Elettrodotto della Valle del Mela, botta e risposta tra Terna e ambientalisti

Arriva puntuale la risposta di Terna alle associazioni ambientaliste NuovaMente Villafranca ed Ekoclub che, con documenti alla mano, hanno scardinato e indebolito  i “poteri” della società dell’Enel elencando i vizi procedurali del tracciato dell’elettrodotto Sorgente-Rizziconi, attualmente in costruzione anche nel perimetro dell’area urbana della Frazione Serro-Comune di Villafranca Tirrena. (Ve l’abbiamo raccontato qui).

Il tutto avviene alla vigilia del tavolo tecnico previsto per domani, 11 aprile, alle 16,00, a Palazzo Reale. Riunione convocata dall’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Mariella Lo Bello, a cui prenderanno parte i rappresentanti delle associazioni attiviste, i sindaci dei territori toccati dallo scempio ambientale provocato da Terna, i vertici di Terna, i tecnici della Regione e i rappresentanti degli assessorati regionali al Territorio, alla Salute e all’Energia.

Le associazioni ambientaliste Ekoclub Messina e Nuovamente Villafranca, presiedute da Rosario Capilli e Antonino Certo, in una lettera inviata a Terna e agli Enti preposti hanno messo in risalto alcune ‘stranezze’ strettamente legate alla realizzazione del progetto e alle aree critiche interessate.

In particolare, chiedono “lo spostamento di 3 tralicci (n.44-45-46) dell’elettrodotto, presente nel perimetro dell’area urbana della Frazione Serro-Comune di Villafranca Tirrena, in zone più a sud, rispetto all’attuale posizione”.

Ma non solo. Fanno riferimento anche all’art.6 del decreto autorizzativo,  in cui si legge che Terna “è obbligata a eseguire le varianti in corso d’opera, senza necessariamente presentare un nuovo progetto come va dichiarando, poiché  il costruendo elettrodotto potrebbe nuocere alla salute dei residenti e presentare criticità” (per esempio quelle zone ad elevato rischio franoso come Serro).

Di pericoli, in questa incredibile storia, ce ne sono tanti. In queste aree spesso si verificano incendi e, in presenza di elettrodotti disattivabili, non è possibile intervenire con i Canadair, perché il personale a terra, nel tentativo di avvicinarsi alla zona in fiamme, rischierebbe la folgorazione.

Inoltre il progetto insiste  in zone denominate “aree a franosità diffusa e in presenza di dissesti conseguenti ad erosione accelerata”. E non rispetta le distanze limite di sicurezza per la difesa della salute e per la pubblica incolumità, perché si trova a 19 metri dalle abitazioni.

Insomma, di motivi  per contestare  il progetto dei “Signori dell’energia, le associazioni ambientaliste ne hanno abbastanza.

Prontamente Terna risponde. E lo fa mettendo in risalto i rispettivi elementi che l’hanno autorizzata a realizzare il suo progetto, precisando che “l’opera è pienamente compatibile con l’aspetto ambientale”.

Questo – precisa Terna – avverrebbe secondo una direttiva del Dipartimento nazionale di Protezione civile sulle procedure di intervento aereo, secondo la quale “le condizioni non comporterebbero la necessità di alcuna modifica progettuale”. Qui bisognerebbe capire quali ‘scienziati’ hanno scritto queste parole, se la Protezione civile nazionale o quella regionale.  

Inoltre Terna specifica che “i richiamati sostegni non insistono su zone a rischio incendi boschivi, essendo le stesse prive di vegetazione arborea di alto fusto”.

La replica degli ambientalisti arriva puntuale.

“La futura presenza dell’elettrodotto – precisano – così come progettualmente previsto, ovvero a ridosso del perimetro urbano di Serro, inibisce radicalmente l’operazione di intervento ed è pertanto interdetta ogni attività di sorvolo di elicotteri e/o mezzi aerei, legati ad attività di soccorso, sia  in occasione di calamità naturali, che nell’ordinarietà non molto remota, di interventi legati all’elisoccorso effettuato dal 118. Inoltre la stessa normativa – precisano gli ambientalisti – prevede, se l’elettrodotto non è disattivabile per gravi motivi ( per esempio danni a strutture industriali, ospedaliere, etc…) chevengano autorizzati lanci solo per rotte e distanze di sicurezza, quindi a distanze di sicurezza dall’elettrodotto.

Precisano poi, che è vero che l’area di Serro non è caratterizzata da vegetazione d’alto fusto, infatti si tratta di macchia mediterranea, che è peggiore sotto l’aspetto di rischio di incendi, in quanto in questa tipologia di territori, la velocità di propagazione delle fiamme è proporzionale al quadrato della velocità del vento e Serro è fortemente battuta da correnti e interessata periodicamente da incendi di grande entità”.          

Per l’esattezza “il vento – si legge – apporta grandi quantità di aria e quindi di ossigeno per la combustione, essicca i materiali vegetali facendo evaporare l’acqua, trasporta i tizzoni ed impone la direzione e la velocità di avanzamento dell’incendio. Inoltre le stesse zone (adibite a pascolo spontaneo) sono caratterizzate da versanti in continuo cambio di pendenza che richiamano continuamente aria nei moti incendiari”. Per quanto riguarda, poi, l’esistenza del forte rischio idrogeologico nell’area interessata dai tralicci dell’elettrodotto, ricadente inoltre, in una ZPS (Zona di Protezione Speciale), Terna liquida gli ambientalisti, facendo riferimento a tutti i pareri favorevoli acquisiti dai vari Enti preposti, dal Ministero dell’Ambiente alla Regione Sicilia fino all’ispettorato ripartimento Foreste demaniali di Messina.

Ma non ci stanno le associazioni ambientaliste. Così fanno riferimento a quanto precisato da un decreto autorizzativo prodotto dalla Regione Sicilia nell’ottobre 2011, che in qualità di “norma di legge” invita Terna a procedere conseguentemente “per la tutela degli interessi pubblici e privati” .

Per l’esattezza, a seguito dei “gravi fenomeni alluvionali prodotti nelle zone a franosità diffusa e in presenza di dissesti conseguenti ad erosione accelerata, a rischio P2 medio e P3 elevato, Terna non può costruire in quest’area”.

Pertanto le associazioni ribadiscono alla società Terna e agli Enti preposti della vigilanza sul territorio e dell’opera, “la revisione del progetto con l’esecuzione della variante per lo  spostamento dei tralicci 44, 45 e 46 dell’elettrodotto in oggetto, in zone più a sud rispetto all’attuale posizione e le opportune distanze di sicurezza per la difesa della salute e della pubblica incolumità, per il rischio incendio, per i rischi derivati dal nuovo Piano di Stralcio per l’assetto Idrogeologico e per le calamità naturali”.

Secondo quanto detto, si attende  il tavolo tecnico previsto per domani all’Ars.

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Sabrina Macaluso

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