Per quanto indietro mi sforzi di andare con la memoria, non ricordo la tagliola della censura scattare su temi così condivisibili e centrali. La verità è che l’arroganza politica del nostro governo ha raggiunto livelli di arbitrio assoluto; ha sfondato la soglia della decenza, non conosce vergogna e non sente neanche la necessità di portare motivazioni che abbiano la parvenza di un fondamento: “inadeguata” viene genericamente definita la campagna pubblicitaria paneuropea che sollecita la partecipazione al voto del 6 e del 7 giugno.
La campagna è tedesca: e la realtà fattuale coincide con il luogo comune.
È chiara e rigorosa, d’impostazione classica, lontana da vezzi modaioli.
La dinamica degli annunci/affissioni multi-soggetto è corretta. Benefit per il cittadino: Usa il tuo voto (perché conta); reason why: sul tappeto ci sono questioni rilevanti tra le quali scegliere; tone and manner: serio, fresco, franco, non direttivo. Il fondo degli annunci è piattamente blu; le opzioni all’interno di ciascun soggetto sono presentate in modo (freddino) assolutamente paritetico e privo di faziosità, insomma… un capolavoro di educazione civica, una campagna casta, come Noemi.
Gli italiani, nel quadro europeo, dispongono di una cultura della comunicazione di scarso livello. Avremmo fatto bene a stare zitti e adeguarci. Infatti il rifiuto di accogliere la campagna ha suscitato ilarità, come dire: si sa che gli italiani di comunicazione non capiscono niente.
Noi siamo a categorie di giudizio un po’ più rustiche: Mi piace/non mi piace, come si dice uscendo da un camerino di prova con indosso un nuovo vestito.
La verità è che il cavaliere, impegnato com’è, non ha avuto tempo, altrimenti una cosina l’avrebbe fatta: Apicella, una chitarra, un duetto, un po’ di gnocca (è così che lui la chiama) una terrazza a Marechiaro e via… l’eurospot è fatto. E se agli europei non piace vuol dire che non hanno ironia.
* Pubblicitario, docente di Teoria e tecnica dei mezzi di comunicazione di massa presso l’Università di Catania
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In questo breve video, vi presentiamo i manifesti della campagna pubblicitaria rifiutata dal governo
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