«Catania in quanto città metropolitana avrà uno stanziamento di circa 100 milioni di euro attraverso il Piano Operativo Nazionale Metro da dedicare ad alcuni obiettivi precisi». Giusi Milazzo, segretaria regionale Sunia, apre così l’incontro sull’emergenza abitativa a Catania. La sindacalista precisa che l’accesso ai fondi permetterebbe al Comune di «ricevere il denaro senza dover passare dalla Regione Sicilia». Il Pon Metro si rivolge agli argomenti dell’agenda digitale, dell’efficienza energetica, della mobilità sostenibile, della marginalità sociale, dell’economia e del disagio abitativo. E’ proprio sull’ultimo tema che Sunia e Cgil vogliono condensare l’attenzione dell’amministrazione comunale. «Circa 30 milioni del Pon si potrebbero destinare all’emergenza abitativa così da intervenire in situazioni di grave disagio e di esclusione», precisa Milazzo. Che sottolinea come l’auspicato dialogo con l’ente etneo ci sia stato, ma «senza che agli incontri sia seguito altro».
«I tempi di intervento però sono stretti perché i fondi Pon Metro scadono a fine luglio e, nonostante spesso sui fondi strutturali i tempi vengono dilatati, è ugualmente necessario intervenire», commenta la responsabile politiche comunitarie Cgil Rosaria Leonardi. Che continua: «Il metodo prescritto dal Piano è partecipativo e noi chiediamo all’amministrazione di aprire tavoli tecnici ai quali invitare tutti gli attori della questione, dai sindacati agli imprenditori». La proposta di Sunia riguarda la redazione di un programma di rigenerazione energetica e funzionale di alcuni plessi residenziali nei quartieri di Librino, Monte Po e San Giovanni Galermo, l’incremento di alloggi sociali tramite il recupero di immobili non utilizzati e progetti di ripristino di alloggi non abitabili da destinare a fini sociali. «Il principio da seguire è quello dell’inclusione sociale in un contesto in cui l’emergenza abitativa è forte», precisa Milazzo.
Fa una panoramica sul disagio abitativo un membro della segreteria provinciale Sunia Dario Gulisano. «Chi non ha una casa di proprietà in questa provincia difficilmente riesce ad aggredire il mercato degli affitti e a Catania un terzo della popolazione non possiede una casa», afferma Gulisano. «E’ questo principio che ha fatto crescere la necessità di alloggi popolari in città e purtroppo è venuto a mancare negli anni un patrimonio immobiliare da offrire a questo scopo, a causa di numerose svendite. Gli alloggi rimasti sono in condizioni di degrado, il 30 per cento sono occupati abusivamente e non sempre da famiglie che ne hanno reale necessità, e nel 70 per cento dei casi gli affittuari non pagano il canone». E’ per queste ragioni che Sunia e Cgil chiedono la «ripresa del dialogo con l’amministrazione al quale seguano azioni concrete», conclude Milazzo.
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