Far West in piazza Dante: Laura è vigile

Si chiama Laura Salafia, ha trentaquattro anni, è di Siracusa, ed è la ragazza che è stata ferita alla nuca, oggi, poco dopo mezzogiorno, nei pressi di piazza Dante, a Catania, proprio all’incrocio con via di Sangiuliano. Questo è quanto si è appreso pochi minuti fa.
La giovane si è trovata coinvolta in una sparatoria di stampo mafioso, che pare avesse come obiettivo un pregiudicato affiliato al clan Zuccaro, Maurizio Gravino, attualmente ricoverato all’ospedale Vittorio Emanuele, in gravi condizioni ma stabile, dopo essere stato colpito da almeno tre dei cinque proiettili che sono stati esplosi.
«L’uomo, un pregiudicato, si trovava su un ciclomotore quando è stato raggiunto dai colpi che sono stati sparati da un pedone», lo ha dichiarato Salvatore Montemagno, capo della squadra mobile di Catania.
Secondo le prime ricostruzioni, Gravino, quarantenne, sarebbe rimasto in sella al suo motorino e avrebbe continuato a guidare, finché si è accasciato al suolo poco prima di arrivare in via Vittorio Emanuele. L’uomo che ha sparato, invece, si sarebbe allontanato a piedi. Non si esclude che le telecamere di sorveglianza della zona possano aver ripreso qualcosa di importante per le indagini.

La ragazza, che pare sia iscritta alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania, è stata raggiunta al collo da un colpo che ha attraversato le vertebre cervicali. Ricoverata in terapia intensiva all’ospedale Garibaldi a quanto si è appreso in un primo momento è vigile e non versa in gravi condizioni di salute. Il Magnifico Rettore dell’Ateneo catanese, Antonino Recca, s’è già recato a sincerarsi delle sue condizioni, al fine di poter tranquillizzare i familiari, e ha dichiarato: «L’ho vista mentre le facevano la Tac, è sveglia e sembra reagire bene. Il problema pare che sia la frammentazione del proiettile: alcune schegge si trovano vicino a parti delicate. I medici si sono riservata la prognosi ma non sarebbe in pericolo di vita».

Nessuno sembra aver visto quello che è successo, nonostante l’attentato si sia verificato in pieno giorno, ad un orario in cui piazza Dante è generalmente molto affollata.
«Noi stavamo lavorando, c’era una laurea, più di un centinaio di persone riempivano la stanza, e almeno una trentina erano davanti alla porta», ha dichiarato uno degli impiegati del bar davanti al quale si è svolta la sparatoria, in corrispondenza del civico numero 1. «Abbiamo sentito i botti, ma non abbiamo nemmeno immaginato potessero essere spari. Ci sono le lauree, credevamo fossero fuochi d’artificio».
Molto simile a questa la versione del posteggiatore abusivo che si trovava proprio là davanti: «Stavo sistemando le macchine, ero girato dall’altra parte. Quando ho sentito il rumore era già tutto finito, c’era solo la ragazza per terra, colpita al collo. Assieme a due ragazzi, sono stato il primo ad aiutarla e a chiamare i medici dell’ospedale Santa Marta, a due passi da qua».

Quella di stamattina è la seconda sparatoria del giorno, a Catania: la prima è di questa mattina, in Corso Indipendenza. Il ventottenne Giuseppe Calanna è stato ferito al braccio da alcuni colpi di pistola che lo hanno raggiunto dentro al panificio del padre. Secondo i primi accertamenti della squadra mobile, Calanna non avrebbe precedenti penali né sarebbe inserito in ambienti mafiosi.

Foto di Andrea Sessa.

Roberto Sammito

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