Fers Sicilia: le criticità secondo l’Unione europea

NEL CORSO DI UNA RIUNIONE CELEBRATA NEI GIORNI SCORSI, I RAPPRESENTANTI DI BRUXELLES HANNO PUNTUALIZZATO ALCUNI ASPETTI

Tempi di bilanci per il PO Fers (Programma Operativo del Fondo europeo regionale di sviluppo). Sei mesi dopo la scadenza del Piano 2007-2013, nei giorni scorsi si è riunito nei saloni dell’Hotel Astoria a Palermo il Comitato di sorveglianza.

Attorno al tavolo la gran parte dei direttori regionali, i rappresentanti dell’Unione europea e le parti sociali. In perenne regime di proroga (concessa anche stavolta per ultimare il Programma fino a dicembre 2015) e in conseguente ritardo sull’avvio del nuovo Programma 2014-2020, la Regione siciliana, o meglio i dirigenti generali dei vari dipartimenti si sono fatti bacchettare ripetutamente dai rappresentanti comunitari.

Come lo studente dai pessimi voti, ma dalla faccia tosta, si sono presentate le cifre, a tratti molto confuse e incomplete, delle risorse stanziate, di quelle impegnate, e in ultimo – ciò che più conta – delle cifre liquidate.

A parti rovesciate (i rappresentanti comunitari che incitavano alla spesa e all’impiego dei fondi per risollevare le sorti di una terra piagata, e la burocrazia regionale che favoleggiava di inversione di tendenza, di cifre impegnate) l’incontro è stato la dimostrazione di una tendenza oramai pluridecennale del Meridione d’Italia tutto, della Sicilia in particolare, a lasciarsi scappare dalle mani ingenti risorse e impiegare male le poche che riesce e utilizzare.

Al di là delle dichiarazioni, restano le crude e drammatiche cifre vere e reali. Eccole:

Giugno 2013. Siamo a un semestre dalla fine del Programma 2007-2013 e le cifre fanno inorridire:
dotazione 4359 milioni, pagamenti per 1162 milioni

Agosto 2013. Dotazione naturalmente immutata, pagamenti 1176 milioni

Ottobre 2013. 480 milioni per le reti di mobilità portano i pagamenti a 1789 milioni

Dicembre 2013: scadenza ufficiale del Programma. Pagamenti a 1935 milioni, ovvero il 44% delle cifre stanziate.

A buona ragione i rappresentanti dell’Unione europea hanno ricordato le criticità:

1) chiudere con gli impegni di spesa

2) monitorare mese per mese il livello di spesa

3) verificare le criticità che rallentano la spesa

4) chiusura dei Grandi Progetti per il 2015

A 18 mesi dalla chiusura della proroga una montagna di soldi aspetta di essere scalata e immessa nella miseria siciliana, ma la Regione non ha lo spirito di corpo per questo gigantesco compito.

D’altra parte, mentre l’economia langue, le imprese chiudono, i disoccupati aumentano e i poverissimi affollano le mense pubbliche, nessuno sanzionerà i responsabili del mancato raggiungimento degli obiettivi. E nessuno si sognerà di dire loro che visti i pessimi risultati ottenuti la parte accessoria del loro stipendio, quella premiale concessa per i buoni risultati, non potrà essere loro erogata.

 

Redazione

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