Eroi come noi

Un collegamento suggestivo quello che da Piazza Teatro Massimo a Catania ha consentito ai presenti di assistere all’anteprima in diretta di “Giovanni, Paolo e i l mistero dei pupi”, il cartone animato corealizzato da Raifiction, Larcadarte e la Regione Sicilia in onore dei giudici antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (in pagina il trailer da Youtube) Una prima mondiale – anticipata solo da una parziale presentazione allo scorso Festival di Cannes – fissata, non a caso, per il 23 maggio: diciottesimo anniversario dalla strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e Emanuela Loi.

In diretta dal Teatro Politeama di Palermo, sono state otto le piazze siciliane collegate contemporaneamente all’evento commemorativo, consistito nella visione di un documentario sul giudice Falcone – realizzato dal giornalista Giovanni Minoli – e subito dopo da quella del cartone animato. Presenti in sala la regista Rosalba Vitellaro ed il suo team, che hanno rivelato tutta la difficoltà di raccontare la mafia proprio attraverso un cartoon: favola da raccontarsi ai bambini, per antonomasia. Un gruppo che non si sarebbe arreso di fronte alle prime difficoltà, tentando – riuscendoci – di trovare la chiave giusta per dissuadere anche i più piccoli dal potenziale fascino della criminalità. Finalità perseguita – sul piano recitativo – anche grazie alle voci di Leo Gullotta, Donatella Finocchiaro e Claudio Gioè, prestatisi al doppiaggio.

Paolo e Giovanni – nella fantasia, come nella realtà – sono due personaggi molto coraggiosi, quasi impavidi, perché capaci di vivere secondo i propri valori. Seppur bambini, la loro forza è la speranza: ovvero l’innocente – ma non ingenua – aspettativa che il bene trionfi. Un’attesa piena, in quanto fondata sulle azioni, sulla capacità di dare il buon esempio e di non annichilirsi davanti alla codardia altrui. In soli 26 minuti televisivi, Giovanni e Paolo insegnano due verità tanto belle, quanto fastidiose: che nulla cambia, se si fa finta di niente – omertà – e se niente si fa – accidia! Così, seppure giovanissimi, i due si rimboccano le maniche e si precipitano a salvare i loro compaesani, ridotti a meri burattini dal Mago Nivuru, personificazione del fenomeno-mafia. Un elemento di fantasia, quello relativo all’età dei due piccoli eroi; ma neanche troppo, se si pensa che proprio Giovanni Falcone a 26 anni era già pretore a Lentini. Ma, in fondo, anche un messaggio per tutti, grandi e piccini: non rassegnarsi e lottare (uniti) contro ciò che opprime la nostra terra.

Unico rammarico della serata: Piazza Teatro Massimo semideserta; piena neanche per un quarto! Forse, per il contemporaneo evento commemorativo organizzato  come ogni anno da Cittàinsieme davanti al Palazzo di Giustizia, in piazza Verga. O forse – potrebbe temersi – perchè poco cambia nelle coscienze dei cittadini e delle istituzioni. Un pensiero fortunatamente smentito dalle scene di giubilo in occasione degli arresti dei superlatitanti come quello del boss Bernardo Provenzano, avvenuto in un tempo in cui il “Mago Nivuru” c’era ancora, ma Giovanni e Paolo non più…

Antonia Maria Arrabito

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