Brutte notizie per gli studenti universitari di tutta Europa: il progetto Erasmus, tra i più famosi e amati per la mobilità internazionale nel vecchio continente, è a rischio per colpa della crisi. La causa? La mannaia dell’austerity sulle casse dell’Unione europea. Il taglio del bilancio 2012 imposto dai paesi membri alla Commissione l’anno scorso sta già facendo sentire i suoi effetti e il Fondo sociale per la ricerca e l’innovazione – ente che eroga i contributi – è rimasto a secco dei fondi necessari per pagare le borse di studio. Tanto che non ci sarebbero neppure i soldi per saldare il 30 per cento delle richieste già avanzate per il periodo che va da settembre a dicembre 2012.
Le risorse del Fondo sociale europeo come rende noto Alain Lamassoure, presidente della commissione Bilancio dell’Europarlamento – sono in rosso di oltre dieci miliardi di euro e gli stati membri perderanno contributi di ogni tipo per centinaia di milioni. Tra cui quelli per finanziare le borse Erasmus, fiore all’occhiello della formazione europea, che ha permesso a più di due milioni di studenti di intraprendere una delle esperienze di studio più formative e significative, non solo in ambito accademico. Il buco rivela cifre da capogiro: per quest’anno mancano all’appello circa 450 milioni dei fondi necessari. Deficit che potrà essere sanato solo se gli stati membri della Commissione decideranno di rimpinguare il budget a disposizione. Sono infatti questi ultimi ad anticipare i contributi per l’Erasmus e per gli altri progetti del Fondo sociale. Contributi che poi vengono restituiti da Bruxelles. Un cane che si morde la coda, considerando che i tagli sono stati imposti proprio dai governi in nome del regime di austerità in cui versano a causa delle crisi. E che hanno già chiesto ulteriori riduzioni anche per il bilancio del 2013.
Un brutto colpo per il progetto Erasmus, che nel 2012 festeggia i suoi 25 anni di attività. E l’anno scorso ha visto il nostro paese al quarto posto – dopo Spagna, Francia e Germania – per partenze di studenti: in più di 20mila hanno fatto le valige alla volta delle aule universitarie di tutt’Europa. L’Italia è anche tra le mete più ambite per chi decide di trascorrere un periodo di studio all’estero. Sono infatti tre gli atenei italiani nella classifica delle 15 città più gettonate nel 2011, con Bologna al quarto posto, La Sapienza di Roma al nono e Firenze al dodicesimo.
Anche l’università di Catania accoglie ogni anno centinai di studenti provenienti dai paesi dell’Ue. Solo per il primo quadrimestre sono arrivati nella città etnea circa 170 universitari, la maggior parte provenienti da Spagna, Francia, Germania e Gran Bretagna. Mentre, tra gli iscritti all’ateneo catanese, gli assegnatari di borsa Erasmus per l’anno accademico 2012/2013 sono circa 250. Che studieranno, per un periodo di tempo che va da tre a 12 mesi, in città spagnole, francesi, tedesche e britanniche, ma anche in Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Lituania, Turchia e altre ancora.
«Un’esperienza unica, non ci sono parole per descriverla». Così definisce il suo Erasmus Silvia, 30 anni, che nel 2004 è volata in Spagna quando di anni ne aveva 22. «Ti immergi completamente in una cultura diversa, che diventa anche la tua». Non solo un periodo di studio, quindi, ma un’occasione di formazione a 360 gradi, «che senz’altro farei fare anche ai miei figli, perché studi, ti diverti me impari anche ad essere indipendente», racconta l’ex studentessa. «Non ci credo che non ci sono più i soldi per le Erasmus, sarebbe una tristezza spaventosa», afferma incredula Gaia, 22 anni, studentessa di Lingue tornata dal suo Erasmus andaluso da appena tre mesi. «Così tolgono agli studenti una tra le poche cose buone rimaste per chi frequenta l’università», lamenta. «Un’esperienza che ti capita una sola volta nella vita, in cui impari cose che in nessun’altra situazione al mondo potresti imparare». Sopratutto per chi, come lei, non era mai uscita dai confini etnei. «Conosci gente da tutta Europa, che ti apre la mente e ti insegna ad essere più tollerante e a saperti adattare in qualsiasi situazione».
Il rischio per i finanziamenti per l’anno 2012 è alto e il destino per migliaia di studenti che attendono il pagamento per il loro soggiorno resta ancora appeso ad un filo.
[Foto di loungerie]
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