«Esn è un’associazione che aiuta a superare la depressione post Erasmus», risponde ironicamente Tino Giuffrida, neopresidente di Esn a Catania, alla domanda su cosa sia l’Erasmus Student Network, precisando che, dopo aver trascorso anche solo un breve periodo all’estero, tornare a vivere con i soli autoctoni (catanesi) diventa impossibile.
Esn (Erasmus Student Network, appunto) è un’associazione apolitica e senza scopo di lucro, fondata in Belgio venti anni fa in concomitanza con il progetto Erasmus. La sua funzione, infatti, è proprio quella di facilitare l’inserimento dello studente straniero, partito alla volta di una temporanea esperienza all’estero. Inserimento non sempre facile, soprattutto per chi si imbatte in realtà sociali e strutturali ostiche, come quella catanese. Tanto che il capoluogo etneo impiega davvero poco a guadagnarsi l’epiteto di “città pazza” o addirittura di “giungla”.
A Catania, Esn esiste da appena due anni e costituisce una delle trentasei sezioni presenti sul territorio italiano. Reduce da una gestione – a detta dei soci – inefficiente, essa riprende adesso vita con un nuovo team organizzativo, comprensivo di tesoriere (Marco Cillepi), relatore locale (Alessandro Pappalardo) e addetto stampa (Nalini Demma). Si tratta si studenti dell’ateneo etneo che cercano di agevolare l’adattamento degli smarriti Erasmus alla frenesia catanese ed ai suoi disservizi, e che ne approfittano per perpetuare nostalgicamente le esperienze da loro stessi vissute all’estero, delle quali confessano una certa “dipendenza psicologica”.
«Iniziamo con l’housing – spiega Tino Giuffrida – Ovvero, aiutiamo gli studenti Erasmus, soprattutto spagnoli, ma anche polacchi, cechi, tedeschi, francesi, ecc., a trovare casa. Gli sconsigliamo le zone più rischiose e, tramite il tesseramento alla nostra associazione, gli facciamo ottenere sconti presso cinema e locali notturni. Poi cerchiamo di prendere più iniziative possibili, organizzando gite sia in Sicilia che oltre lo stretto. Ma quel che ci caratterizza è il contatto diretto con l’Erasmus. Noi diventiamo amici degli Erasmus. Usciamo insieme la sera e conquistiamo la loro fiducia. Non facciamo per niente politica, per questo non riceviamo nessuna sovvenzione. Tanto che ancora non abbiamo neanche un ufficio e siamo costretti a riunirci a casa nostra».
Eppure la mancanza di fondi non frena l’entusiasmo dei soci, che hanno già raggiunto un primo traguardo. Grazie ad un loro progetto, infatti, sarà Catania ad ospitare l’evento che ogni anno, nel mese di maggio, riunisce gli Erasmus presenti in tutte le città d’Italia. E in occasione del quale i rappresentanti di tutte le sezioni di Esn si incontrano per fare il punto della situazione.
Altro obiettivo è l’iscrizione all’Albo nazionale delle associazioni, il cui presupposto è lo svolgimento di almeno un anno di attività. Cosa che Esn Catania è seriamente intenzionata a fare, avendo ben compreso che essere Erasmus “etneo” non è sempre una passeggiata. Soprattutto per chi, attirato dal mito del Bel Paese, si aspetta solamente sole, mare e spiagge libere. «Dobbiamo sempre spiegare perché i litorali sono sporchi ed è tutto privatizzato – spiega Nalini Demma, addetto stampa – O perché le macchine sono parcheggiate anche in terza fila e i pedoni rischiano spesso di essere investiti. Ma una volta superate le prime difficoltà, tutti si innamorano della nostra terra e delle sue bellezze, legandosi molto ad esse. E poi, a dire la verità, c’è anche qualcosa che l’Erasmus si aspetta ma poi non trova. E’ la mafia! Ci chiedono sempre dove sia. Noi gli spieghiamo che c’è ancora, ma non si vede».
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