Fallen – Evanescence

Un mondo fatato, tinte decisamente dark.
Un viaggio attraverso le parti più buie e nascoste di un animo.
Album di debutto di cinque ragazzi d’Oltreoceano, che con le loro musiche e con la splendida voce di Amy Lee, frontwoman del gruppo, riescono a toccare il punto più alto del paradiso e allo stesso tempo cadere tra le fiamme dell’inferno. Un disco a più anime e pieno di tormento. Evidente nelle liriche, storie di pene di amore e di quotidiane sofferenze delle vite umane, con un frequente richiamo alla discesa, all’annegamento e una conseguente rinascita alla vita.

Going Under
apre l’album. Una voce decisa, determinata che si intercala in un’atmosfera cupa e piena di sfumature rosso fuoco.
Una richiesta di salvezza è la seconda traccia, Bring me to life. Un grido di libertà. Gioco tra voce femminile e maschile, smorzate dal suono della chitarra elettrica. Esse sembrano fondersi per poi sfociare sulle note finali in un mare sempre più in tempesta.

Ma non mancano i momenti dolci e tristi come My immortal, dove il suono pacato di un pianoforte accompagna la delicata voce di Amy Lee. Un inno ad un amore ormai lontano, che continuerà a vivere solo nei ricordi. Come in un viale stellato, dove tutto è maledettamente magico. Il suono dei violini gridano il dolore e si spengono pian piano, come il sole quando sparisce dietro il colle, lentamente.
Undici canzoni che richiamano città fantasma, atmosfere che si avvicinano a quelle che si respirano ne Il Corvo, Batman e lo stesso Daredevil.
Una marcia piena di rabbia, senso di vendetta, come in Haunted dove si alternano momenti di riflessione e boati di musica incessante.
E ancora, la voce straziante in Hello il brano più malinconico e amaro dell’album. Una donna che dorme, convinta di potersi svegliare dal suo lungo sogno. Ancora una volta è il pianoforte a fare da guida per tutta la durata della canzone.

Per finire, il pezzo di chiusura Whisper che riassume tutta l’essenza dell’album, concentrando ogni traccia in un unico momento: cori angelici, canti gregoriani, ritornelli angoscianti.
Agli Evanescence va il merito di essere stati in grado di “costruire” un lavoro che rappresenta come una via di fuga per l’anima alla società odierna, senza ricorrere alla rabbia violenta del death-metal, ma riscoprendo delle emozioni romantiche che strizzano l’occhio a delle atmosfere gotiche.

www.evanescence.com [ etichetta: Wind up – a.p. Giugno 2003]

Alessandra Cambria

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