Uno sfondo teatrale e uno elettronico fanno da cornice ai concerti che la cantantessa Carmen Consoli ha tenuto nella sua “raggiante Catania” l’1 e il 2 aprile al Teatro Metropolitan, esaltando tutte le sue abilità acustiche e strumentali; una grande risposta di pubblico, soprattutto nella prima data che ha registrato il sold out. Location diversa ma identico successo domenica 4 aprile nello scenario futuristico dello Zo, centro culture contemporanee, per la tappa dell’altro tour “Ventunodieciduemilatrenta” durante il quale le potenzialità elettroniche e rock dei suoi pezzi sono stati esaltate dalla voce graffiante ed energica della Cantantessa accompagnata da una band molto particolare: Santi Pulvirenti alle chitarre, Andrea Pesce alle Tastiere e Leif Searcy, famoso percussionista tedesco che da anni collabora con la Consoli.
Due spettacoli profondamente diversi hanno suggestionato tipi di pubblico diversi. La parte teatrale messa in scena con il nome di “Elettra Tour” al Teatro Metropolitan è un richiamo proprio alle sonorità “classiche”. I concerti dell’1 e 2 aprile, identici come esecuzione, hanno sottolineato la mancanza di distorsioni elettroniche e hanno portato in primo piano la bellezza e la limpidità del suono acustico della chitarra, delle percussioni e di strumenti etnici scelti apposta per far risaltare la classicità e quasi la primordialità dei suoni. Esempi? Le esecuzioni di “Marie ti amiamo”, “Col nome giusto” e “Sud est” melodie – ha spiegato la cantante – che fanno viaggiare l’anima in “luoghi e porti del cuore dove abbandoniamo le nostre emozioni e che dovremmo invece ritornare a vivere”. Il concerto teatrale si districa in due momenti: uno dedicato totalmente alle nuove sonorità acquisite da “Eva Contro Eva” e da un percorso musicale che porta allo studio di personaggi quasi popolari e umanissimi, come la protagonista della canzone “Maria Catena” e la stessa “Elettra” che dà il nome al nuovo album. E’ anche la parte più attuale della musica della Consoli che introduce ogni suo pezzo motivandolo e creando la giusta attenzione sulle parole dando ai pezzi l’importanza che meritano, ed è il caso di “Mio Zio”, “Perturbazione atlantica” e “A’finestra” che, a fine concerto, esalta platea e galleria. Un secondo momento, concepito quasi come intermezzo – a far capire quanto la donna Carmen sia attaccata alla sua vita e, come si dice di questi tempi, al suo “percorso” – è dedicato ai grandi successi della sua carriera, dagli inizi, passando per Sanremo, ai grandi successi che hanno fatto di lei una grande artista a livello internazionale e che l’hanno portata a iniziare proprio questo tour dalla città di New York.
Con la solita grazia e passione per l’acustico Carmen canta amori, illusioni, nostalgie e dolori rappresentati, da “L’ultimo Bacio”, a “In bianco e Nero”, da “Parole di Burro” a “L’eccezione” passando per i ritmi etnici di “Madre Terra” e per pezzi meno conosciuti ma di grande potenza emotiva come “Quello che sento”, “Il pendio dell’abbandono” e “Uva Acerba”.
Spostandoci in Piazzale Asia abbiamo trovato una Carmen in versione più rock, quasi gotica, elettronica e sperimentale. E’ quella del secondo tour parallelo dal nome “Ventunodieciduemilatrenta” che abbandona i toni dolci e leggeri per passare a una vera e propria carica elettrica. Una Consoli che non ci si aspetta anche per la presenza scenica molto diversa, studiata per trasmettere un messaggio più trasgressivo rispetto allo spettacolo teatrale. Vengono eseguiti tutti i pezzi più ritmati e alternativi del repertorio dell’artista “Matilde odiava i gatti”, “Fino all’ultimo”, “Fiori d’Arancio” e una travolgente “Contessa miseria”. Sicuramente un concerto dal taglio più energico e immediato, meno ragionato e più improvvisato per avvolgere i fans con una vasta gamma di suoni, grazie anche a musicisti esperti come Santi Pulvirenti e soprattutto con le forti percussioni di Leif Searcy.
Nonostante l’ormai celeberrimo virus che l’ha colpita a cavallo delle date, l’energia di Carmen si è fatta sentire sia al Metropolitan sia allo Zo. L’artista non si è risparmiata per il suo pubblico, magari diverso ma unito dalla Cantantessa col suo ritmo travolgente in un unico grande amore per Catania.
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