un datore di lavoro togliesse parte dello stipendio al dipendente e, poi, la stessa somma che gli ha sottratto gliela dà come premio di produzione. Non mi stupisce l’atteggiamento dello Stato. La cosa grave è che qualcuno, in Sicilia, ha firmato queste scelte. E’ gravissimo. Un attentato all’Autonomia siciliana. Per la prima volta in 67 anni l’articolo 38, voluta da La Loggia, è privo di risorse”. (Sotto il  video con i passaggi più significativi dell’intervento  Armao. In allegato alcuni articoli in cui approfondiamo questi temi).

In una cosa l’ex assessore ha torto. Non è vero che Governo e Ars non hanno voluto dare il giusto risalto alla Festa dell’Autonomia. A giudicare dalla fine che hanno fatto fare all’articolo 38, l’hanno festeggiata facendogli ‘la festa’. In pure stile ascaro.

Nel corso dell’incontro di stamattina si sono registrati altri interessanti interventi  (tra i quali quello del deputato regionale, unico ad essere intervenuto dall’Ars, Vincenzo Figuccia) di cui vi racconteremo in un prossimo articolo. Per motivi di lavoro invece, il Professor Massimo Costa, tra i principali esperti di Autonomia finanziaria, non ha potuto prendere parte all’incontro.

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Antonella Sferrazza

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