«È scientificamente provato che i bambini assorbono tutto quello che hanno intorno e precludergli la possibilità di imparare una lingua come l’inglese sarebbe un peccato». È questo il motivo che ha spinto la 41enne catanese – ma trapiantata a Milano – Ornella Faranda a trovare l’approccio giusto affinché la lingua più diffusa al mondo potesse essere insegnata anche ai più piccoli. Rientrata in Italia dopo aver vissuto dieci anni a Londra, Faranda si è resa conto delle difficoltà nell’apprendimento della lingua straniera spesso studiata seriamente solo dagli adulti, e ha iniziato a sperimentare. L’idea di Ellybee – che ha attraversato molte fasi diverse – è nata grazie ai suoi figli. I piccoli, infatti, le hanno ispirato la creazione di libri personalizzati su amicizia, fantasia, rispetto per il diverso portati poi anche nelle scuole.
«Raccontavo ai miei figli storie inventate da me e loro le imparavano a memoria – dice Faranda -, ripetendo le frasi sia in italiano che in inglese. Ho pensato che se funzionava con loro doveva funzionare anche con i loro coetanei».
Il primo esperimento – seguito da altri anche in territorio etneo – viene fatto a Milano attraverso un lavoro pilota nella scuola del figlio. I bambini hanno iniziato a imparare tanto che le sono stati chiesti da insegnanti e genitori nuovi progetti. «Mi ha fatto molto piacere, ma essendo sola avevo difficoltà ad andare avanti». Il caso ha voluto che incontrasse Andrea Tassone, 40 anni, padre di due bambine che si è innamorato di Ellybee e ne è diventato la parte tecnica. Mentre quella creativa è rimasta a Faranda, che inventa le storie e immagina nuovi modi di insegnare ai bambini. Dall’incontro tra i due è nata l’idea della realtà aumentata, che completa l’opera iniziale. «Il libro personalizzato è bello, ma il fattore determinante per i bambini di oggi è il digitale». Della società è entrata a far parte anche Silvia Morandi, che ha un asilo bilingue a Milano e ha aiutato a sviluppare il progetto.
Proprio nel suo istituto, a ottobre, ne partirà uno in una scuola – destinato a bambini dai 18 mesi ai sette anni – che comprenderà il personal writing e la vendita dei libri con la realtà aumentata. Un vero e proprio corso di inglese standardizzato con un libro che verrà distribuito negli istituti scolastici e in cui si affrontano varie tematiche, in base alla fascia d’età. «Ogni testo in inglese avrà la realtà aumentata e il riconoscimento vocale rappresentato da un’ape che sprona il bambino a ritentare fino alla risposta corretta».
Ma Ellybee ha bisogno di una mano per essere finanziato. E qui entra in gioco Eppela, la piattaforma di crowdfunding su cui è partita una raccolta fondi per il progetto – attiva fino al 18 giugno – per l’inserimento del riconoscimento vocale nel libro. «Poste pay finanzierà il 50 per cento se con le donazioni si raggiungeranno i cinquemila euro». In caso contrario i soldi verranno restituiti ai donatori e i tre fondatori dovranno trovare un’altra strada. «Anche cinque euro possono fare la differenza – conclude Faranda – e ogni visita al sito ci aiuterà a darci visibilità».
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