L’unico effetto positivo dell’astensionismo siciliano (53%) che mai aveva raggiunto queste proporzioni (nel 2008 l’affluenza era stata del 66,8%), è stato certamente il massacro dei partiti che appoggiano il governo della finanza predatoria del Professor Monti.
Ad una prima lettura, infatti, e, a sentire le trombe dei sepolcri imbiancati, si potrebbe pensare che un paio di partiti piegati alla politica antidemocratica di Roma e di Francoforte, siano usciti vincenti da queste elezioni siciliane. Ovvero: Pd e Udc che hanno appoggiato il neo presidente della Regione, Rosario Crocetta.
Ma ad una analisi più attenta si scopre subito che non è così, e che, questi ‘salariati’ delle segreterie capitoline hanno preso batoste altrettanto sonore di quelle del Pdl, altro piede, alquanto azzoppato, della troika montiana.
Innanzitutto, è bene ricordarlo, il nuovo governatore, già soprannominato il ‘Presidente della minoranza’, è stato eletto con 617.073 voti, pari al 30,5 %, meno del 15% degli aventi diritto al voto. Ancora peggio del risultato ottenuto dalla senatrice del Pd, Anna Finocchiaro, nel 2008, contro Raffaele Lombardo. quando ottenne il 30,8%, 886.044 voti.
E, che, come riporta, Live Sicilia, non a caso dice: “Sono molto contenta per la vittoria di Crocetta, anche se ho notato che lui ha vinto con la stessa percentuale di voti con la quale io persi”. Altro che vittoria storica, come ha sostenuto, forse, dopo avere bevuto un po’ troppo, il leader del Pd, Pierluigi Bersani.
Ma il dato più interessante è quello che riguarda i partiti montiani nel complesso: tutti atterrati, tutti in perdita: il Pdl è passato dal 33% al 12,8%. Il Pd dal 18,8 al 13%. E, pure l’Udc, che già di suo conta quattro gatti tra i fedelissii casiniani, ha perso consensi passando dal 12,5 al 10%.
Tradotto vuol dire che i partiti che stanno assistendo inermi alla macelleria sociale del governo Monti, più interessato ai diktat della finanza europea che all’economia reale e al benessere degli italiani, sono stati puniti dai siciliani, senza se e senza ma. Anche con forme sbagliate, come l’astensionismo, ma il messaggio è chiaro.
L’unico movimento che ha portato la gente a votare è quello di Grillo, che non a caso, è il primo partito in Sicilia (con oltre il 14%) e che, non a caso, denuncia le manovre antidemocratiche di Monti e di una ‘Ue ridotta ad un centro di poteri forti e lobby di finanza vorace.
Proprio in queste ore, il partito democratico di sinistra che fa parte della coalizione di maggioranza in Grecia si sta battendo come un leone contro i diktat della Bce e del Fondo monetario internazionale che chiedono ulteriori tagli di tipo draconiano, ovviamente, a carico del ceto madio-basso. In Italia, invece, il Partito democratico ha dimenticato di essere di sinistra, tradendo, con la complictà a Monti, la sua storia e i suoi elettori. Che, infatti, sono sempre meno. Al di là delle vittorie di Pirro.
(a.s)
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