“Ferrandelli? Finirà nell’Mpa di Lombardo”

Fabrizio Ferrandelli, nel corso della conferenza stampa di questa mattina, ha negato di aver stretto accordi politici ed elettorali con chicchessia. Ma, a quanto pare, le sue parole non convincono Nadia Spallitta, consigliere comunale vicina a Rita Borsellino.
Nadia Spallitta, al contrario, dà per scontato che Ferrandelli avrebe scelto di farsi sostenere da Cracolici e Lumia, e quindi da Lombardo (come sembra emergere da alcune dichiarazioni degli stessi interessati)”. In pratica, secondo Nadia Spallitta, Ferrandelli avrebbe stretto un accordo elettorale con ciò che di peggio offre la politica siciliana: con il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo ‘titolare’ del peggiore governo della storia dell’Autonomia siciliana e con i grandi alleati dello stesso Lombardo (che – ricordamolo – è stato inquisito per mafia e non è ancora venuto fuori da una brutta storia giudiziaria) Antonello Cracolici, capogruppo del Pd all’Ars e con Giuseppe Lumia, chiacchieratissimo parlamentare nazionale del Pd.
Vero? Falso? Nadia Spallitta dà questo accordo già ‘chiuso’ e, anzi, spiega che la convergenza dell’ala del Pd che fa capo a Cracolici e Lumia, insieme con Lombardo, avrebbe come obiettivo la “contrapposizione alla scelta lineare, etica e ferma della Borsellino”. In pratica, sempre a parere di Nadia Spallitta, Ferrandelli si sarebbe prestato a un’operazione politica di bassa lega – e con personaggi molto discutibili (non soltant sotto il profilo politico…) per “bloccare la candidatura di Rita Borsellino. Cosa, questa, che non mi stupisce”.
Nadia Spallitta va giù duro: “Non sento affinità politica con il consigliere Ferrandelli, e non lo vivo come portatore di ideali e di valori del centrosinistra. D’altro canto, sembrerebbe che i suoi programmi vadano bene per tutti (come capogruppo di Idv , come espressione della società civile, come candidato di Cracolici, Lumia e di Lombardo), e che lui sia pronto a dialogare con tutti”.
“Non mi è chiaro – aggiunge la consigliera comunale vicina a Rita Borsellino – come da capogruppo di Idv, posizione che mantiene, dopo essersi scagliato contro i partiti, e dopo avere contestato, almeno a parole, il governo Lombardo, non escluda ora di associarsi proprio a questi esponenti politici. Non consegnerei mai l’amministrazione della mia città a chi non sembra avere una reale consistenza politica, con scarsa coerenza, e che contraddice sistematicamente se stesso”.
“Mi domando – prosegue Nadia Spallitta – come si possa dare fiducia ad un esponente politico così cangiante e, soprattutto, come si possa pensare di affidare Palermo, con tutti i suoi gravissimi problemi, ad un soggetto del quale non è chiara la linea politica, e di cui non si sa con chi vuole amministrare e fare coalizioni”. Quindi la stoccata: “Temo che il suo futuro politico possa essere con l’Mpa. Mi auguro che i suoi sostenitori e i palermitani, riflettano, perché la città ha bisogno di persone serie, competenti, le cui scelte politiche e il cui percorso siano assolutamente coerenti e trasparenti”.
In effetti – ammesso che la tesi di Nadia Spallitta sia vera – mescolare il proprio nome con quello di Lombardo non è una garanzia. Anzi. Se a questo poi si aggiungono personaggi come Cracolici e, soprattutto, come Lumia, lo scenario politico – non di Ferrandelli, ma di Palermo – diventa inquietante.
“Anche in questi anni di consiliatura – dice sempre l’esponente vicina a Rita Borsellino – non sempre, a mio avviso, è stata univoca la posizione di Ferrandelli, che raramente ha appoggiato le mie battaglie d’aula, ed anzi si è contrapposto a me, condividendo le posizioni dell’amministrazione Cammarata”.
“Credo – prosegue Nadia Spallitta – che sia venuto il momento per il centrosinistra, quello vero, di fare quadrato intorno ad una candidatura unitaria, che operi in modo etico e che riconduca all’interno del dibattito politico i problemi della città da affrontare con coerenza. Mi auguro che Leoluca Orlando partecipi a questa scelta, che oggi più che mai è indispensabile, se non vogliamo che Palermo, come la regione, diventi dominio di sistemi politici che hanno caratterizzato negativamente il governo Lombardo”. E la Sicilia, aggiungiamo noi.

 

Giulio Ambrosetti

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