Faraone: “Ma Franceschini non è quello che voleva le primarie aperte?”

Prosegue, nel Pd, il dibattito su come eleggere il segretario nazionale. C’è chi vorrebbe un’elezione riservata solo ai tesserati e chi, invece, vorrebbe un’elezione aperta alla società.

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, si è schierato apertamente per l’elezione del segretario nazionale riservata solo agli iscritti. Di diverso avviso, invece, Matteo Renzi, che con le primarie aperte pensa di sbaragliare qualunque avversario.

Il dibattito infuria anche in Sicilia. A parlare è proprio il leader dei renziani dell’Isola, Davide Faraone, parlamentare nazionale, naturalmente del Pd, eletto in Sicilia. Che è andato a scovare un documento del 2009, quando Franceschini affermava l’esatto contrario di quello che dice oggi.

“Il segretario eletto solo dagli iscritti? – si chiede a chiede Faraone -. Franceschini nel 2009 non la pensava così. Basta leggersi il suo documento per la candidatura per primarie a segretario nazionale del Partito democratico a cui ha partecipato nel 2009”.

“Rispetto al 2009 – precisa sempre Faraone – il Franceschini pensiero è cambiato radicalmente. Nel 2009 voleva primarie aperte, adesso chiuse. Perché ha cambiato idea? Forse governare insieme ad Alfano e Brunetta non fa poi così bene. E forse perché non pensa più ad un Pd di governo, ma ad un Pd che si adatti a questo governo…”.

A questo punto Faraone, in un puntuto comunicato, pubblica un passo del Franceschini-pensiero versione 2009: “Un partito che difende come oro la forza dei propri militanti. Tutte quelle persone che hanno scelto, iscrivendosi al partito, di dedicare una parte della propria vita a un ideale, tenendo aperti i circoli, distribuendo volantini e giornali, animando le feste di partito, appassionandosi per la politica. Ma un partito che sa anche che nella società di questo secolo esistono altre forme di partecipazione a un progetto politico, meno stabili ma non per questo meno vere e appassionate”. (a snistra, foto del Ministro Dario Franceschini, tratta da blitzquotidiano.it)

“Cambiamo lo statuto dove non funziona – diceva sempre nel 2009 Franceschini – . Rivediamo le regole del tesseramento per avere più apertura e più trasparenza insieme. Mettiamo un po’ d’ordine nelle regole, ma non rinunciamo alla scelta che abbiamo fatto alla nascita del Pd, di affidare agli iscritti le scelte del partito e l’elezione degli organi territoriali, affiancando a loro gli elettori, da chiamare nei momenti delle grandi scelte, com’è certamente l’elezione di un segretario nazionale. Non alziamo barriere. Gli elettori del Pd non sono estranei, sono parte di noi. Sono quelli che arrivano nelle grandi mobilitazioni civili, che ci sostengono nelle campagne elettorali, che riempiono le piazze e i comitati. Ecco perché difendo questo equilibrio e perché penso che le primarie del 25 ottobre saranno un’altra momento importante per noi e per la democrazia italiana”.

Insomma, allora Franceschini non voleva “alare barriere”. Oggi per eleggere il nuovo segretario nazionale del Pd, le barriere vuole alzare…

 

 

Redazione

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