A chi gli chiede di parlare della campagna elettorale per le regionali risponde con un sorriso: «Non sono qui per questo». Eppure Sottosopra, il libro scritto dal sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone è un programma politico a tutti gli effetti, sotto forma però di evento di presentazione. Come quello tenutosi ieri ad Agrigento, dall’atmosfera estremamente leopoldiana.
Ad aspettare Faraone sono stati pochissimi normali cittadini, qualche amministratore, i deputati Angelo Capodicasa e Giovanni Panepinto, e i vertici locali del Pd. Fuori dalla sala – piccola e comunque rimasta in parte vuota – anche i rappresentanti di Sicilia Futura, che con i Dem stanno condividendo in alcuni Comuni dell’Agrigentino il percorso di avvicinamento alle elezioni amministrative. Tra i presenti, poi, anche un ex Mpa, l’ex presidente della Provincia Eugenio D’Orsi. «Ma sono qui in qualità di preside – scherza – per chiedere se gli alunni della mia scuola potranno avere i fondi dal ministero per gli strumenti musicali”.
Alle domande dei giornalisti, Faraone risponde autopromuovendo il proprio libro in un concentrato di renzismo. «In Italia stiamo scrivendo la storia, stiamo cambiando il paese e la Sicilia non può rimanere indietro – dichiara -. Questo libro è un modo per descrivere un modo per cambiare le cose anche qui. Dove purtroppo siamo fermi e non riusciamo a svoltare pur avendo moltissime possibilità e risorse. Nel libro – continua – presentiamo gli strumenti che riteniamo debbano essere messi in campo. Siamo stanchi di governi di galleggiamento».
E a chi gli chiede di Crocetta e del suo governo, che dal Pd è sostenuto pervicacemente nonostante i suoi attacchi, glissa e precisa. «Non c’è nessuno scontro con Crocetta – assicura -. Noi guardiamo al futuro e crediamo che debba esserci una nuova generazione che governi questa regione. Noi amiamo dire le cose come stanno. Questo nuovo Pd – sottolinea – ha una caratteristica: quando le cose non vanno bene lo diciamo apertamente, anche se ad amministrare è uno del nostro partito».
Inutile, comunque, parlare di candidature – «non è l’argomento di oggi, stiamo solo mettendo in campo delle proposte rivoluzionarie» – nemmeno quando gli si fa notare che quel libro sembra proprio un programma elettorale per le prossime primarie. «No, sono le nostre idee, quelle di chi ha costruito la Leopolda e l’iniziativa di Palermo di alcune settimana fa – replica -. E sono diverse da quelle fin qui messe in campo da chi ha governato e dal Movimento 5 Stelle, che è molto conservatore in Sicilia». Chi si chiedesse quali sono i temi attraverso cui arrivare alla rivoluzione, tuttavia, potrebbe rimanere deluso. Almeno rispetto al fattore novità: tra quelli accennati, infatti, ci sono un migliore uso dei dipendenti regionali e il potenziamento del turismo. «Le idee che presentiamo rimettono in piedi la Sicilia», assicura nonostante tutto il sottosegretario.
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