«Saremo comunque in piazza sabato 12, alle ore 17 e 30 davanti al teatro Massimo. Anche senza Facebook merda». L’annuncio di una censura può diventare un’occasione ulteriore di mobilitazione. Ne è consapevole Giulio Franzitta, attivista della rete Palermo solidale con il popolo curdo. Il social più noto al mondo ha oscurato la pagina Fb della rete così come l’evento che annunciava la manifestazione prevista per domani da piazza Verdi. Quel che più sorprende è che a essere colpita è il gruppo palermitano che da tempo sostiene l’esperienza del confederalismo democratico nata dalla rivoluzione del 2012, in forte pericolo per via dell’imminente invasione della Turchia sulla Federazione della Siria del Nord.
Nonostante la solidarietà crescente al popolo curdo, che non ha solo combattuto la guerra contro l’ISIS ma ha anche creato un sistema di autogoverno fondato sulla democrazia dal basso, Facebook però ha scelto di censurare esclusivamente gli attivisti del capoluogo siciliano. Come mai? «Non so che collegamento possa esserci con l’attualità – dichiara Franzitta – In ogni caso i post più gettonati ricevono sempre un attacco da parte di troll turchi, come minacce sulla pagina. Facebook ci ha poi comunicato la censura in turco. È paradossale che un’azienda che ha sede in California comunichi a una pagina e un evento scritti in italiano una censura in turco. Inoltre il simbolo della pagina è quello del partito di sinistra turco che è in Parlamento, cioè l’Hdp, quindi è comunque un richiamo a un partito legale. Mentre l’evento aveva l’immagine disegnata da Zerocalcare, che sta girando moltissimo».
Non si capisce, dunque, quale possa essere stato il motivo della censura – che, come avviene sempre nel social, sarà molto probabilmente dovuta a una segnalazione da parte di qualche utente. «Ho ricevuto una ventina di notifiche – continua l’attivista palermitano – Tutte uguali, con scritto che c’era un contenuto che violava le regole della community. Ma se clicco quel link non riesco ad accedere a quel contenuto. L’evento aveva già oltre mille partecipanti». Intanto anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e tutta la giunta comunale hanno aderito all’appello della Rete delle città in Comune, rivolto alle istituzioni nazionali e internazionali, alle Nazioni Unite, all’UE e al Consiglio d’Europa perché si attivino immediatamente per fermare l’invasione da parte della Turchia dei territori del Kurdistan siriano e prevenire l’escalation di violenza che rischia di colpire il Medio Oriente.
«La difesa della Siria del nord è nostra comune responsabilità – si leggeva nel testo dell’evento che è stato censurato – L’unica possibilità che abbiamo per non essere complici della vergognosa azione dei paesi di cui facciamo parte è portare tutta la nostra solidarietà, dare tutto il nostro appoggio a chi, ancora una volta, prende in mano un fucile per difendere contro profitto e colonialismo la possibilità di una vita migliore perché più giusta. Che il governo italiano proceda all’immediata sospensione della vendita di armi alla Turchia e all’intervento in sede di Unione Europea per l’immediato congelamento dei fondi che in maniera colpevole l’UE regala dal 2016 alla Turchia per bloccare i migranti. Il tempo di agire è ora, in nome della pace, della giustizia e del rispetto dei diritti fondamentali dei popoli, in primis quello alla vita».
Queste finora le adesioni alla manifestazione di domani: Palermo Solidale con il popolo Kurdo, Alcamo per il Kurdistan, Centri sociali Palermo, Potere al Popolo Palermo, Collettivo Umberto, Collettivo Benedetto Croce, Asilo Occupato Kaos, Cobas Palermo, USB Unione Sindacale di Base, Casa del Popolo Palermo, Comitato di Base No Muos Palermo, Assemblea Anarchica Palermitana, Anarco Sakalash, Rifondazione Comunista Palermo, ARCI Palermo, Associazione Antimafie, Rita Atria, Democrazia Lavoro CGIL Sicilia.
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