Etna, bocconi avvelenati tra Galvarina e Monte Scavo Morti una volpe e un cane delle forze dell’ordine

Attenzione alle escursioni sull’Etna, soprattutto se avete un cane al seguito, per rischio bocconi avvelenati. L’area interessata è all’interno del demanio forestale Filiciusa-Milìa, lungo la Pista Altomontana e precisamente tra i Rifugi Galvarina e Monte Scavo, dove sono accadute due morti sospette di animali, con accertamenti tossicologici in via di definizione. L’ultimo caso proprio poche ore fa, con una volpe trovata ancora viva, ma in sofferenza.

Il primo caso è accaduto la settimana scorsa, nei dintorni del Rifugio di Monte Scavo (Etna ovest – Bronte), dove durante una seduta di addestramento cinofilo di un reparto delle forze dell’ordine, uno dei cani è deceduto in seguito all’ingerimento di un boccone. La carcassa è stata trasportata all’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia, sezione di Catania, per la procedura di analisi. Il secondo caso è avvenuto invece durante lo scorso week-end: una volpe è stata trovata morta nei pressi del Rifugio Galvarina (Etna sud-ovest – Adrano). Ad accorgersene è stata domenica mattina una pattuglia del distaccamento forestale di Bronte, con al comando il commissario Vincenzo Crimi, durante un intervento di soccorso.

«Con la squadra di Nicolosi, per competenza territoriale, abbiamo rimosso la volpe e, rispettando la procedura, l’abbiamo consegnata ai veterinari dell’Istituto zooprofilattico di Catania che stanno ultimando gli esami e i prelievi del caso», dice il comandante del Nucleo Speciale, Luca Ferlito. L’ultima notizia è di poche ore fa: presso il rifugio di Monte Palestra (tra la Galvarina e Monte Scavo), è stata trovata una volpe viva, ma in sofferenza. È intervenuta ancora una volta una squadra del distaccamento forestale di Nicolosi, che ha consegnato la volpe viva alle istituzioni «sperando che si riesca a salvarla», commenta Ferlito.

Il comandante fa poi riferimento al regolamento del Parco, «che noi come Forestale abbiamo il dovere di far rispettare: l’area di cui stiamo parlando, quella dei rifugi dell’Altomontana, ricade in zona A. Qui non è consentito l’accesso ai cani, nemmeno al guinzaglio, e dunque vigileremo e sanzioneremo per far rispettare la legge. Inoltre – conclude Luca Ferlito – l’ispettore ripartimentale Antonino Lo Dico ha disposto, in seguito a questi fatti, un piano straordinario di controllo del territorio, diurno e notturno, che è già in atto».

Sergio Mangiameli

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