«Il professore Filippo Drago invita quanti fino a oggi gli hanno manifestato consenso a votare per il professore Francesco Basile». La notizia adesso è ufficiale: la corsa a tre per il rettorato dell’università di Catania perde un pezzo e diventa a due. Così il direttore del dipartimento Biometech lascia spazio al preside della scuola di Medicina, sin dall’inizio considerato il favorito per queste elezioni. Sarà lui a doversela vedere con il candidato della fazione opposta: Enrico Foti, direttore del dipartimento di Ingegneria. La vera sfida ora appare essere, forse più che l’elezione, la vittoria al primo turno. Fissato per il prossimo 1 febbraio. Il quorum è sostanzioso: 797 voti. E per raggiungerlo le astensioni e le schede bianche dovranno essere ridotte all’osso.
Dopo i mesi di caos nei corridoi di Palazzo centrale, le accuse, le sentenze e le denunce alla magistratura, l’obiettivo è di avere un magnifico rettore legittimato dai numeri, oltre che dall’autorevolezza. «Consapevoli della necessità di garantire una celere ripresa delle attività istituzionali dell’ateneo – scrivono Drago e Basile in una nota congiunta – e verificata, dopo la presentazione dei programmi e i primi dibattiti elettorali, la sostanziale convergenza sugli stessi obiettivi, riteniamo utile superare la separazione delle nostre candidature». Cosa che, aggiungono, «risulterebbe inspiegabile».
La notizia era nell’aria da giorni. Come anticipato da MeridioNews, a convincere Foti e Drago della necessità di non frammentare i voti dell’area di Medicina potrebbero essere state anche le ingombranti presenze esterne al mondo accademico che sedevano in prima fila alla presentazione della candidatura di Foti. L’ingegnere – prima apertamente della compagine dell’ex magnifico Antonino Recca, poi pubblicamente scaricato – è stato accolto da una platea che, all’hotel Excelsior, era composta tra gli altri dai deputati Giuseppe Castiglione e Luisa Albanella. Un fatto che ha riportato alla memoria di molti i giorni in cui la politica regionale entrava a gamba tesa nella vita dell’ateneo.
L’università di Catania, Basile e Drago lo ammettono, «ha dovuto attraversare negli anni scorsi un periodo pesante». Le responsabilità, però, secondo loro non sarebbero da imputare alla gestione del rettore Giacomo Pignataro. Nei confronti del quale, entrambi, hanno sin dall’inizio manifestato la volontà di porsi in aperta continuità. «Gran parte delle difficoltà – scrivono – sono da imputare all’amministrazione precedente e alle scelte sbagliate da essa compiute». L’ennesima presa di posizione contro l’operato di Recca e, soprattutto, contro lo statuto illegittimo da lui varato. A partire dal quale è nato il contenzioso legale che ha portato al decadimento degli organi dell’ateneo, e dello stesso rettore, poco dopo il giro di boa di metà mandato.
Il professore Enrico Foti, nel frattempo, non è rimasto a guardare. E con una email inviata alla mailing list dell’università ha parlato di «accordo di piccolo cabotaggio Basile-Drago». Che però porterebbe a una «svolta decisiva di una campagna elettorale, per me più che esaltante». Il voto nei suoi confronti dovrebbe essere «tra il passato e il rinnovamento dell’ateneo, la mia figura del tutto slegata da quelle vecchie logiche e da vecchi establishment». Sebbene i suoi legami con l’area di riferimento di Tony Recca (Ingegneria, appunto) e il past rettore siano sempre stati sotto gli occhi di tutti. E mai nascosti. L’agone, però, resta aperto e la data del voto si fa sempre più vicina. A essere chiamati alle urne sono 1247 docenti, 95 rappresentanti degli studenti e i circa 250 elettori del personale tecnico-amministrativo. Che potrebbero fare da ago della bilancia verso un eventuale secondo turno.
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