Eolie, si lavora ancora per liberare il capodoglio «Tolta parte della rete, ma non è facile trovarlo»

Proseguono per terzo giorno le operazioni di soccorso del capodoglio avvistato al largo di Salina con una grossa spadara aggrovigliata sulla coda. Anche stanotte si è cercato di liberare l’animale, ferito e sofferente e in parte i sub sono riusciti a tagliare alcune maglie della rete, che potrebbe essere lunga anche chilometri. «Ieri sera il Capodoglio (a cui è stata tolta solo parte della rete che lo imprigionava ma che ha ancora molta rete impigliata nella coda) ha cominciato a fare delle immersioni sempre più lunghe, prima da 8 minuti poi via via fino ad oltre mezz’ora per singola immersione» spiega il biologo marino Carmelo Isgrò, che segue da vicino le operazioni.

«Poiché spesso riemergeva distante dal punto di immersione non era facile individuarlo al suo ritorno in superficie e al calar della sera è stato perso di vista. Stamattina siamo tutti alla sua ricerca e speriamo che oggi possa essere avvistato e che sia magari un po’ più stanco di ieri in modo da lasciarsi aiutare». Un lavoro estenuante, che vede impegnate moltissime persone. «Va sottolineato che il tentativo di ieri di liberarlo dalla rete è stato un grande lavoro di squadra che ha visto in prima linea gli uomini della Guardia costiera, sia di Lipari che poi della “Diciotti” (che ci hanno scortato per tutta la notte) e ancora dopo del nucleo sommozzatori della Capitaneria di Porto di Napoli. Ragazzi che hanno dimostrato un coraggio incredibile. Vi assicuro che operare con dei coltelli su un animale di 10 metri che si dimena come un pazzo per il dolore e che ha la forza per spostare agilmente le 15 tonnellate del suo peso non è una cosa da poco».

Gabriele Ruggieri

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