«Se non è una presa in giro, poco ci manca». Non va per il sottile Leoluca Orlando, che stavolta si scaglia contro la decisione del governo nazionale di rivedere le modalità di assegnazione dei fondi stanziati a parziale compensazione di quanto i centri turistici di tutta Italia hanno perso, in termini di introiti derivanti dalla tassa di soggiorno, a causa dell’emergenza Covid.
«Dopo la battaglia condotta dai sindaci delle città turistiche – dice Orlando – a cominciare da Palermo, Firenze, Roma, Napoli e Milano, il governo nazionale si era impegnato a garantire subito un fondo da 100 milioni per compensare i mancati introiti dell’imposta di soggiorno. Somme già di per sé inadeguate, ma che davano almeno il segno di una parziale attenzione. Apprendiamo ora che però il governo ha cambiato idea e ha subordinato il trasferimento dei contributi ad una complicata procedura di approvazioni, consultazioni, decretazione ed altro. Insomma, tanto per cambiare mentre a Roma si discute, le tante Sagunto del nostro Paese soccombono sotto logiche ragionieristiche e dilatorie inaccettabili».
«Già 100 milioni coprono solo una minima parte delle perdite dell’imposta di soggiorno – aggiungono – se poi dovranno arrivare quando i Comuni saranno andati in bancarotta, vuol dire che c’è una logica perversa nell’agire del governo. Ci aspettiamo dal presidente Conte un significativo cambio di rotta e che da lui direttamente vengano un immediato intervento per rimuovere ulteriori ostacoli a questo finanziamento rivolto alle città turistiche».
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