Ex sportellisti/ Egidio Ortisi: “In settimana racconterò tutto in una conferenza stampa”

IL PRESIDENTE DEL CIAPI DI PRIOLO CI DA’ SOLO QUALCHE ANTICIPAZIONE. NOI NE APPROFITTIAMO PER PARLARE E FAR PARLARE UN PERSONAGGIO CHE CONOSCIAMO DA ANNI. E CHE NON HA NULLA A CHE VEDERE CON I METODI ‘LEVANTINI’ UTILIZZATI IN QUESTA STORIA DAL GOVERNO E DALL’AMMINISTRAZIONE REGIONALE

Alla fine siccome ci stiamo infastiditi oltre ogni limite nel leggere i continui attacchi a Egidio Ortisi, abbiamo deciso di fare con lui una breve chiacchierata. Con una premessa: che chi scrive conosce l’onorevole Egidio Ortisi dal 1993, anno particolare per l’Italia e per la Sicilia. Anno in cui si affermava una generazione di Sindaci che è riuscita, in pochi anni, a cambiare in meglio il nostro Paese.

Certo, oggi che tutto va a rotoli ci viene difficile pensare a un’Italia che migliora. O, addirittura!, a una Sicilia che migliora. Tra perdita della sovranità monetaria, Unione europea finita nelle mani delle banche, degli speculatori della finanza, dei massoni (forse non senza l’influenza dei mafiosi: basti pensare ai proventi delle mafie che entrano nel conteggio dei Pil…) ci viene difficile, molto difficile pensare all’idea stessa del miglioramento.

Eppure, credeteci, dal 1993 in poi, per due o tre anni, l’Italia dei Comuni ha vissuto una rinascita. Subito ridimensionata – questo va detto – dai Governi Prodi, D’Alema, Amato e Berlusconi. Dall’adesione folle all’euro-marco tedesco, dal “Sì” al Muos di Niscemi (che si materializza in quegli anni), fino alla creazione dell’Agenzia delle entrate e di Equitalia (per questi due ‘regali? non finiremo mai di ‘ringraziare’ il Governo Berlusconi 2001-2006 e soprattutto Giulio Tremonti).

Egidio Ortisi, allora, era Sindaco di Floridia, bel Comune della provincia di Siracusa. Un professore di latino e greco, innamorato delle rappresentazioni classiche dell’Inda finito a fare l’amministratore pubblico per passione civile.

Qualche anno dopo arriverà all’Ars, nelle file della Margherita. Farà bene anche da deputato regionale. Sempre corretto, sempre da gran signore. Rimarrà a Sala d’Ercole per un paio di legislature. Sarebbe stato un ottimo assessore ai Beni culturali: un’ottima ragione per lasciarlo fuori.

In realtà, a pressare per convincerlo a entrare nel Governo ci proverà Raffaele Lombardo. Ma Ortisi, tornato alla sua passione per la cultura classica, rifiuterà. Lo mettono in croce solo per la vicenda Ciapi di Priolo. Vorrebbe dire no. Accetta perché, alla fine, è quasi costretto a farlo.

Siamo sempre negli anni del Governo regionale di Raffaele Lombardo. Vi dice niente il fatto che, mentre a Palermo, nella sede del Ciapi, ne succedevano di tutti i colori (sperperi di denaro pubblico di gran lunga maggiori dell’immaginazione di questi anni!), nella sede del Ciapi di Priolo va in scena l’esatto contrario?

Quando arriva Rosario Crocetta Ortisi resta dov’è. Lui, in realtà, se ne voleva andare. Ma, al solito, lo costringono. Lasciandolo dov’è, il governatore Crocetta fa una delle poche cose giuste della sua finora disastrosa carriera di presidente della Regione.

Non tutti sanno che Ortisi è uno dei pochi – forse l’unico amministratore pubblico – che ha restituito oltre 500 mila euro al Governo della Regione. Sì, ha gestito i corsi, ha pagato tutti (tutti: docenti e allievi: altro che conteggi del dipartimento regionale della Formazione!) e ha restituito oltre 500 mila euro a un’esterrefatta dottoressa Anna Rosa Corsello.

In compenso – quasi a titolo di ‘premio’ – la vulcanica dottoressa Corsello e il presidente Crocetta che sulla formazione fa il pesce dentro il barile lo hanno ricompensato nel modo seguente: hanno licenziato – avete letto bene: licenziato! – i mille e 800 circa dipendenti degli ormai ex sportelli multifunzionali e hanno detto a questi ultimi: tranquilli, ora vi facciamo assumere tutti dal Ciapi di Priolo.

Invece a Ortisi hanno detto: onorevole, proviamo a dare una mano a questi mille e 800 neo disoccupati, nel rispetto della legge, ovviamente.

