Formazione e lavoro

Al via la fase operativa di EbioScart Plus, progetto di trasferimento scientifico e tecnologico

EbioScart Plus entra nella fase operativa. Il 15 giugno a Il Faro di Capo Mulini (Acireale) nel capoluogo etneo, l’evento di lancio del progetto di trasferimento scientifico e tecnologico, finanziato con il Psr-Sicilia 2014-2022 con la misura 16.1, che mira alla valorizzazione degli scarti del ficodindia. «Questa edizione del progetto – ha precisato Carmelo Danzì, innovation broker di EbioScart Plus – mette al centro della ricerca la buccia di ficodindia, attraverso l’implementazione di un know-how semplice e accessibile creato dai ricercatori dell’Università Federico II di Napoli e l’Università di Palermo. Nella fattispecie verranno messi a punto due nuovi fattori produttivi e un nuovo servizio, cioè un nuovo alimento per ruminanti e la creazione di un compost per vegetali, nonché l’applicazione dell’indica-xantina (betanina contenuta nella buccia di ficodindia) nei trasformati del ficodindia stesso».

Il progetto mette assieme un partenariato costituito da quattro aziende agricole con capofila la cooperativa Big  Fruit; l’Università di Napoli, rappresentata dalla responsabile scientifica Monica Cutrignelli. Il vasto partanariato si orienterà a rendere più forti le aziende agricole e zoo-tecniche. In un momento di difficoltà economica in cui i fattori produttivi costano sempre di più e gli utili di impresa si assottigliano, EbioScart viene in aiuto alle aziende per diventare più competitive. Il progetto ha una proiezione anche sul neuro-marketing: alla fine i prodotti della trasformazione del latte dei ruminanti, vale a dire i formaggi, verranno somministrati ad alcuni opinion-leader e verranno raccolte le risultanze obiettive di questa degustazione per testare il valore aggiunto apportato dal trasferimento dell’innovazione.

«Il nostro obiettivo – ha precisato Vincenzo Russo della Iulm di Milano, responsabile collaudo innovazione neuro marketing –  sarà quello di misurare con tecniche neuro-scientifiche, come elettroencefalogrammi o il battito cardiaco, il gradimento delle persone mentre assaggiano un prodotto sperimentale come le bucce di ficodindia. Si utilizza questa metodologia perché si vuole andare al di là del dichiarato, che spesso è falsato da condizionamenti. Noi misuriamo ciò che le persone non riescono a dirci». L’appuntamento inaugurale del progetto registra la presenza, tra gli altri, di Massimo Todaro, associato dell’Università di Palermo ed esperto della linea 1 (alimento per ruminanti); Aurora Ursino, presidente ordine degli Agronomi e Forestali di Catania; Giovanni Sutera, Ipa di Catania; Claudio Vadalà, esperto innovazione linea 2 (compost per vegetali). L’evento è patrocinato dall’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali e a tutti gli iscritti che parteciperanno all’appuntamento saranno riconosciuti dei crediti formativi.

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