Si chiama «Giorno della Memoria – Il dolore di un secolo» ed è il concorso per giovani creativi bandito dall’Ersu, l’ente regionale per il diritto agli studi universitari. Giunto alla seconda edizione, il bando premierà due studenti dell’università di Catania che – con un testo o un video – riusciranno a dare un’interpretazione originale del tema della Memoria. Il 27 gennaio è la data scelta dalla comunità internazionale per ricordare le vittime della Shoah, «e in un momento come questo, in cui l’Europa viene colpita al cuore, non dimenticare diventa di vitale importanza», spiega Alessandro Cappellani, presidente dell’Ersu. Lanciato il mese scorso, ieri era il termine ultimo per consegnare le proprie produzioni, prima dell’inizio delle riunioni della giuria che sarà presieduta da Sarah Zappulla Muscarà, docente di Letteratura italiana del dipartimento di Scienze umanistiche. I due vincitori – che riceveranno due borse di studio del valore di mille euro ciascuna – saranno proclamati il 28 gennaio, alle 17, nell’aula magna del Palazzo centrale dell’università.
L’Ersu di Catania stabilirà quali studenti hanno realizzato il migliore testo scritto o il migliore video (in qualità di registi o di attori) sul tema della Memoria. «È il secondo anno consecutivo che lanciamo questo concorso – afferma Cappellani – Perché nel nostro lavoro non vogliamo solo sostenere i ragazzi, ma vogliamo anche sapere cosa pensano e dare loro una voce». L’edizione 2014 si è rivelata un successo, che nel 2015 Cappellani vuole replicare: «L’anno scorso siamo rimasti senza parole di fronte alla profondissima capacità espressiva di questi giovani, quest’anno non sarà da meno», afferma.
Nel corso della giornata di conclusione dei lavori, il prossimo 28 gennaio, Fulvia Caffo, soprintendente ai Beni culturali, presenterà le opere dell’artista Salvatore Incorpora, che ha spesso tentato di rappresentare nei suoi dipinti il dolore del genocidio degli ebrei. Ospite speciale della premiazione, la scrittrice Simonetta Agnello Hornby, che arriverà «senza alcun costo per l’ente». «I nostri studenti hanno apprezzato questa iniziativa culturale e questo significa che gradiscono il nostro lavoro», aggiunge il presidente Alessandro Cappellani. Che conclude: «Per loro non è facile sentire testimonianze dirette degli orrori delle deportazioni, perché ormai sono passate tre generazioni. E nonostante questo la loro sensibilità riesce a produrre elaborati commoventi».
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