Di fatto, è una commedia degli inganni: Ortisi sa una cosa, i mille e 800 ex sportellisti ne sanno un’altra. Mentre i sindacati – in testa Cgil, Cisl e Uil – sanno tutto e recitano a soggetto.

Ortisi sa che la legge gli impedisce di ‘confezionare’ bandi-fotocopia con i fondi comunitari. Crocetta e la dottoressa Corsello hanno detto ai mille e 800 ex sportellisti che Ortisi, invece, gli confezionerà i bandi-fotocopia, ben sapendo che lo stesso Ortisi non violerà mai la legge. Per l’appunto, una commedia degli inganni.

In pratica, il governatore e la dottoressa Corsello – con la connivenza dei sindacati – raccontano cose non vere agli ex sportellisti, salvando la faccia con i lavoratori licenziati, facendo prendere il fuoco con le mani al presidente del Ciapi di Priolo.

Con i sindacati – Cgil, Cisl e Uil (che in parte sono direttamente coinvolti in questa commedia degli inganni) – che sanno tutto, sono d’accordo con il Governo, e debbono ‘scaricare’ le responsabilità su Ortisi il ‘cattivo’ che non gli confeziona il bando malandrino e fuori legge. Recite su recite su recite.

Siamo arrivati ai nostri giorni. Stanchi di questa sceneggiata abbiamo rintracciato Ortisi. Ben sapendo che non ci dirà mai una sola parola contro il Governo e contro l’Amministrazione (la ‘mitica’ dottoressa Corsello, che una ne pensa e cento e forse più ne fa…).

“Una cosa, però, ve la posso dire – ci dice Ortisi -: e cioè che in settimana terrò una conferenza stampa dove chiarirò tutti i punti di questa storia. Perché adesso mi sono stancato pure io”.

Onorevole, in questa storia, ammetterà, c’è un equivoco di fondo…

“Io preferisco attenermi ai fatti senza esprimere giudizi. Garanzia Giovani è uno strumento che serve per i giovani. Se poi, casualmente, si possono utilizzare le professionalità disponibili, che ben vengano. Ma nel rispetto della legge. Bandi-fotocopia non se ne possono fare”.

Nell’Amministrazione c’è qualcuno che le ha chiesto di ‘confezionare’ bandi-fotocopia?

“L’ho detto e lo ripeto: non esprimo giudizi. In conferenza stampa chiarirò tutti gli aspetti di questa storia. Quello che posso anticipare adesso è che mi atterrò ai fatti. E agli atti ufficiali. Per evitare di alimentare equivoci su equivoci”.

Però c’è qualcuno che ha messo in testa ai mille e 800 sportellisti – e in certi momenti dello scorso anno a tutti i dipendenti della Formazione professionale – che il Ciapi di Priolo avrebbe sistemato tutto e tutti…

“Non lo so. Il mio compito non è questo. E, lo ribadisco ancora una volta, non esprimo giudizi”.

Alcuni lettori del nostro giornale dicono che il Ciapi di Priolo sarebbe privato…

“Un tempo era così, oggi non più. Il Ciapi di Priolo nasce per formare il personale dell’area industriale di Siracusa. E per un periodo ha funzionato da ente privato. Dal 1986 in poi, se non ricordo male, è passato alla Regione. Oggi è pubblico a tutti gli effetti. Il novantanove per cento fa capo alla Regione. Il restante uno per cento ad un altro soggetto pubblico”.

Ma è vero che, con l’ultima versione del bando non-fotocopia che avete pubblicato di recente, ci sono soggetti che vorrebbero i contratti con livelli retributivi apicali?

“Anche questo è un argomento che affronterò in conferenza stampa”.

Ci racconta la storia degli oltre 500 mila euro che il Ciapi di Priolo ha restituito alla Regione?  

“Non c’è molto da raccontare. Ordinaria amministrazione. Si tratta del progetto Spartacus. Abbiamo pagato tutti. Sono rimasti 590 mila euro e li abbiamo restituiti all’Amministrazione regionale. Tutto qui”.

Inutile chiedere a Ortisi altri ‘lumi’ sulla commedia degli inganni nella quale il Ciapi di Priolo è stata ‘infilata’. Ne approfittiamo per chiedergli come vede il futuro della sua provincia. A Gela, forse, a Dio piacendo, ci liberiamo dell’Eni. Non sarebbe il caso di liberare Siracusa dalle industrie inquinanti?

“Per la mia provincia ho sempre pensato a un’attività industriale ecosostenibile. Un’industria legata alla nostra agricoltura. E poi vedo il binomio turismo-cultura”.

La Lukoil non raffina più petrolio e Moratti…

“La Lukoil ha acquistato gli asset. Quanto a Moratti, credo che ormai lavori in Sardegna”.

Ma allora chi raffina petrolio?

“Multinazionali”.

 

Giulio Ambrosetti

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