L’Etna continua a dare spettacolo e, ancora, i vulcanologi osservano con attenzione. Anche stamattina la provincia di Catania si è svegliata per il tremore delle scosse che, una dopo l’altra, si sono fatte sentire soprattutto nella zona di Zafferana Etnea. Segno che i movimenti magmatici nel sottosuolo non sono ancora finiti e che il vulcano non ha trovato una nuova situazione di equilibrio. Stamattina, le guide vulcanologiche di Etna sud sono tornate – come avevano fatto ieri – a oltre duemila metri sul livello del mare, per osservare da vicino le evoluzioni di questa eruzione di Natale. Alle 13, intanto, l’aeroporto Vincenzo Bellini di Fontanarossa è tornato pienamente operativo, dopo essere rimasto chiuso per tutta la notte a causa della cenere sospesa nell’atmosfera. «Anche oggi l’Etna emette colonne di cenere – spiega Giuseppe Amendolia, geologo e guida vulcanologica di Etna sud – Il colore è grigio, che indica un livello magmatico più basso e l’espulsione di materiale di crollo».
Questa mattina, Amendolia e alcuni colleghi sono andati a fare un sopralluogo nei pressi dei crateri. Quello di Nord-Est e la Bocca nuova fanno registrare una forte attività stromboliana, mentre quello di Sud-Est, invece, sembra essersi fermato. Anche la frattura che si è aperta sulla Valle del bove non fa registrare attività esplosiva, ma sullo stato della colata non è possibile essere più precisi: «Oggi il tempo è pessimo – continua Amendolia – Ha iniziato anche a nevicare e la visibilità è davvero ridottissima. Non si riesce a vedere più in basso e, con un quadro poco definito come quello attuale, non è il caso di avvicinarsi di più alla frattura eruttiva».
«Dal punto di vista sismico, l’attività è concentrata nell’area di Piano del Vescovo – interviene Stefano Branca, responsabile del monitoraggio dei vulcani siciliani per l’Ingv – Registriamo, inoltre, attività intracraterica dalla Bocca nuova e riduzione della quantità di cenere emessa, rispetto a ieri». Motivo per il quale, come detto in precedenza, è stato abbassato anche il livello del Vona, cioè il dispaccio utilizzato dall’Ingv per segnalare a chi si occupa di aviazione eventuali rischi legati alla sabbia lavica in sospensione. «In concomitanza con l’intrusione del magma, continuano anche le piccole deformazioni della zona vulcanica – conclude il vulcanologo – Al momento, sono concentrate nella zona di maggiore sismicità ma, com’è ovvio, non è possibile prevedere come evolverà la situazione».
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