Ferrandelli ha vinto, la politica ha perso

I numeri parlano chiaro: le primarie del centrosinistra di Palermo sono state vinte da Fabrizio Ferrandelli. Il candidato del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, del capogruppo del Pd all’Ars, Antonello Cracolici e del parlamentare nazionale del Pd, Giuseppe Lumia, ha raggranellato 9 mila 943 voti. Rita Borsellino si è fermata a 9 mila 772. Davide Faraone a 9 mila 772. Antonella Monastra a mille 741.
Il riconteggio delle schede non ha cambiato il risultato. Come abbiamo scritto ieri, recriminare, oggi, non serve. Tutti sapevamo che Lombardo avrebbe condizionato le primarie del centrosinistra. Lo sapevano anche Leoluca Orlando, Giuseppe Lupo, Sergio D’Antoni e la stessa Rita Borsellino. Che hanno deciso comunque di accettare la sfida.
Il problema di queste primarie, come abbiamo provato a raccontare ieri sera, è il Pd. Nazionale e siciliano. Il primo – con in testa il segretario Bersani – ha lasciato massacrare Rita Borsellino. Il secondo – il Pd siciliano – è ormai un partito dove l’affarismo più sfrenato ha preso il sopravvento su tutto il resto. Fare accordi con questi personaggi è un errore. Una persona per bene come Rita Borsellino – con il nome che porta e con la storia personale che ha alle spalle – non avrebbe mai dovuto ‘mescolarsi’ con i vari Lombardo, Cracolici e Lumia. E il fatto che nel Pd ci siano tante persone che non la pensano come Cracolici, Lumia e Lombardo (che ormai è parte integrante di ‘questo’ Pd siciliano) non significa assolutamente nulla. Perché nelle cose che contano, nel Pd siciliano, a decidere sono Cracolici, Lumia e Lombardo.
La prova di quello che stiamo dicendo l’abbiamo avuta qualche tempo addietro, quando il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, ha ufficializzato la celebrazione del referendum che avrebbe dovuto dare la possibilità a iscritti, militanti e simpatizzanti del partito di pronunciarsi con un “sì” o con un “no” sulla partecipazione del Pd al governo Lombardo.
Ebbene, è bastata una dichiarazione di Lombardo che, di fatto, ha ‘intimato’ a Cracolici e a Lumia di far sparire subito la proposta di referendum per mandare tutto all’aria. Lombardo, Cracolici e Lumia hanno deciso che il referendum non sarebbe stato celebrato. E tutti gli altri dirigenti del partito in Sicilia si sono accodati. In silenzio. Questi sono i fatti.
Non sappiamo se Lombardo, Cracolici e Lumia hanno il potere di controllo su tutto il partito. E se i cosiddetti dissidenti, più che dissentire, facciano solo parte di un gioco delle parti. Questo, oggi, non è importante. Il dato politico vero è che il Pd siciliano è oggi alleato con un personaggio – Lombardo – inquisito per mafia.
Ma questo, lo ripetiamo, lo sapevamo tutti. Se, però, si decide di celebrare le primarie di centrosinistra con questi personaggi, accettando la loro sfida ‘truffalda’, poi non ci si può tirare indietro solo perché – come non era difficile immaginare – giocano sporco. Cosa si aspettavano Orlando, Lupo, D’Antoni e Rita Borsellino da Lombardo, Cracolici e Lumia? Quello che è avvenuto domenica era già scritto.
E ora? Noi ieri, a caldo, abbiamo detto che non si può fare saltare il tavolo del centrosinistra siciliano dopo che a quel tavolo – e con ‘certi’ personaggi’ – ci si è seduti insieme. E lo ribadiamo oggi. Perché, paradossalmente, una spaccatura del centrosinistra finirebbe con il favorire, ancora una volta, Lombardo, un personaggio che, da quando è al governo della Regione, ha distrutto quel poco che c’era ancora di vivo nell’economia siciliana. E che – soprattutto – ha seminato zizzania e malanimo tra tutte le forze politiche, dividendole e spaccandole nel nome del potere.
Claudio Fava – persona che noi stimiamo – invita Rita Borsellino ad andare avanti. Mentre si moltiplicano gli appelli che invitano Leoluca Orlando a candidarsi a sindaco di Palermo. Ora, se una parte della sinistra siciliana – variegata, ‘cespugliosa’, fatta di movimenti liberi – decide di rompere con il Pd siciliano degli affari la cosa sarebbe più che giusta. Ma rompere solo a Palermo sarebbe un errore. Anche perché la ‘Malasignoria’ di Lombardo, Cracolici e Lumia coinvolge e permea affari & affaristi in tutta la Sicilia.
Detto in termini ancora più chiari: se da Palermo deve partire un segnale per una nuova sinistra contro un Pd ormai segnato da Lombardo e dagli affari- magari riproponendo la candidatura di Rita Borsellino, come ha proposto Claudio Fava – allora è giusto presentare un candidato a sindaco alternativo a Ferrrandelli, sapendo, però, che ciò avvantaggerebbe il candidato di centrodestra. Ma se questa rottura deve avvenire solo a Palermo sarebbe l’ennesimo errore.

 

 

 

 

Giulio Ambrosetti

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