EDITORIALE/ Lampedusa, la lacrime di coccodrillo di Bruxelles e Roma

DOPO NON AVER MANTENUTO NESSUNA DELLE PROMESSE FATTE APPENA UN MESE FA, IN OCCASIONE DEL NAUFRAGIO DEL BARCONE E DELLE CENTINAIA DI MIGRANTI MORTI, L’UNIONE EUROPEA E IL GOVERNO NAZIONALE CERCANO CAPRI ESPIATORI. MA NON SI RENDONO CONTO DI SFIORARE IL RIDICOLO

E’ semplicemente incredibile come l’Unione europea e il Governo nazionale cambino le carte in tavola sulla vicenda del centro di accoglienza di Lampedusa trasformato in un lager. Ai governanti di Bruxelles, di Strasburgo e di Roma di come vivono i migranti non glien’è mai fregato niente. Sono piombati come sciacalli dopo i fatti di qualche mese fa per fare scena: la presenza ai funerali delle vittime del barcone affondato, la promessa di aiuti e altre promesse varie. Chiuse le bare, chi s’è visto s’è visto.
Penosa, l’Unione europea. Da quando abbiamo contato i morti del barcone di Lampedusa, a parte qualche comunicato stampa degli eurodeputati Rita Borsellino e Salvatore Iacolino, che hanno provato – e gliene va dato merito – di tenere viva la questione, non una delle promesse dell’Unione europea è stata mantenuta. In scena è andata la strafottenza assoluta, degna, del resto, di un’Unione europea massonica, tutta dedita alla salvaguardia delle banche e della finanza banditesca. Uno schifo.
Nei giorni ‘caldi’, quando si contavano i migranti morti in mare, da Bruxelles era arrivata la notizia che in Sicilia sarebbe stata aperta una sede di Frontex. Secondo noi non è molto: perché l’Unione europea dovrebbe assicurare alla Sicilia in generale e a Lampedusa in particolare presenza, prevenzione, assistenza ai migranti e alla popolazione residente: in una parola, un’azione mirata, espressione di quella politica estera che quest’inutile e dannosa Unione europea non ha.
Non è andata meglio con il Governo Letta-Alfano-Bilderberg. A parte la sceneggiata nel porto di San Leone, ad Agrigento – dove il ministro degli Interni ha fatto passerella, non per i morti, ma perché Agrigento è la sua città – da Roma non è arrivato un solo segnale.
Adesso, dopo che viene fuori quello che tutti sanno: e cioè che il Centro di accoglienza di Lampedusa è abbandonato (non da ora, ma da sempre: soprattutto dopo l’incendio che ne ha dimezzato l’attività), i governanti di Bruxelles e di Roma fanno la voce grossa. Il Ministro Alfano dice: “Chi ha sbagliato, pagherà”.
Facendo finta che gl’italiani non capiscano che il primo ad aver sbagliato è proprio lui: è lui il Ministro degl’Interni, cioè la branca dell’amministrazione dello Stato che si deve occupare e preoccupare di questi problemi; è lui che avrebbe dovuto controllare l’attività di assistenza a Lampedusa. E adesso che viene fuori il fallimento della propria azione di governo, va a caccia di capri espiatori. Una scena pietosa, degna, in tutto e per tutto dell’inutile e dannoso Governo del quale fa parte.
Che dire, ancora, dell’Unione europea delle banche e della fìnanza? Della sede di Frontex in Sicilia non si parla più. Forse ne metteranno una nel Mediterraneo. Forse in qualche posto ‘scognito’ dove l’amico di qualche potente di Bruxelles o di Strasburgo potrà lucrare soldi sulla pelle dei migranti.
La verità è che c’è da vergognarsi a far parte di questa pessima Unione europea che, da quando si è strutturata con l’euro, non ha fatto altro che impoverire l’Italia e gl’italiani. Ma ci pensiamo ogni tanto in quale fogna politica, economica e sociale ci siamo andati a cacciare?      

Lager a Lampedusa? “Non abbiamo strutture adeguate” E il Governo lo sa bene…     

Redazione

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