Le variabili sono ancora tante e se qualcuno scalda già i motori, molti altri si prendono ancora del tempo per guardarsi intorno e decidere come muoversi in vista delle elezioni europee del 2019. Un tema che non è in realtà all’ordine del giorno delle forze politiche, viste le tante variabili a livello nazionale, a cominciare dall’atteso congresso del Partito democratico, a dicembre. Sarà quella, infatti, la sede in cui sarà chiaro se alle europee gli elettori troveranno effettivamente sulla scheda elettorale il simbolo del Pd o meno.
A quel punto saranno anche chiare le eventuali coalizioni, da una parte con le forze di sinistra, e dall’altra con i moderati e possibilmente anche Forza Italia. Tutte incognite troppo variabili e soprattutto slegate dalla politica regionale, ma che trovano conferme proprio al di qua dello Stretto. Sotto questo profilo è chiaro, infatti, l’invito che Davide Faraone ha rivolto a Gianfranco Micciché nel corso della Leopolda Sicula. Un passaggio che ha rappresentato uno spartiacque e determinato, dall’altra parte l’invito che i Partigiani dem di Antonio Rubino (l’ala più a sinistra del partito) hanno rivolto a Laura Boldrini (che non ha ancora confermato la sua presenza) alla convention Agorà, che si terrà a ottobre a Palermo.
Prove tecniche, appunto, per delimitare i confini nel caso in cui effettivamente in casa dem si dovesse arrivare alla scissione. Da cui, ovviamente, nascerebbero due liste di centrosinistra, l’una più vicina al Pse, l’altra più affine alle posizioni del Ppe. Le eurodeputate uscenti al momento sono Caterina Chinnici e Michela Giuffrida. Ma se c’è già chi immagina una seconda candidatura per la giornalista catanese, difficilmente – si dice nelle retrovie – la figlia del giudice ucciso dalla mafia potrà ambire a un secondo giro di giostra.
Se il quadro a sinistra è tutto in divenire, non va meglio guardando a destra. Anche Forza Italia, per le ragioni di cui sopra, appare parzialmente legata al quadro che entro la fine dell’anno potrebbe emergere dal congresso in casa dem. E guardando agli uscenti, ecco che in molti si dicono convinti che l’eurodeputato eletto in Sardegna, Salvatore Cicu sarebbe pronto a ricandidarsi, per portare avanti il lavoro sull’insularità già seguito in questo mandato. C’è poi il grande interrogativo sulle sorti di Giovanni La Via, di cui in molti tessono le lodi. Certo, però, il fatto che alle scorse regionali fosse stato designato vicepresidente dal candidato dem Fabrizio Micari rende la strada verso la ricandidatura nel centrodestra particolarmente in salita. Sembrano, invece, ben quotati i nomi di Giulio Tantillo, Gaetano Armao e Tommaso Calderone.
Tra i nomi che circolano in ambienti vicini al governatore, posto il divorzio elettorale con la Lega, ci sono l’autonomista Giovanni Di Mauro, ma anche la deputata di Fdi Carolina Varchi e l’assessore regionale Sandro Pappalardo, nonché il capogruppo di Diventerà Bellissima, Alessandro Aricò, e il titolare di piazza Ottavio Ziino, Ruggero Razza. Sul fronte 5 Stelle, infine, il meccanismo resterà il medesimo: si passerà dalla selezione online sulla piattaforma Rousseau, per poi approdare nelle liste pentastellate. Troppo presto, per conoscere i tempi della prima selezione online, anche se appare pressoché certa la ricandidatura dell’uscente Ignazio Corrao.
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