Elezioni a Palermo, ricorso dei ‘grillini’

Il ‘caso’ lo hanno sollevato Beppe Grillo e il candidato a Sindaco di Palermo del Movimento 5 stelle, Riccardo Nuti, con un dettagliato ricorso presentato alla Prefettura e alla Questura di Palermo e al Cga (Consiglio di giustizia amministrativa). E’ un ricorso che, in teoria, potrebbe anche provocare il rinvio delle elezioni comunali del capoluogo siciliano. Di che si tratta?

Grillo e Nuti chiedono al Prefetto, al Questore e ai giudici del Cga di eliminare le tendine dalle cabine elettorali. Motivo: evitare che il voto venga inquinato. A quanto sostengono i grillini, ci sarebbero elettori che, dopo aver votato, con il telefonino scatterebbero la foto alla scheda ‘votata’ per consentire a ‘qualcuno’ – che evidentemente li aspetterebbe fuori dal seggio – di ‘verificare’ sul campo di aver votato secondo indicazioni. Secondo gli autori dell’esposto, questo metodo sarebbe molto diffuso nei quartieri popolari di Palermo.

Da qui la richiesta di eliminare le tendine dalle cabine elettorali. Votare senza tendine? Sarebbe il minor male, secondo Grillo e Nuti, perché, in ogni caso, l’elettore darebbe le spalle alla gente presente nel seggio.

Stando a indiscrezioni, Prefetto, Questore e giudici del Cga sarebbero in difficoltà. Perché i rilievi mossi in questo ricorso non sarebbero del tutto campati in aria. Anzi. Alla fine, Grillo e Nuti stanno solo chiedendo alle autorità di fare qualcosa per imporre il rispetto della legalità.

Né si può replicare dicendo nei nelle cabine elettorali non si può entrare con il telefonino. Perché se un elettore, in un modo o nell’altro, si porta in cabina il telefonino, con la tendina che copre la visuale nessuno si potrebbe accorgere che, chi ha votato, ha eventualmente scattato una o più foto alla scheda ‘votata’.

Di sicuro c’è che le autorità debbono dare una risposta. In tempi brevissimi. Ed è per questo che si sussurra che le elezioni potrebbero anche essere rinviate di qualche giorno. A quanto pare, le stesse autorità sarebbero più propense a trovare una soluzione, piuttosto che a prendere in considerazione il rinvio delle elezioni.