Il bambino e l’adulto, il giovane e l’anziano. I gol del Palermo non hanno età e il destino, domenica, si è divertito a disegnare un intreccio curioso nel match del Barbera con il Licata deciso, dopo l’iniziale svantaggio, dai gol di Mattia Felici e Mario Alberto Santana. Uno dei più giovani dell’organico, classe 2001, e quello più avanti con l’età, 37 anni, a dimostrazione che nella compagine di Pergolizzi che sta viaggiando a ritmi da record nel girone I del campionato di serie D il gol ha una trasversalità che attraversa tutte le fasce generazionali. Felici e Santana: così lontani come età ma così vicini come ingredienti dello stesso cocktail. Vincente ed esplosivo. Icone differenti di una squadra composta da giocatori in grado di lasciare il segno a prescindere dai dati scritti sulla carta d’identità.
In questo gruppo c’è gloria per il capitano Santana, autore contro il Licata della quarta rete stagionale tra campionato e Coppa Italia di categoria e in assoluto del nono gol con la casacca del Palermo, e anche per Felici che, dopo le cinque reti siglate in partite amichevoli, domenica finalmente si è sbloccato anche in gare ufficiali realizzando la sua prima rete in campionato con la maglia rosanero: «Sono felice di aver finalmente fatto gol – ha ammesso il numero 75, arrivato in estate in prestito dal Lecce, in un’intervista rilasciata al sito ufficiale – non era un’ossessione ma per un attaccante è sempre importante segnare, dal punto di vista mentale dà una carica in più. Voglio condividere questa gioia con tutte le persone che fin da bambino mi hanno sostenuto ed incoraggiato a realizzare il sogno di diventare un calciatore».
L’obbligo di un 2001 sempre in campo ha agevolato l’inserimento del 18enne attaccante romano, punto fermo dello scacchiere di Pergolizzi: «Indossare una maglia prestigiosa come quella rosanero è un onore e una grande responsabilità – ha sottolineato il decimo marcatore di un Palermo che si sta imponendo anche come cooperativa del gol – lo è soprattutto per un giovane come me. Sono sicuro che la scelta di venire a giocare a Palermo (determinante, a questo proposito, la sponsorizzazione dell’ex regista rosanero e attuale tecnico del Lecce, Liverani, che ha consigliato al suo pupillo di farsi le ossa in D nel capoluogo siciliano, ndr) sia stata la più giusta. Due minuti dopo il mio gol (l’ultimo in gare di campionato lo aveva segnato nel novembre 2018 in occasione di un Benevento-Lecce in Primavera 2 prima del salto in prima squadra con i salentini, ndr) è arrivata la perla di Mario (Santana, ndr). Lui e gli altri over sono un esempio per noi giovani e i loro consigli ci serviranno per crescere e migliorarci».
Avere come compagno uno come Santana è un grande vantaggio. L’argentino classe 1981, più maturo e anche più completo rispetto al giocoliere ammirato durante la sua prima esperienza a Palermo, è il leader tecnico ma soprattutto un uomo-guida di questo spogliatoio con i suoi comportamenti in campo (significativa, domenica, la rincorsa fatta ad un avversario in fase di ripiegamento difensivo) e fuori. Giovani come Felici hanno bisogno di avere al loro fianco un profilo come quello di Mario. Uno che sa dare le giuste coordinate e aiutare i diversi under presenti in organico a canalizzare il loro talento nella giusta direzione.
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