di Gaetano Flores
La campagna elettorale non è ancora iniziata e le mura della città sono già coperte da enormi cartelloni che pubblicizzano volti noti e volti ignoti.
Come una litania stanca si moltiplicano gli appelli, inascoltati, alla vigilanza dei partiti sulle candidature. Naturalmente chi compone le liste, i partiti sono già estinti da tempo, si guarda bene da escludere chi detiene il consenso. Perché a meno che non sia stato dichiarato ineleggibile, neanche lo stato detentivo impedisce di avere assicurata una candidatura.
Alle nostre latitudini il problema è aggravato da una malattia grave della democrazia: il voto di scambio. Se volessimo trovare la causa responsabile della cattiva qualità della classe dirigente e, di conseguenza, della deprimente qualità della vita riservata al Sud e alle grandi città del Meridione, il voto di scambio si candida a essere la regina di tutte le cause.
Precari a centinaia di migliaia forniscono la vasta platea chiamata a votare e tacere, obbediente e subalterna. Consulenze inutili a centinaia di unità e progettazioni fasulle di faraonici lavori che non inizieranno mai sono le miniere inesauribili dove estrarre i mezzi economici per lanciare le campagne acquisti del consenso.
Si può fermare questa macchina del disastro che alleva e moltiplica il diabolico meccanismo dellarretratezza del Sud? Occorrerebbero interventi legislativi coraggiosi che disboscassero le foreste dei privilegi e delle rendite. Ma senza attendere questa lontana e lungimirante iniziativa unaltra, più facile e fattibile, è stata lanciata dalle associazioni antiracket siciliane. Una lettera al ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri, per introdurre lo scrutinio collettivo dei seggi che invece adesso si svolgono limitatamente a ciascun seggio.
Con lo scrutinio delle schede nelle sezioni elettorali, infatti, non è difficile esercitare un certo controllo del voto. Soprattutto quando un elettore da un piccolo centro, o da un particolare quartiere di una grande città non si aspetta un gran numero di voti. Scrutinando le schede nelle sezioni, insomma, non è difficile ‘riscontrare’ i voti ‘acquistati’ o comunque controllati. Concentrando tutte le schede votate, per esempio in un unico, grande seggio diventerebbe impossibile controllare il voto nei quartieri.
Con questo meccanismo nessun candidato avrebbe più convenienza ad ‘acquistare’ pacchetti interi di voti nei quartieri popolari elle grandi città, o in certi centri piccoli e grandi, perché, ad esempio, tutte le schede votate di Palermo e provincia verrebbero scrutinate in un unico seggio. Si creerebbe un ‘corto circuito’ tra chi vende i voti e chi li compra.
Addiopizzo, Libero Futuro e Professionisti liberi hanno scritto al Ministro degli Interni per denunciare “la sistematica violazione della segretezza del voto che consente a schiere di candidati senza scrupoli di ricattare soprattutto gli elettori più deboli. Naturalmente anche Cosa nostra fa un uso sapiente di queste pratiche ed i processi di mafia lo testimoniano ampiamente.
Dal Ministro nessuna risposta. Forse avere alcune centinaia di eletti emuli di Vito Ciancimino in meno non interessa?
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